Il Sacramento della misericordia

 

L’intenzione di preghiera, che il Papa affida a tutta la Chiesa, per il mese di marzo è dedicata al sacramento della Riconciliazione. “L’invito è quello di riscoprire la forza di rinnovamento della Confessione. Non si tratta di comparire davanti a un giudice, ma di partecipare a un incontro con un Padre che sempre accoglie e perdona. “Preghiamo – sottolinea il Papa – perché Dio dia alla sua Chiesa sacerdoti misericordiosi e non torturatori”. (Cfr. Vaticannews) 

Colgo questa occasione per soffermarmi con voi su questo Sacramento e sull’importanza di esso nel nostro cammino personale e comunitario. “Quando vado a confessarmi è per guarirmi, per curarmi l’anima. Per uscire con più salute spirituale. Per passare dalla miseria alla misericordia. E al centro della Confessione ci sono non i peccati che diciamo, ma l’amore divino che riceviamo e di cui abbiamo sempre bisogno. Il centro della Confessione è Gesù che ci aspetta, ci ascolta e ci perdona. Ricordatelo: nel cuore di Dio ci siamo noi prima dei nostri errori. Preghiamo affinché viviamo il sacramento della Riconciliazione con una rinnovata profondità, per gustare l’infinita misericordia di Dio. E preghiamo perché Dio dia alla sua Chiesa sacerdoti misericordiosi e non torturatori”. (Cfr. Papa Francesco, Angelus 14 febbraio)

“Strettamente unito all’Eucaristia è il sacramento della Riconciliazione. E’ necessario ridare al ministero della confessione tutta quell’importanza che gli spetta. A questo ministero del perdono bisogna dare la priorità rispetto ad altre attività: perciò, ogni cappellano sia sempre disponibile per la celebrazione di questo Sacramento della misericordia divina e lui stesso vi acceda con una certa regolarità per favorire in sommo grado la necessaria conversione del cuore. Ricorra possibilmente allo stesso sacerdote, affinché sia resa possibile una direzione spirituale, necessaria in particolar modo ai cappellani militari. Per l’amministrazione del Sacramento il cappellano militare sia sempre e in tutto fedele alla dottrina della Chiesa e si attenga alle norme disciplinari emanate. Sia prudente e discreto nel porre le domande ricordando di essere giudice e medico, ministro della divina giustizia e misericordia. Consideri inoltre che in Dio la misericordia è quasi radice dell’amore divino, è la manifestazione più eccellente del suo stesso amore. Non neghi l’assoluzione quando richiesta dal penitente ben disposto ricordando che è proprio nel confessionale che si manifesta e si attua la misericordia di Dio”. (Cfr. Sinodo Ordinariato Militare). 

“Chi riconosce i propri peccati e li condanna – diceva sant’Agostino – è già d’accordo con Dio”. “Le opere buone – aggiungeva – cominciano col riconoscimento delle opere cattive”. La Riconciliazione porta l’uomo a ricevere il dono della misericordia del Padre. Nel catechismo della Chiesa cattolica si ricorda, in particolare, che questo sacramento dona al peccatore l’amore di Dio che riconcilia: “Lasciatevi riconciliare con Dio” (2 Cor 5,20). “Colui che vive dell’amore misericordioso di Dio, è pronto a rispondere all’invito del Signore: Va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello”. (Cfr. Vaticannews)

Ora con questa consapevolezza di chiesa e di vita, il tempo quaresimale è spiritualmente adatto a una revisione della nostra vita e per accostarci con maggior frutto a fare una verifica del cammino cristiano alla luce del vangelo. Prepariamoci ed educhiamoci, questa verifica non è sorpassata, i Sacramenti non superano il tempo e rimangono strumenti della Chiesa per avvicinarci a Dio, per vivere come Lui, per rialzarci ogni volta che cadiamo, è la mano tesa di Gesù nostro compagno di viaggio. Non è, quindi, solo una verifica personale, ma è il segno concreto del mio pentimento come persona e come appartenente a una comunità. Il peccato non è mai privato, ma sempre diventa comunitario. La Chiesa, attraverso di Lei, ci indirizza ad alzare lo sguardo e scorgere il volto di Cristo che mi accoglie. Approfitta di questa occasione per rileggiti il Catechismo della Chiesa Cattolica

“il peccato non è solamente una cosa “personale”, individuale, tra me e Dio. Il peccato ha sempre anche una dimensione sociale, orizzontale. Con il mio peccato personale, anche se forse nessuno lo sa, ho danneggiato anche la comunione della Chiesa, ho sporcato la comunione della Chiesa, ho sporcato l’umanità. E perciò questa dimensione sociale, orizzontale, del peccato esige che sia anche assolto a livello della comunità umana, della comunità della Chiesa, quasi corporalmente. Quindi, questa seconda dimensione del peccato che non è soltanto contro Dio ma concerne anche la comunità, esige il Sacramento, e il Sacramento è il grande dono nel quale posso, nella confessione, liberarmi da questa cosa e possa realmente ricevere il perdono anche nel senso di una piena riammissione nella comunità della Chiesa viva, del Corpo di Cristo.  [Benedetto XVI, Risposte alle domande dei Detenuti di Rebibbia, 18 dicembre 2011]

Con queste considerazioni avvicinati al Sacramento della Riconcliazione, prepara il tuo cuore per la tua confessione, il sacerdote, al di la dei suoi limiti personali, nel e attraverso il Sacramento è “colui che riesce a spalancare le porte del cielo ai fedeli” (Cfr. L’Osservatore Romano

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