Diventare prossimità

 

Lo scorso marzo, in seguito alla pandemia, la Direzione della Rivista “La Civiltà Cattolica”, quindicinale della Compagnia di Gesù (Gesuiti), ha promosso una nuova Newsletter: “Abitare nella possibilità”, alla quale, vi invito ad iscrivervi. Così la Direzione della Rivista scrive nella prima uscita: “Il titolo riprende un verso della poetessa Emily Dickinson (I dwell in possibility). Oggi, chiusi in casa, viviamo nella possibilità di un futuro che non conosciamo. E cerchiamo parole che accompagnino il tempo che viviamo, ma che pure ci aiutino a immaginare il «dopo». Servono chiavi di lettura.

La Civiltà Cattolica intende accompagnare questi giorni di isolamento attraverso meditazioni che partono da libri, musica e film. Il curatore della newsletter è p. Claudio Zonta S.I., del Collegio degli scrittori della nostra rivista, e i redattori sono tutti gesuiti. Il motto è quello tanto caro a papa Francesco: Non coerceri a maximo sed contineri a minimo, divinum est, che si potrebbe tradurre come «Non essere costretti dallo spazio più grande, ma essere capaci di stare nello spazio più ristretto. Questo è divino». Un motto che ci sembra molto adatto al momento presente, nel quale molte persone sono confinate in spazi ridotti”. (Cfr. La Civiltà Cattolica”)

Da questo incontro virtuale, mutuo oggi questo mio fermarmi a parlare con voi. In una situazione generale di confusione, di disorganizzazione, d’interessi economici di alcuni, la paura sta prendendo il sopravvento. Ora, non sono qui a proporre soluzioni o criticare, anche se ci sarebbe da analizzare con calma e serenità scelte discutibili, ma sono qui a ricordare che la paura avrà la meglio, se non alimentiamo il cuore  e la mente.

I militari, il loro servizio, la loro presenza sul terriotrio, ci danno sicurezza, ci offrono un servizio che unito a quello delle Forze dell’Ordine, ai medici e infermieri, a tutto quel settore che ci assicura i servizi principali, ci offrono questà speranza e sicurezza e se molti ambiti lavorativi sono penalizzati, stare uniti e camminare nella stessa direzione tutti insieme si andrà lontano. Sosteniamoci concretamente con gesti piccoli o grandi, con una vicinanza fatta di prossimità “di noi e non di io” e basta e allora ne usciremo vittoriosi.

La prudenza è l’atteggiamento che dobbiamo adottare, ma non la paura, ne la sottomissione, e vorremmo la verità, cosa che non sapremo mai, pertanto dobbiamo reagire, ognuno nel suo, con le sue forze, creando quella prossimità che ci aiuta a vivere nel rispetto, senza paura, senza chiuderci o allontanarci, ma con intelligenza, non come abbiamo visto in questi giorni alcune situazioni al limite dell’intelligenza e della collaborazione, ma con una sana riflessione tenendo aperto il cuore e la mente, soprattutto, per non perderci, per non cedere, per non cadere.

Abbiamo, nell’era digitale, mille possibilità, ovviamente sono palliativi e non suppliscono il contato, l’incontro, lo stare insieme, ma dobbiamo resistere, con intelligenza e usare di questi strumenti per ovviare a questo momento senza perderci e educandoci al rispetto, alla collaborazione all’impegno individuale senza sottovalutare difficoltà maggiori di alcuni, per riprendere a vivere nel modo che conosciamo, quindi la parola che deve ritornare è: Resistere!

Quelli più a rischio saranno le nuove generazioni, ora più fragili e in difficoltà.  Si stanno accorgendo come funziona il mondo e stanno comprendendo i limiti dell’umanità. Un mondo attento apparentemente alla salute e all’economia, ma che alla fine risulta attento al potere e agli interessi privati. Cultura, musica, arte, … quegli elementi che rendono stabile la mente, sono messi da parte invocando prudenza e sacrificio per un “male” da sconfiggere, ma stiamo vedendo dissonanze e storture che ci fanno intuire altro, invece le vie dovrebbero andare in parallelo, con prudenza, ma senza penalizzare i vari cammini, che alla fine porteranno forse a una salute fisica, ma sicuramente a una malattia dell’anima e della mente. Pertanto, qui e ora, voglio rivolgermi, in modo particolare, alle giovani generazioni, non mollate con la testa, aiutatevi e fatevi aiutare a resistere, a creare interesse nelle cose importanti, senza dimenticare nessun’aspetto della vita e cercando di comprendere, non dico scusare, ma comprendere le norme e le regole che ci vengo date in questo periodo.

Vedere il bicchiere mezzo pieno è una cura che aiuta l’anima e la vita difficile, pur comprendendo non essere facile, quindi, insieme, aiutandoci, possiamo reagire, non solo al virus fisico, ma a quello spirituale e mentale che si sta annidando dentro di noi. La pigrizia, la paura, sono due virus pericolosi che ci annulleranno, se non reagiamo con intelligenza. Di questi tempi ognuno, secondo il suo settore di lavoro e di vita, vede le cose e le giudica, ovviamente e senza criticarle, secondo al sua visione. Non poter lavorare, non poter dare dignità alla vita, per mancanza di lavoro è triste, ma anche non studiare, non poter proseguire il cammino di formazione culturale, non poter curare il corpo con lo sport, la mente con il cinema, la musica ecc… sono gravi virus che rischiamo di farci crollare.

Dobbiamo reagire e reagire con serenità e nella pace, non solo comprendendo, come vi accennavo, ma inventando situazioni nuove per non perderci. In questo diventiamo prossimità l’uno all’altro, anche nella distanza, combattiamo con l’intelligenza la pigrizia, collaboriamo la dove ci viene chiesto, non dimentichiamo nessuno, recuperiamo quei settori di vita che erano stati accantonati, impariamo a godere del poco di ora, per essere più forti domani. Fare confronti, anche se viene naturale, non è saggio, ci fa ammalare l’animo e non godere la vita che è e rimane, nonostante la pandemia, un’avventura meravigliosa.

Sono certo che, come la fenice, per fare una citazione classica e mitologica, risorgeremo dalle nostre ceneri, dove la Fede in Cristo che è Risorto dai morti per salvarci, sarà più forte, più impegnata, più vissuta, la comprensione della democrazia e del potere, politico, economico, ecc. più vero, il lavoro più sincero e onesto, i rapporti più pacifici, il rispetto e l’accoglienza delle diversità, lo stile della vita. Questo il frutto del virtuale in un tempo dove incontrarsi è difficile e non prudente, un passaggio obbligato che ci porterà ad un rinnovato modo di riabbracciarci, di rincontrarci, di stare insieme. Lontani oggi “per uscire dal tunnel e non per rimanerci”, come ci ha ricordato il Papa, una situazione di emergenza da vivere, ma non per abituarci.

Chiudo rimandandovi anche a una pagina del Sito “VaticanNews: Nel Mondo, vivere con fede al tempo del coronavirus”, una finestra sul mondo, dove ti invito a dare uno sguardo e a guardare con lo sguardo alto questo tempo, prendendo in mano il mondo curandolo con amore.

@unavoce

 

Foto di Copertina: Biblioteca dell’Istituto Geografico Militare