In margine alla Settimana Liturgica Nazionale 

 

L’occasione della Settimana Liturgica Nazionale, le parole del Papa e la prima lectio al convegno ci offrono lo spunto per riflettere sull’importanza della Liturgia e in particolare quella Eucaristica nella vita del cristiano della comunità parrocchiale nella Chiesa.

Anche le nostre comunità con le stellette non si differenziano dalle altre per difficoltà e opportunità e l’esperienza dell’emergenza sanitaria come dice il Pontefice ha offerto creatività nell’essere vicini a tutti nel distanziamento e l’importanza di essa nella vita di ogni giorno.

Parto citando le parole del nostro Sinodo della Chiesa Ordinariato Militare al capitolo sulla Liturgia per introdurre l’impegno a costruire le comunità attorno al Santo Sacrificio anche in questo tempo di pandemia dove attraverso i mezzi dio comunicazione si è arrivati a tutti per quanto difficile il momento e non ideale la soluzione è risultata uno strumento aggregante di continuità, un filo conduttore che ha tenuto unita la comunità e dalla quale si è ripartiti per riprendere il cammino.

“Ogni cappellano si impegnerà quindi a promuovere la partecipazione dei fedeli alla Messa quotidiana senza mai dimenticare, anche in situazioni particolari, che la Celebrazione Eucaristica ha per se stessa natura pubblica e sociale. L’attuale periodo di ristrutturazione della vita militare comporta non pochi problemi per la celebrazione dell’Eucaristia domenicale nelle caserme a causa della forte riduzione del personale presente nei giorni festivi. Sempre affermata e fatta salva la necessità di soddisfare il precetto festivo, vissuto come appuntamento di rinnovata fedeltà a Dio, si studino, caso per caso, soluzioni pastorali da adottare perché non manchi all’ambiente militare l’abbondanza di grazie della celebrazione domenicale. Dove vi è ampia partecipazione da parte del popolo residente in ambienti e in villaggi militari, si celebri con solennità l’Eucaristia, si incentri su di essa tutta la vita pastorale ed essa segni l’incontro fondamentale della comunità. La storia della nostra Chiesa Ordinariato Militare ha pagine bellissime scritte da cappellani militari che in guerra hanno celebrato l’Eucaristia anche nelle condizioni più difficili, traendo da essa la forza per continuare questo servizio ai fratelli, con grave rischio della propria vita. Molti sono i modi di celebrare l’Eucaristia nella nostra Chiesa Ordinariato Militare: in forma solenne nelle grandi cerimonie commemorative dello Stato o delle Forze Armate; con grande partecipazione di popolo per eventi particolari quali convegni e funerali; con la comunità presente in caserma utilizzando la cappella destinata al culto o ampi locali come palestre, cinema o all’aperto o, addirittura, in una cabina sulle navi o sotto una tenda. Il cappellano ricordi prima di tutto che la Celebrazione Eucaristica è quanto di più importante può fare per il suo popolo e lì è spiritualmente presente tutta la Chiesa che da quella celebrazione attinge forza per la sua testimonianza”. (cfr. Sinodo O.M. La Liturgia)

“il Papa si dice grato a Dio per il fatto che la Settimana possa finalmente svolgersi dopo “il triste momento dello scorso anno”, quando era stata rimandata a causa della pandemia. Un rimando utile, tuttavia, a trovare nuovi spunti per il tema scelto – “Dove sono due o tre riuniti nel mio nome. Comunità, liturgie e territori” – e anche per “approfondire aspetti e situazioni del celebrare, così messi a dura prova dal sopraggiungere della diffusione del Covid-19 e delle necessarie limitazioni per contenerla”. Secondo il Papa, la sospensione delle funzioni religiose durante lo scorso anno, seppur sia stata una “triste esperienza”, ha fatto “risaltare la bontà del cammino compiuto a partire dal Concilio Vaticano II”, sulla via tracciata dalla Sacrosanctum Concilium. Il tempo di privazione ha consentito infatti di “avvertire l’importanza della divina liturgia per la vita dei cristiani”…”. (cfr. Vaticannews)

