ALZA LO SGUARDO

Dio vuole che siamo in Pace

 

“San Giovanni Paolo II ha iniziato il suo pontificato con un promemoria fondamentale: “Non abbiate paura!” Questo santo dei nostri tempi ci esortava costantemente ad accettare la pace che Cristo ci offre e a confidare sempre nel Suo amore e nella Sua misericordia”. (Cfr. Aleteia)

Questi pensieri, la vita di questi tempi e sulla scorta della mia esperienza, inizio questa semplice riflessione, ad alta voce, per condividerla con voi e offrirvi uno “sguardo alto” per non perderci in questo tempo, per non vivere con paure e limiti, ma con sana intelligenza, collaborazione e crescendo nella fede in Cristo. La paura è un sentimento difficile da gestire e che tutti, in modi e tempi diversi della vita, provano. Paura ad ogni stagione della vita, paura di essere sgridato, paura del male, di quello che non si conosce, paura di amare o di non essere amati, di non realizzarsi … paure e fobie di ogni tipo e genere. Paura per gli errori fatti, perché possono cambiare alcune sicurezze, paura di perdere la buona fama o quello che gli altri pensano di te, o che tu voi che pensano di te, paura per l’amore, il lavoro e potremmo continuare all’infinto. Non sono psicologo e non voglio addentrarmi in questo aspetto, ma solo guardare a questo stato d’animo con gli occhi normali, di una persona che vive la vita con gli occhi della fede per mantenere o recuperare quella serenità che è indispensabile per affrontarla.  Tutti conosciamo i nostri limiti e ed errori, tutti ci diciamo che dobbiamo cambiare, convertirci e poi questo non avviene, la paura in qualche modo frena alcuni nostri atteggiamenti o li cambia, se non subito, con il tempo.

In questo periodo il mondo, caduto in un’emergenza difficile da capire e da vivere, rischia di crollare, se non lo è già, nella paura. Paura di un virus che può farci morire, paura perché ci rende soli, paura di non vederci, incontrarci, socializzare, di non poter fare, lavorare, studiare, ecc. Mille soluzioni si stanno adottando per contrastare questa epidemia, per vivere la vita, cambiando schemi e modi, ma per viverla con dignità, ma rimane il grande limite della nostra mente che crea paura delle cose che non conosciamo, del diverso da noi … questo ci fa chiudere, giudicare, diventare egoisti, non ragionare con razionalità.

Con la poca intelligenza e anche la poca fede mia, cerco, però, di leggere questa emozione alla luce della fede. Già dal libro della genesi (3,10) Adamo ed Eva “ho avuto paura e mi sono nascosto”, la vicenda di Giona, (1,1-ss) che deve andare a Ninive e invece fugge, per paura. E potremmo continuare, per arrivare alle parole dell’angelo a Maria, “non temere” e qui la prospettiva e il sentimento della paura cambia in timore. Un sano timore, Maria teme di non essere capace, non ha paura è un timore reverenziale di sottomissione.

Ora, la paura porta all’ansia e viceversa, ma sta di fatto che sono due elementi che non ci permettono di essere felici, ci fanno vivere con la retromarcia inserita. Come persone di fede, religiose, voglio sottolineare che nella Bibbia il consiglio più ripetuto è “Non Temere”.

“In realtà, il consiglio più ripetuto in tutto l’Antico e il Nuovo Testamento è “Non temere”. Forse alcuni versetti della Scrittura che contengono questa esortazione vi risulteranno familiari, ad esempio quando l’angelo Gabriele è apparso a Maria annunciandole che sarebbe stata la Madre del nostro Salvatore, o quando Giuseppe, sentendo che sarebbe stato il padre terreno di Gesù, ha ascoltato queste parole: “Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti, il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo” (Matteo 1, 20). Visto che Gesù stava per nascere a Betlemme, un altro angelo apparve ai tre re (magi) pronunciando le stesse parole di incoraggiamento. Quando Zaccaria venne informato del fatto che la moglie avrebbe concepito un figlio pur se in età avanzata “si turbò e fu preso da timore. Ma l’angelo gli disse: ‘Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, e tu lo chiamerai Giovanni’” (Luca 1, 12-13). Ci sono moltissimi altri versetti in cui la Bibbia ci esorta a non avere paura.In occasione della Trasfigurazione di Gesù, i discepoli caddero a terra vinti dalla paura, ma “Gesù si avvicinò, li toccò e disse: ‘Alzatevi e non temete’” (Matteo 17, 6-7). In totale, la frase “Non temere” o una sua variante si ripete 365 nel corso della Scrittura! Molte delle nostre preoccupazioni quotidiane grandi e piccole ruotano intorno a qualche tipo di paura per ciò che può accadere. L’ansia consuma buona parte della nostra energia. Gli andrà tutto bene in viaggio? Avrà un incidente? Saprò perdonare mio fratello? Sto facendo ciò che Dio vuole in questa situazione? Quali saranno i risultati delle analisi mediche? La sua dipendenza peggiorerà? Sto prendendo la decisione giusta? Vedrò davvero i miei cari in Paradiso?… Le domande si accumulano senza fine nella nostra testa, e per ciascuna di loro Dio ci ricorda di volgerci a Lui nella preghiera e con fiducia”. (Cfr. Aleteia)

