La FOTO, il motivo della scelta:

Papa Francesco, saluta un militare impegnato nell’operazione “Strade Sicure”

Uno scatto scelto per la semplice forza che racchiude. Una stratta di mano dice più di mille parole, la forza che i nostri soldati mettono nel loro servizio arriva dalla Fortezza che anima il loro cuore. Questa stretta di mano ci ricorda che la fede è in ognuno di noi. E’ quella mano tesa per recuperare lo spirito, per ringraziare, per riprendere il cammino. Il gesto del Papa ci ricorda tutto questo.

FOTO da: (Cfr. Avvenire)

Militari – rendere testimonianza 

 

“PENSIERI CON LE STELLETTE”

sul Vangelo della Domenica

 

VI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – Mc 1,40-45

«Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!».  E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato

 

“I lebbrosi d’oggi sono la gente che vive nelle baracche delle «bidonvilles» delle città ricche ed opulente, sono i «falliti», i sottooccupati delle città industriali, sono i giovani «drogati», i «bruciati», vittime di una civiltà rivolta solo al consumo e al successo; sono i bambini handicappati, ritardati, spastici, ai quali la società non pensa, perché non «rendono» e sono di peso; sono gli anziani che «aspettano» senza speranza la morte in un isolamento e in una inerzia che frustra e svilisce…; sono i carcerati, bollati d’un marchio anche dopo scontata la pena. I cristiani sono chiamati a rendere ragione della speranza che è in loro. Ad essi spetta darne testimonianza credibile. L’impegno per costruire un mondo più giusto, più a misura d’uomo e dell’uomo redento, è contributo effettivo al cammino del Regno. Nell’attesa di nuovi cieli e di nuova terra, il cristiano vive la sua presenza nel tempo come membro solidale di tutta l’umanità, nel suo sforzo di trasformazione del mondo: è questo infatti il mondo che verrà rigenerato in nuova umanità e in nuova terra. La responsabilità storica e sociale dei cristiani li pone a confronto con problemi sempre nuovi, sia in ordine al rapporto con gli altri che con le cose (cf CdA, pag. 424)”. (Cfr. Maranathà)

Il tema che quest’anno la nostra comunità con le stellette si è dato è: “Essere Chiesa – dare ragione della speranza che è in noi”. Il vangelo di oggi ci prende per mano, come dei lebbrosi, per aprirci il cuore, purificarci nello spirito, nei pensieri, nella mente.

Per le nostre comunità cristiane di militari e delle loro famiglie questo è essere Chiesa, capaci di vivere la vita dello spirto, l’amore per Dio e vivere la propria vocazione al servizio della pace con il cuore di Cristo. La guerra non è nella vita del militare, ma servire e difendere la pace anche con il deterrente della forza, una forza che diventa fortezza per lo spirito che li anima questa è la loro vita.

Anche domenica scorsa abbiamo affrontato questo tema e ancora lo sottolineo alla luce della Parola di Dio perché questa loro professionalità e sensibilità di allungare la mano, tenderla per aiutare e “purificare” il cuore di chi ha odio e dolore nella vita, per offrire speranza nuova, luce e coraggio per rialzarsi nella pace e per costruire la storia personale e del suo popolo nella giustizia e nella sicurezza è la loro vocazione di cristiani e militari. 

 

14.2.2021-VI-TO@unavoce