“Il periodo di rinascita che si apre davanti a noi ha bisogno proprio di ripartire da questo centro”, afferma il presule, ribadendo anche la necessità di “essenzializzare la liturgia”, azione utile a ridare ad essa “slancio e vitalità”. Guardando all’invito di Papa Francesco che, nel messaggio, ha esortato i partecipanti alla Settimana di Cremona ad elaborare nuove “azioni di pastorale liturgica” da proporre alle parrocchie, monsignor Brambilla sottolinea che il primo passo è che quello di “creare tempo e spazio in modo tale che la gente venga alle celebrazioni della domenica a rigenerarsi. Lo senta, cioè, come un appuntamento importante capace di rilanciare la vita cristiana. Il culto rituale, la liturgia, è la verità della vita cristiana vissuta nella carità. Una vita senza rito è una vita desolata… – afferma il vescovo -. Il rito appartiene a tutte le religioni, perché il rito è il luogo della gratuità e senza gratuità non si può vivere. Noi non possiamo solo funzionare, dobbiamo esistere come persone che si lasciano animare dal dono dello Spirito”. (cfr. Vaticannews)

Per realizzare l’opera della nostra salvezza Cristo è sempre presente nella sua Chiesa e in modo speciale nelle azioni liturgiche. E’ presente nel Sacrificio della Messa sia nella persona del ministro, sia soprattutto sotto le Specie Eucaristiche”: anche dopo la celebrazione della Messa è proprio lui, veramente, realmente, sostanzialmente presente sotto quelle Sacre Specie. Con la sua virtù è presente negli altri sacramenti di modo che, quando si battezza, è Cristo stesso che battezza; è lui che perdona nel sacramento della Riconciliazione; è lui che con la Confermazione dona lo Spirito Santo e conferma nella fede; è lui che con il sacramento dell’Ordine Sacro configura alcuni a se stesso, Capo e Mediatore tra Dio e gli uomini; è lui che crea nuove famiglie col sacramento del Matrimonio; è lui che con il sacramento dell’Unzione degli infermi unisce il malato e il moribondo a sé, sofferente e morente. E’ lui che parla quando nella Chiesa si legge la Scrittura; è ancora lui presente quando due o tre lodano e pregano riuniti nel suo nome16.In quest’opera Gesù associa sempre a sé la Chiesa, sua sposa, che prega il suo Signore e insieme a lui, nella presenza dello Spirito Santo, rende il culto al Padre. Per questo ogni celebrazione liturgica, in quanto opera di Cristo e della sua Chiesa, è l’azione sacra per eccellenza e nessun’altra azione della Chiesa ne uguaglia l’efficacia. Infatti, “la liturgia è il culmine verso cui tende l’azione della Chiesa e insieme, la fonte da cui promana tutta la sua virtù. Il lavoro apostolico infatti, è ordinato a che tutti, diventati figli di Dio mediante la fede e il Battesimo, si riuniscano in assemblea, lodino Dio nella Chiesa e prendano parte al Sacrificio e alla Mensa del Signore”. (cfr. Sinodo O.M. – La Liturgia)

Da queste certezze di fede e di attuazione nella Chiesa della celebrazione, il nostro momento centrale da cui parte ogni attività e a cui arriva ogni persona, ognuno con la sua storia e le sue doti, trova forza rigenerante per compiere il cammino che il Signore indica ogni giorno attraverso la Sua Parola vissuta prima di tutto nella celebrazione Eucaristica, un dono e un sacrificio, un ringraziamento e una missione per il cristiano, per il mondo: donarsi come Cristo si è donato per noi

@unavoce

 

Foto di copertina: Celebrazione Eucaristica nella nostra comunità – Giovedì Santo (foto Archivio 2019)