Assistenza Spirituale per cambiare rotta

“Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo” (Mahatma Gandhi)

“Tra vent’anni sarete più delusi per le cose che non avete fatto che per quelle che avete fatto. Quindi mollate le cime. Allontanatevi dal porto sicuro. Esplorate. Sognate. Scoprite” (Mark Twain)

In un mondo e una società che in essa vive e mai come in questo tempo s’interroga, cerca risposte e soluzioni ai mille problemi di attualità. In questo tempo storico le attenzioni sono sulla Pandemia, il clima, l’ambiente, la pace, l’immigrazione, argomenti urgenti, anche se sono stati sempre affrontati, ma ora, più che mai diventano urgenti. Non c’è più tempo di pensare, ora è il momento di agire e da più parti ci vengono sollecitazioni e indicazioni se non soluzioni perché ogni uomo sia attento, sensibile, operoso in questa ottica.

“Custodire la nostra casa comune, preservarla dalle azioni scellerate, magari ispirate da una politica, un’economia, e una formazione legate al risultato immediato, a vantaggio di pochi”. (cfr. Vaticanews)

Le parole del papa che sopra vi ho citato e alle quali vi rimando, ci devono spronare a non dimenticare che c’è l’uomo e deve esserci l’umanità al centro e ogni altro interesse dove passare in secondo piano, ecco pertanto che oggi vi ripropongo un intervento di Papa Francesco, riportato dal quotidiano cattolico “Avvenire”, al quale vi rimando, per educarci tutti a questa sensibilità.

E’ il tempo di guardare con occhi differenti, di agire in modo diverso, di iniziare a costruire soluzioni nuove per un mondo nuovo.

Le religioni, come la politica, l’economia, la cultura, devono aiutarci a costruire una nuova mentalità. Ognuno al suo livello con le proprie caratteristiche e doti deve contribuire a cambiare rotta.

“Dobbiamo sempre impegnarci a costruire ponti che uniscono e non muri che separano; dobbiamo sempre aiutare a cercare uno spiraglio per la mediazione e la riconciliazione; non dobbiamo mai cedere alla tentazione di considerare l’altro solamente come un nemico da distruggere.

 …. la vostra missione di accompagnamento spirituale dei membri delle forze armate e delle loro famiglie possa contribuire a prevenire le violazioni del diritto umanitario, allo scopo di ridurre il dolore e le sofferenze che la guerra sempre provoca, in chi la subisce, certo, ma anche in chi la combatte. La guerra, infatti, sfigura i legami tra fratelli, tra nazioni; sfigura anche coloro che sono testimoni di tali atrocità. Molti militari rientrano dopo le operazioni di guerra o dalle missioni per il ristabilimento della pace con vere e proprie ferite interiori. La guerra può lasciare in loro un segno indelebile. La guerra, in realtà, lascia sempre un segno indelebile. Ho sentito in questo tempo i racconti di tanti vescovi, che ricevono in diocesi i soldati che sono partiti per fare la guerra: come tornano, con queste ferite. È dunque necessario interrogarsi sulle modalità adeguate per curare le ferite spirituali dei militari che, avendo vissuto l’esperienza della guerra, hanno assistito a crimini atroci. Queste persone e le loro famiglie richiedono un’attenzione pastorale specifica, una sollecitudine che faccia sentire loro la vicinanza materna della Chiesa. Il ruolo del cappellano militare è quello di accompagnarli e sostenerli nel loro cammino, essendo per tutti presenza consolante e fraterna. Voi potete versare sulle ferite di queste persone il balsamo della Parola di Dio che lenisce i dolori e infonde speranza; e potete offrire loro la grazia dell’Eucaristia e della Riconciliazione, che nutre e rigenera l’anima afflitta…”. (cfr. Avvenire)

“Se vuoi costruire una barca, non radunare uomini per tagliare legna, dividere i compiti e impartire ordini, ma insegna loro la nostalgia per il mare vasto e infinito”. (Antoine de Saint-Exupéry).

Ho scelto come immagine di copertina, il bellissimo “Vespucci”, la nave ci ricorda la Chiesa, il mondo e il mare la vita pertanto l’impegno a cambiare rotta diventa più suggestivo, alimenta la fantasia e ci offre spunti concreti per agire.

@unavoce

 

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