La Pace da custodire

 

Nel film “L’Ora più buia”, sull’attività del primo ministro Britannico Winston Churchill nella seconda guerra mondiale, una scena tra le tante, mi ha colpito, quando scende in metropolitana per andare alle Camere perché decide si sentire lo stato d’animo del popolo per scegliere e decidere su una linea di condotta complicata da adottare: se avviare o meno una trattativa di resa con Hitler.

La storia, alla fine gli da ragione, perché Hitler non avrebbe mai rispettato il trattato, ma con il senno di poi è facile giudicare e dare consigli e leggere i fatti.

Noi siamo per il dialogo, per un confronto, per la diplomazia, per trovare sempre la strada più indolore e pacifica, per salvare la libertà e i diritti di tutti, ma talvolta, ed è quello che i perbenisti non capiscono, queste possibilità falliscono e vengono meno, nonostante gli sforzi e l’impegno di molti ed è difficile decidere quale sia il bene superiore.

Questo non significa che non dobbiamo lavorare in questa direzione e che non si debba provarci a tutti i livelli, ma si deve avere anche il coraggio di rischiare per non perdere onore e rispetto e soprattutto il bene delle persone.

Il Vangelo ci ricorda e ci insegna di porgere l’altra guancia e anche di non giudicare nessuno e pure di non essere ipocriti … e così via, ma anche un coraggio unico e determinato per non eliminare da noi i valori in cui crediamo e che per questa nostra salvezza Dio è sempre stato accanto al suo popolo, Lui il Signore Gesù è salito sulla croce, per darci la vita eterna e per salvarci vuole il nostro impegno, il nostro lavoro, il nostro cuore.

Non è forse così che come cristiani dobbiamo vivere nella società, compromessi e dialogo, confronto e diplomazia stanno alla base di ogni rapporto tra gli umani, ma anche i valori non possiamo svenderli e rinunciarvi perché si pena che siano fuori moda, superati o perché qualcuno grida più forte degli altri o hai mezzi per ammagliare il mondo.

Qual’é il valore vero? La persona amata da Dio e che ama Dio e che tutti dobbiamo rispettare senza pregiudizi e condizioni, questo è il Valore, la vita, il mondo il resto sono strumenti per passare su questa terra e si spera senza fare danni, nonostante la nostra natura che è complicata.

La Pace è indispensabile per tutti e per viverla bisogna lavorare con impegno, ognuno al suo livello, perché i lupi non entrino nel gregge e lo disperdano.

Ora, per arrivare alla scena con cui ho aperto queste mie semplici e imperfette riflessioni, partono dalla citazione che lo statista fa e che mi ha colpito, oltre che per la matrice classica per il coinvolgimento e la passione che emerge. La frase che sommessamente cita dopo aver sentito il popolo Britannico deciso a non lasciarsi rubare la libertà e la dignità della vita e della loro terra è di  Publio Orazio Coclite un eroe mitico romano del VI secolo a.C. che difese da solo il ponte che conduceva a Roma contro gli Etruschi.

Si narra che nel 508 a.C. Orazio Coclite riuscì ad arrestare l’avanzata degli Etruschi mentre i compagni demolivano il pons Sublicius per impedire che i nemici passassero per il Tevere.

Quando rimase da abbattere soltanto una piccola parte del ponte, Orazio ordinò loro di mettersi in salvo, rimanendo a combattere da solo. Al termine della demolizione si gettò nel Tevere con tutta l’armatura e qui, secondo Polibio, affogò. Secondo Tito Livio, invece, riuscì ad attraversare il fiume nuotando e a rientrare in quella città a cui aveva evitato, con il suo eroico gesto, un infausto destino. Il popolo di Roma gli dimostrò la sua gratitudine dedicandogli una statua e donandogli un appezzamento di terreno pari a quanto ne poteva arare in un intero giorno.

Lo scrittore inglese Thomas Babington Macaulay nel suo “Canti di Roma antica” al canto XXVII fa parlare Orazio Coclite mentre scende in battaglia con queste parole:

«Allora così parlò l’invitto capitano Orazio,
Della porta custode:
«A morte ogni uomo su questa terra è sacro;
e presto o tardi ella giunge: e allora come
Un uomo può meglio morire, che affrontando
impavido rischi fatali
Per le ceneri dei padri, e per i templi
degli Dei immortali» 

Forse mi direte cosa c’entra questo discorso laico e pagano con la mia introduzione cristiana e di fede, credo che la nobiltà e il valore di Orazio ci ricorda che tutti dobbiamo aver onore, passione e non dimenticare il bene superiore e comune per ciò che facciamo, per ciò in cui crediamo e se non ci è chiesto di abbattere ponti, ma, semmai, di costruirli, ci vuole la stessa determinazione e lo stesso coraggio perché Dio ci chiederà conto del fratello che è accanto a noi.

Costruiamo i ponti con la stessa determinazione, Preghiamo per la Pace, lavoriamo per la pace, serviamo la pace e rispettiamo chi la difende e la serve, qualsiasi ruolo abbia, solo così potremo salutare un mondo nuovo, il regno di Dio, la vita in pace.

 @unavoce

Foto di Copertina: Arco della Pace

Una foto che racchiude la storia, l’impegno e il desiderio di sempre della Pace per tutti, che possa ricordarci questo bene prezioso che ci è chiesto di custodire e proteggere.

L’Arco della Pace (Arch del Sempion in lingua lombarda) è un arco trionfale di Milano situato all’inizio di corso Sempione. Poi dedicato alla pace tra le nazioni europee raggiunta nel 1815 con il congresso di Vienna, la prima pietra fu posta nel 1807; i lavori vennero poi sospesi con la caduta di Napoleone (1814) e ripresi nel 1826 sotto gli austriaci; fu inaugurato il 10 settembre 1838 con una fastosa cerimonia presieduta dall’appena incoronato imperatore Ferdinando I d’Austria. Ebbe la sua definitiva consacrazione nel 1859 con l’ingresso in Milano di Napoleone III e di Vittorio Emanuele II dopo la vittoria di Magenta. L’Arco della Pace rappresenta uno dei maggiori monumenti neoclassici di Milano. (Cfr. Wikipedia)