Paura, cari amici, allora dobbiamo imparare a conoscerla, conoscere le nostre paure, conoscere i nostri limiti e difetti che ci portano a sbagliare e poi ad avere paura, conoscere le nostre paure per affrontarle insieme facendosi aiutare, paure che condizionano gli altri, quelli che ci stanno vicino, quelli che dipendono da noi o con i quali condividiamo un cammino di vita e di lavoro. “Non temere” è l’atteggiamento da imparare, un “non temere” animato dalla fede, dalla conoscenza di chi siamo, dei nostri limiti, un “non temere” che deve essere vissuto in umiltà. Non fare le cose per paura è sbagliato, ma non fare le cose, perché sono sbagliate o che danneggiano altri, questo, invece è giusto e ci porta a vivere bene con noi stessi e ad eliminare le paure.

La pura del rischio, rimane una cosa buona, se vissuta con intelligenza. Il militare ha paura? Si!, certo che ha paura, ma la sua competente formazione, il suo valore aggiunto, che è la sua scelta, la sua vocazione a questo servizio, che è in definitiva, aiutare e salvare, proteggere e difendere, gli fa affrontare la pura in modo intelligente. Nella normalità e quotidianità delle nostre vite ci sono mille paure e fobie, non lasciamoci dominare, non lasciamoci guidare da esse, non scusiamo il nostro non fare per paura, il nostro non vivere per paura, il nostro non impegnarci per paure. L’intelligenza, nelle cose e nella vita, sempre, ma anche la fede e soprattutto essa, per chi è credente, aiuta a superare la paura. “Aiutati che il ciel ti aiuta”, ovviamente il Signore non fa il nostro lavoro, ci dice solo “non temere”, io sarò con te sempre, anche sulla croce della tua vita, io sarò lì con te.

Certezze che abbiamo, ma difficili da metabolizzare. L’ansia rimane e le paure ogni tanto riaffiorano da errori fatti in passato o di recente, paure che compromettono l’apparente serenità della nostra vita, sono queste a creare le paure maggiori e a non essere profondamente felici. Gli errori li commettiamo tutti, preghiamo il Signore che ci aiuti a rialzarci a trovare persone che vogliono il ben e non il male, che vogliono aiutare e non distruggere, che voglio giustizia e non vendetta. Talvolta viviamo con una maschera che copre ogni cosa e che ci fa apparire in un determinato modo, in quello che vogliamo che la gente ci veda, ma la maschera copre, non cambia, non combatte, non migliora chi siamo se non ci mettiamo con serenità e serietà a camminare nel verso giusto di marcia.

Il nostro Pastore, l’Arcivescovo Ordinario Militare per l’Italia, Mons. Santo Marcianò, nel messaggio per il Santo Natale di qualche anno fa così esordiva: “La “novità del Natale è una grazia che trasforma dal di dentro le nostre paure, un dono gratuito, allo stesso tempo atteso e inatteso, un dono di Vita, capace di far nascere vita laddove sembrano non esserci le condizioni, seminando il seme della speranza.
La grazia del Natale è racchiusa in ogni nascita umana, così come in ogni fratello straniero, povero, scomodo… in ogni fratello che ci viene incontro, nel quale Dio stesso ci viene incontro, come un Bambino, e porta con sé la grazia che trasforma la paura in seme di speranza, di amore, di pace”.
(Cfr. Messaggio Natalizio “Non Paura, ma grazia” di Mons. S. Marcianò, Dicembre 2016)

Possano le sue parole offrire a tutti noi, l’impegno a non vivere nella paura, ma a fidarci di Dio e a impegnarci per i fratelli.

@unavoce

 

Foto di Copertina: L’Ordinario Militare in visita alla Brigata Folgore