I Cuori Sacri di Gesù e Maria

 

“Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero”. (Mt 11, 28-30)

 

Il Cuore di Gesù è fornace ardente di amore che vuole incontrare la nostra fede. La fede conosce in quanto è legata all’amore. La comprensione della fede è quella che nasce quando riceviamo il grande amore di Dio che ci trasforma interiormente e ci dona occhi nuovi per vedere la realtà.  (Cfr. Enciclica “Lumen Fidei”, n 26 di Papa Francesco)

La solennità del Sacro Cuore di Gesù con la Giornata della Santificazione Sacerdotale e il giorno dopo la memoria del Cuore Immacolato di Maria, ci porta a fermarci a riflettere su queste due liturgie.

Questa solennità ha una data mobile e viene celebrata il venerdì dopo il Corpus Domini; il sabato che segue è dedicato al Cuore Immacolato di Maria. Fu la mistica francese santa Margherita Maria Alacoque la messaggera del culto che nel 1856 papa Pio IX estese a tutta la Chiesa cattolica.

Simbolo dell’amore del Salvatore per noi: “non aver timore di avvicinarci a Colui che sempre perdona ed ha amore misericordioso davanti alla nostre ferite e ai nostri errori” e la memoria del “Cuore della Beata Vergine circondato da una corona di fiori, emblema di purezza, e trafitto da una spada che simboleggia il dolore provato dalla Madre per la morte del Figlio”, guidano la nostra preghiera perché aumenti la nostra fede.

“Tracce della devozione al Sacro Cuore di Gesù si trovano già nel Medioevo, nel pensiero di alcune mistiche tedesche come Matilde di Magdeburgo, Matilde di Hackeborn e Gertrude di Helfta e del Beato domenicano Enrico Suso. Grande fioritura, però, questo culto ce l’ha solo nel quindicesimo secolo ad opera di S. Margherita Alacoque e di S. Giovanni Eudes, il primo cui il vescovo di Rennes concede di celebrare una festività in onore del Cuore di Gesù all’interno della sua comunità nel 1672. Nel 1765 Clemente XIII accorda alla Polonia e all’Arciconfraternita Romana del Sacro Cuore la solennità del Sacro Cuore di Gesù ed è proprio in questo secolo che si sviluppa un acceso dibattito. La Congregazione dei riti, infatti, afferma, che oggetto di questo culto è il cuore di carne di Gesù, simbolo del Suo amore, ma i giansenisti interpretano questo come un atto di idolatria. È solo nel 1856 con Pio IX che la solennità viene estesa alla Chiesa universale e inserita nel calendario liturgico”. (Cfr. Vaticannews)

“Il giorno dopo la solennità del Sacro Cuore di Gesù, la Chiesa celebra la memoria liturgica del Cuore Immacolato di Maria. La festa è stata istituita nel 1944, ma il culto è legato alle origini del cristianesimo. “Maria da parte sua – si legge nel Vangelo di San Luca – serbava tutte queste cose meditandole nel suo Cuore”. Al Cuore di Maria sono legati riflessioni e scritti di Pontefici, santi e dottori della Chiesa. Per San Gregorio Taumaturgo il Cuore della Beata Vergine è il “vaso di tutti i misteri”. Sant’Agostino scrive che Maria, “concependo Cristo prima nel Cuore che nel suo grembo”, credette e in Lei “quel che credette si avverò”. Nel Medioevo la preghiera “Stabat Mater”, sequenza liturgica in onore della Madonna attribuita a Iacopone da Todi, è una meditazione sulle sofferenze di Maria durante la Passione di Cristo e sulla congiunzione dei due Cuori redentori. “La Madre e il Figlio – scrive il monaco Arnaldo di Bonavalle vissuto nella prima metà del 12.mo secolo – offrivano a Dio lo stesso sacrificio, ella col sangue del suo Cuore, egli col sangue del suo corpo”. (Cfr. Vaticannews)

Lasciamoci avvolgere dall’amore di Dio e saremo capaci di amare, lasciamoci guidare dalla compassione e sapremo servire, lasciamoci guidare dal sacrificio e sapremo essere voce di chi non ha voce e portatori e difensori della Pace che tutti aneliamo. Difenderla, proteggerla, costruirla giorno per giorno nel cuore per portarla al mondo. Impariamo dal Cuore di Gesù e Maria ad essere amorevoli e pazienti, laboriosi e fedeli e il Signore attraverso la sua Mamma ci donerà amore e Pace.

Vorrei chiudere con una citazione dall’enciclica di Papa Pio XII “Haurietis Aquas”, certo che ci possa offrire un spinta nuova anche se lontana nel tempo a vivere la devozione come vera fede e impegno concreto di amore cristiano.

“Quando sentiamo l’espressione “Sacro Cuore”, dobbiamo ammettere che ci viene subito in mente quel Gesù che da bambini abbiamo tutti visto a casa delle nostre nonne: visino tondo, quasi femmineo con quella barbetta appena accennata, boccoli biondi, e un’aria leziosa nell’offrirci il suo cuore come ci offrisse un bon-bon. L’oleografia è da sempre la morte dell’agiografia, e si capisce perché un locus teologico così importante come quello del Sacro Cuore si sia ridotto a comparire in libretti di preghiere o invocazioni di apocalittici dispiaciuti del presente. Già Pio XII nell’enciclica Haurietis Aquas aveva ammonito circa queste derive, che non hanno nulla a che fare con l’effettivo culto del S. Cuore: “Taluni, infatti, confondendo o equiparando l’indole primaria di questo culto con le varie forme di devozione che la Chiesa approva e favorisce, ma non prescrive, lo stimano quasi come alcunché di superfluo, che ciascuno può praticare o no a suo arbitrio; altri, poi, stimano che questo stesso culto sia oneroso e di nessuno o ben modesto vantaggio specialmente per i militanti del Regno di Dio, preoccupati soprattutto di consacrare il meglio delle loro energie spirituali, dei loro mezzi e del loro tempo alla difesa e alla propaganda della verità cattolica, alla diffusione della dottrina sociale cristiana e all’incremento di quelle pratiche e opere di religione, che giudicano molto più necessarie per i tempi nostri; vi sono inoltre alcuni, i quali anziché riconoscere in questo culto un mezzo efficacissimo per l’opera di rinnovamento e di progresso dei costumi cristiani, sia degli individui che delle famiglie, vi vedono una forma di devozione pervasa piuttosto di sentimento che di nobili pensieri ed affetti, e perciò più confacente al femmineo sesso che alle persone colte”. (cfr. Sir)

Infine, la foto scelta raccoglie l’amore, la compassione, la misericordia, il “sangue caldo” che i nostri uomini e donne con le stellette mettono nel loro servizio, diventando immagine di quel Cuore che è rifugio sicuro, fuoco ardente e che porta pace, fede e speranza.

@unavoce

 

Foto di Copertina: Libano Missione militari Italiani, progetto terapie per bambini con disabilità