Il Sinodo

 

La Chiesa, Universale e le chiese particolari attraverso Sinodi e Concili, riunioni e conferenze, sempre nella storia si è interrogata e rinnovata guardando dal di dentro per adattare l’annuncio al mondo, non un adattamento che svilisca il messaggio, ma con linguaggi e i modi adatti al popolo di quel momento storico.

Anche la nostra Chiesa particolare e personale dell’Ordinariato Militare ha vissuto al suo interno nel 1996 questa esperienza di Sinodalità, con la celebrazione del 1° Sinodo della Chiesa Militare. Un’esperienza unica e ricca di opportunità che ha rinnovato la nostra presenza e il nostro servizio tra il popolo di Dio con le stellette.

“I cappellani militari, insieme al loro Vescovo, sono da quattro giorni riuniti in preghiera qui ad Assisi, per chiedere a Dio la Grazia di una novità di vita, indispensabile per meglio servire il mondo militare.  Qui, sul glorioso sepolcro di san Francesco, con noi è simbolicamente presente tutta la nostra Chiesa: dal signor Presidente della Repubblica, Capo supremo delle Forze Armate, fino ai giovani militari di leva che rimarranno in questa nostra Chiesa solo per pochi mesi.
Il Signore Gesù ha descritto la vita dell’uomo come una lotta e ci ha comandato: “Andate in tutto il mondo, …e annunciate il mio Vangelo”. Per realizzare questa missione la Chiesa militare vuol prendere coscienza della propria identità e della grande responsabilità derivante dalla sua presenza nel mondo militare. Una presenza piena di interrogativi e, a volte, fonte di contraddizioni e di interiori conflitti dovuti al fatto che non si può essere né militari a metà, né cristiani a metà: si deve fedeltà alla legge di Dio e alla legge degli uomini; si deve coniugare il primato della carità con la coerenza col proprio dovere; vi deve essere un’interiore disposizione al perdono unita alla necessità di applicare la giustizia.  La nostra presenza in questa realtà trova senso perché la vita militare costituisce un vero servizio all’uomo: difesa della Patria, salvaguardia della pacifica convivenza dei cittadini, tutela dell’ordine pubblico, fedele collaborazione con gli Organi dello Stato, educazione dei giovani al senso del dovere e alla disciplina della vita. A questi, che sono i compiti fondamentali di ogni Istituzione militare, si aggiungono oggi quelli non meno impegnativi della protezione civile e della tutela della pace internazionale.  Questo servizio all’uomo può raggiungere i vertici più alti della vita cristiana: “…dare la vita per i propri amici”. Certamente, per la nostra Chiesa militare è un grande privilegio sapere che i più grandi dei suoi figli sono tutti degli eroi e che alcuni di essi sono anche Santi. Pertanto, l’impegno che la nostra Chiesa si assume, è che i suoi membri diventino veri soldati e veri cristiani. Desideriamo che la luce di Cristo, splendente nel volto della nostra Chiesa, illumini tutti gli uomini impegnati nell’annuncio del Vangelo ad ogni creatura”. 
(Cfr. Mons. Mani, Assisis 25 ottobre 1996)

Sono un ricordo, per prepararci a vivere questo nuovo Sinodo Mondiale e partecipare con quella consapevolezza a cui il Papa ci richiama.

“Anche se il primo Sinodo dei vescovi “moderno”, come lo conosciamo oggi, si è svolto nel 1967, esso è, come dice Papa Francesco, “nuovo nella sua istituzione ma antichissimo nella sua ispirazione”. “Nuovo nella sua istituzione ma antichissimo nella sua ispirazione”. Così Papa Francesco ha descritto il Sinodo dei Vescovi nella EPISCOPALIS COMMUNIO, pubblicata il 15 settembre 2018, solo poche settimane prima del Sinodo sui giovani, la fede e il discernimento vocazionale. (Cfr. Vaticannews)

Oggi il Papa ci invita a prepararci al  prossimo Sinodo che attraverso un cambiamento strutturale del sistema di riflessione, partendo da una consultazione dal basso per poi diventare del continente  e infine universale, ci impegna tutti a tutti i livelli ad avere uno sguardo mondiale delle situazioni della terra e affrontarle secondo il Vangelo e la tradizione della Chiesa, per compiere un cammino in ascolto gli uni degli altri, così ha sottolineato il Pontefice, con un coinvolgimento anche della altre chiese con altre tradizioni.

“«L’uno in ascolto degli altri; e tutti in ascolto dello Spirito Santo». Per rendere concreta e visibile quella sinodalità auspicata da Francesco sin da inizio pontificato, il prossimo Sinodo dei vescovi sul tema “Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione” non si celebrerà solo in Vaticano, ma in ciascuna Chiesa particolare dei cinque continenti, seguendo un itinerario triennale articolato in tre fasi, fatto da ascolto, discernimento, consultazione. Laici, sacerdoti, missionari, consacrati, vescovi, cardinali, prima ancora di discutere, riflettere e interrogarsi sulla sinodalità nell’assemblea dell’ottobre 2023 in Vaticano (inizialmente prevista per l’ottobre 2022), si troveranno quindi a viverla in prima persona. Ognuno nella sua diocesi, ognuno con il suo ruolo, con le sue istanze”. (Cfr. Vaticannews

“Tutti possano far sentire la loro voce, il processo decisionale nella Chiesa inizia sempre dall’ascolto, perché solo così possiamo comprendere come e dove lo Spirito vuole condurre la Chiesa”. (Cfr. Vaticannews)

Vi incito pertanto a partecipare alle iniziative che le singole chiese proporranno, attraverso le parrocchie  i vostri Pastori. Possa questa unità di pensiero e di confronto testimoniare al mondo che il dialogo, il confronto pur nella diversità può portare al bene comune di tutti e di ciascuno.

@unavoce

 

Foto di Copertina:  Celebrazione dell’Inizio del Sinodo della Chiesa Ordinariato Militare