Il Tempo per gli altri
“In quanto apertura praticata in un muro, una porta significa la concreta possibilità di entrare e di uscire, e quindi anche l’altrettanto concreta realtà del poter dimorare in una casa o in una città. Per varcare la soglia di una porta, dobbiamo desiderare o aver bisogno di entrare; e dobbiamo sperare che dall’altra parte ci sia qualcuno che ci accoglie. La buona notizia del vangelo, come scrive un grande teologo, è che «Dio non è una fortezza rinchiusa che noi con le nostre macchine da guerra (ascesi, introspezione mistica, ecc.) dobbiamo espugnare, è invece una casa piena di porte aperte, attraverso le quali noi siamo invitati a entrare» (H. U. von Balthasar, Tu coroni l’anno con la tua grazia, Jaca Book, Milano 1990, 111). (Cfr.liberidipartire)
Non è una battuta e non è solo il titolo di un libro, ma è lo stile della vita o lo vorrebbe essere. Sono questi pensieri che mi portano a fermarmi con voi oggi.
Vi riporto la presentazione del volume, in questo rimando che segue e vi riporto il titolo del libro, per chiudere con poveri e pochi pensieri per suggerire a me e a voi come vivere la vita da uomini e da cristiani. Non è solo un atteggiamento, psicologio, o di cortesia, o di buone maniere delle persone e quindi anche di un credente, ma dovrebbe essere lo stile della vita dell’uomo e dell’umanità, cioè, la capacità di condividere, di sostenersi, di camminare insieme, tutti verso l’unico obiettivo che sia religioso o laico che è la pace e la felicità del le persone e del mondo. Questo atteggiamento, allora, diventa la prima carità, la prima attenzione. Ognuno, secondo la sua vocazione, il suo lavoro, il suo impegno, privato o pubblico, deve esserci con segni concreti. Una porta aperta è certamente il segno più eloquente di essere disponibili a questo cammino, a questo modo di vivere, a questo servizio collettivo.
“Il 19, il 23 e il 29 agosto 2013, nella Casa di Santa Marta, in Vaticano, padre Antonio Spadaro ha intervistato per oltre sei ore complessive Papa Francesco. Il 19 settembre il testo dell’intervista è stato diffuso in Italia da “La Civiltà Cattolica” e in tutto il mondo dalle altre riviste culturali dei gesuiti, suscitando un eccezionale interesse nei mezzi di comunicazione. Oggi questo libro offre l’intervista originale, arricchita da un contrappunto di aneddoti, gesti, espressioni che formano una sorta di “dietro le quinte”, e da un fitto tessuto di approfondimenti e rimandi in cui ciò che Jorge Mario Bergoglio ha detto e scritto da gesuita, da sacerdote e da Pontefice sviluppa e chiarisce tutti i temi toccati durante la conversazione. Padre Spadaro, gesuita, ha condiviso la stessa formazione di Jorge Mario Bergoglio: per questo riesce a illuminare in profondità il significato delle parole del Papa e a illustrare il ricco panorama culturale e umano che le ha ispirate. Così questo libro svela il “pensiero in movimento” di Papa Francesco, la sua formazione, la sua spiritualità, il suo rapporto con l’arte e la preghiera, e diventa la guida più efficace e più diretta per conoscere la visione di uno dei personaggi più carismatici del nostro tempo. “Ho bisogno di uscire per strada, di stare con la gente” dice Papa Francesco. E grazie a questa conversazione, ogni lettore avrà l’impressione di aver percorso con lui un pezzo di strada, e di aver ascoltato dalla sua viva voce parole piene di umanità, capaci di toccare il cuore” (Cfr. ibis)
Papa Francesco, “LA MIA PORTA È SEMPRE APERTA – Una conversazione con Antonio Spadaro“
Questo titolo ci rimanda alla intervista, appena citata, del Direttore de “La Civiltà Cattolica” al Papa, che è poi diventato un libro, al quale vi rimando per la lettura integrale, perché in queste parole vi è lo stile o ci dovrebbe essere lo stile, non solo di noi sacerdoti, ma di ogni cristiano, di ogni uomo, della vita stessa.
La porta aperta è un messaggio di accoglienza, di disponibilità, di apertura, di servizio. Ascoltare, essere disponibili, esserci, in definitiva è il primo impegno, è il primo servizio, è la prima carità e se è vero per un capo, per un prete, per un dirigente, per un genitore, lo è per ogni persona: lasciare la porta aperta, dedicare tempo agli altri.
Lo dedica o lo deve dedicare il genitore che nonostante gli impegni si ferma con i figli, con la famiglia, lo dedica o lo deve dedicare il sacerdote e così via, l’amico, il vicino, la capacità di esserci, di esserci magari senza grandi soluzioni, ma esserci per gli altri, sostenere ascoltare è la prima carità.
@unavoce
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