Uno sguardo alto


Con gli occhi di Cristo è la vera ripresa

Vorrei iniziare questo mio parlare con voi, partendo da un quadro di Salvador Dalì: Le tentazioni di sant’Antonio,”… Ma Antonio non si scoraggia e, nonostante la sua piccolezza, appare tutt’altro che inerme. Si aggrappa con fermezza e fiducia a una croce raccolta e raffazzonata al momento, spoglia e povera, dietro la quale non dimostra paura. È l’immagine di una fede vera e umile che per fronteggiare le minacce si rifugia nel gesto più elementare. Non grida alla battaglia, non si erge con spavalderia di fronte al pericolo e non predica rimproveri. Il pittore accentua poi la forza della fiducia umile in Cristo, spogliando il santo di ogni veste. In questo atto essenziale e tipico del cristianesimo dei primi secoli, l’artista spagnolo ritrova la speranza di guardare il futuro…”. (Cfr. alleanzacattolica)

Ho voluto iniziare con questo riferimento artistico, perché credo che il bello ci aiuti ad avere uno sguardo alto, spirituale, positivo, propositivo e creativo per Ripartire.

Di questi tempi, molte analisi, statistiche, studi, considerazioni, progetti ci sono su questo tema: Ripartire dopo la Pandemia, ripartire come economia, ripartire come politica, società … Chiesa, ripartire, rinnovarci, cambiare, avere uno sguardo differente, altruista, aperto, in dialogo… sono discorsi e considerazioni che leggiamo in tutti i settori e schieramenti della nostra società senza distinzione di ceto, di provenienza, di religione o etnie. Ripartire e se scorriamo le notizie, per il mondo, ci accorgiamo che insieme a tante notizie tristi, preoccupanti ce ne sono un fiume belle e generose, ingegnose e positive per ripartire, penso a proposte serie commerciali per far ripartire l’artigianato, a strutture lavorative attente dove la preoccupazione è il lavoro dei singoli dipendenti, penso a progetti verdi sul clima, dal nord al sud del mondo, da strutture laiche e religiose, singoli e privati, ognuno studia e pensa con una creatività direi geniale nel riprendere, nel progettare, nel sacrificare del proprio, magari, per offrire possibilità a tutti.

Questo atteggiamento, di scrollarsi di dosso l’idea di lamentarsi senza fare, ma solo pretendendo o giudicando, è un atteggiamento che ci farà ripartire con coraggio. Eliminiamo questo negativismo diffuso, paure e tensioni e ognuno nelle sue piccole o grandi possibilità, faccia ripartire la società in modo nuovo attraverso il rispetto delle regole, attenzione all’ambiente, sguardo verso tutti senza distinzione e basta con il razzismo e la stupidità di affermazioni senza senso e da ignoranti, anzi dire da deficienti dal latino “deficere”, mancare, mancano di conoscenza, si parla solo per far prendere aria ai denti. Ognuno di noi si deve rimettere in gioco, ciò che era non è, e ciò che è non sarà, quindi riprendiamo, anziani o giovani, adulti o ragazzi, ognuno deve fare la sua parte rispettando e avendo uno sguardo alto, positivo, creativo e non egoistico soprattutto. Aiutare concretamente chi ci è accanto, chi soffre di più per questa emergenza. Il bene e l’aiuto che seminiamo tornerà senza che ce accorgeremo. 

Recuperiamo le vecchie radici, le vecchie tradizioni, il vecchio non è passato, passa solo quello che non vogliamo ricordare.

“ … il mondo “dopo” ha bisogno di vecchie radici. Papa Francesco ne è certo e lo ripete a tutti: dalla pandemia si esce migliori o peggiori. La crisi globale chiede un ripensamento dei parametri della convivenza umana in chiave solidale … offrire un percorso che dalla fine della pandemia porti all’inizio di una nuova fraternità”. (cfr. Vaticannews

Questo è solo un esempio, ma provate, oggi, a fare lo sforzo navigando in internet a cercare progetti positivi per ripartire, vi accorgere che ce ne sono a tutti i livelli e da parte di persone semplici e grandi. Apriamo lo sguardo, rimettiamoci in gioco, rispettiamo, ovviamente, le regole che ci vengono date per la nostra sicurezza, ma pensiamo in grande, sempre, come persone, come gruppo, come umanità. Guardati attorno e vedrai un giardino splendido, guardati dentro e troverai il sole, guarda in alto e troverai il calore dell’amore che Dio che ci offre perché non ci abbandona, ma ci accompagna nella vita, non ci toglie “le castagne dal fuoco”, ma ci accompagna perché nessuno si perda. Non perdiamoci, non intristiamoci, ma aiutiamo chi è più distratto o preoccupato, chi più ripiegato su se stesso, per offrire una mano, una parola, un aiuto.

Alcuni settori del lavoro sono più a rischio, più in difficoltà per la ripresa, non lasciamo sole queste persone, non solo con l’aiuto economico, ma aiutiamole a non chiudere lo spirito, la speranza, il desiderio di riprendere dopo la tempesta, a resistere.

Ricominciamo dal prendere coscienza di chi siamo e dove andiamo. Il credente, il fedele, il cristiano, non piò dimenticare questo, prendere coscienza che Dio è al centro della vita, lo Spirito Santo la anima e il Figlio Gesù ci insegna la strada. Dobbiamo prendere coscienza della nostra fede e ripartire migliori, cambiati e con coraggio. Un po’ di umiltà non ci fa male, un po’ di carità in più, un po’ di coraggio nel mettersi in discussione ci aiuterà a costruire un mondo migliore e una vita dignitosa per tutti. Noi cristiani abbiamo il dovere di dare l’esempio, di iniziare. Il credente, l’aspetto spirituale dell’umanità, ha il dovere di aiutare chi si è disorientato e rischia di perdersi, per riportarlo a ricominciare con uno sguardo alto e impegnato, uscirne e riprendere in modo “migliore”.

@una voce