è un dono per cui ringraziare”

 “Ogni compimento parte da una memoria, radice preziosa che mai dovrebbe andare smarrita. Il nostro sacerdozio non deve smettere di aggrapparsi a questa radice, di credere nella sua robustezza, nella sua potenzialità di aiutare l’albero a non inaridirsi, a non intristire, se rimane distesa verso i corsi d’acqua e si abbevera alla sorgente della Parola di Dio. Rinnovare le promesse del sacerdozio significa essere disposti a lasciarsi rinnovare dal ricordo di una Parola, Presenza che irrora la nostra terra, altrimenti destinata alla tristezza del non senso e alla sgretolante mondanità”. (Cfr. Mons. Marcianò)

 

In questi ultimi tempi due novelli sacerdoti sono stati consacrati dal nostro Arcivescovo per la Chiesa Ordinariato Militare e ogni giorno qualcuno del nostro presbiterio ricorda la sua ordinazione sacerdotale. Vorrei offrire come meditazione sul Sacerdozio, oltre chiedere la preghiera di tutti per i sacerdoti, l’omelia che Mons. Santo Marcianò, nostro Ordinario Militare, che ha tenuto nella scorsa celebrazione della Messa Crismale.

Possano le sue parole offrire a noi sacerdoti e a tutti lo spunto per proseguire sempre con lo sguardo rivolto a Dio il nostro servizio e la nostra vita a completa dedizione Sua e della Sua Santa Chiesa e per tutti alimentare l’amore per i sacerdoti.

“Cari confratelli nel sacerdozio, cari fratelli e sorelle, «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». Sono le parole di Gesù nella Sinagoga di Nazareth (Lc 4,16-21), parole che Egli ripete qui, in mezzo a noi. Parole riferite all’«oggi» e a un «oggi» che è epifania di compimento. Celebriamo la Solenne Messa Crismale; siamo pochi “in presenza”, come ormai si usa dire; e forse non erano tanti neppure coloro che, quel giorno, ascoltavano da Gesù parole che avrebbero poi raggiunto il mondo. Qui c’è la parte “visibile” del nostro presbiterio, dei tanti confratelli uniti da quei mezzi di comunicazione che favoriscono la vicinanza, particolarmente in tempo di pandemia. Siete collegati da tutta Italia, dalle missioni estere per la pace, dalle navi, assieme a tanti militari. Saluto tutti con infinito affetto, con riconoscenza per quanto fate e siete nel vostro prezioso ministero. E questo noi desideriamo insieme celebrare: il grande dono del sacerdozio, cogliendone, «oggi», l’epifania di compimento. È un «oggi» complesso, per la storia dell’umanità e perché, ve lo scrivevo nel Messaggio di Quaresima, «per certi versi, la pandemia ci ha raggiunto in un momento storico in cui la figura stessa del sacerdote viveva un momento di crisi. La ferita degli scandali e degli abusi, in particolare, ha toccato al cuore la Chiesa, con una virulenza, direi, maggiore del Covid 19. Se è dunque vero che, da questa crisi, verrà certamente fuori un mondo nuovo, è vero che anche la figura del sacerdote uscirà inevitabilmente rinnovata dalle diverse crisi che l’hanno toccata». Nel rinnovare le nostre promesse sacerdotali, apriamo il cuore a tale rinnovamento, consapevoli, assieme alla difficoltà, di poter contare su tante quotidiane grazie che il Signore elargisce, nella Sua fedeltà. Tra tutte, non posso non evidenziarne una che parla con particolare forza al nostro cuore di pastori: questo anno così drammatico, per volere di Papa Francesco, è dedicato a San Giuseppe, colui che, «con cuore di padre», ha amato Gesù e ci insegna ad amare così il Signore e i fratelli. Le norme sanitarie impediscono alcune iniziative, ma ciascuno potrà dare il giusto risalto a questo evento di Chiesa. Noi vogliamo lasciarci aiutare da Giuseppe a rinnovare oggi le promesse sacerdotali, contemplando alcuni suoi “volti” attraverso le parole del Papa”. (Cfr. Omelia Messa Crismale)

 

Foto di Copertina: Messa Crismale Ordinariato Militare