non muri

 

“Noi adesso non ci metteremo a gridare contro qualcuno, non ci metteremo a litigare, non vogliamo distruggere. Noi non vogliamo vincere l’odio con più odio, vincere la violenza con più violenza, vincere il terrore con più terrore. E la nostra risposta a questo mondo in guerra ha un nome: si chiama fraternità, si chiama fratellanza, si chiama comunione, si chiama famiglia … Festeggiamo il fatto che veniamo da culture diverse e ci uniamo per pregare. La nostra migliore parola, il nostro miglior discorso sia unirci in preghiera”. (cfr. Papa Francesco veglia di preghiera XXXI Giornata mondiale della gioventù di Cracovia)

Grande interrogativo che la nostra società cerca di affrontare. In questi giorni due eventi ci parlano quasi contrastandosi anche se alla fine credo che potrebbero completarsi e aprirsi ad orizzonti veri e fruttuosi: le linee guida dell’Europa per “una versione aggiornata” e il Viaggio del Papa in Grecia e a Cipro “per andare alle sorgenti dell’Europa”.

Ora il dizionario, per chiarezza di linguaggio:

Integrazióne s. f. [dal lat. integratio –onis, con influenza, nel sign. 3, dell’ingl. integration]. – 1. In senso generico, il fatto di integrare, di rendere intero, pieno, perfetto ciò che è incompleto o insufficiente a un determinato scopo, aggiungendo quanto è necessario o supplendo al difetto con mezzi opportuni. (cfr. Dizionario Treccani)

Omologazióne s. f. [der. di omologare; nel sign. 2, der. di omologo]. – 1. Con accezione generica, l’atto con cui una autorità o un organo competente omologa, cioè riconosce legittimo, valido qualche atto o fatto, dopo averne verificato la conformità a determinate leggi, disposizioni, e sim. In partic., in diritto, verifica da parte dell’autorità giudiziaria (di regola il tribunale) dell’adempimento delle condizioni stabilite dalla legge per il compimento di un determinato atto e conseguente attribuzione di efficacia all’atto stesso. (cfr. Dizionario Treccani)

Pertanto fatta questa chiarezza nella mente e spero nel cuore “Dobbiamo ritrovare la capacità di integrare tutte queste realtà senza ignorarle, senza combatterle, senza eliminarle ed emarginarle” (cfr. Car. Parolin) ma vediamo che “la tendenza purtroppo è quella di omologare tutto, non sapendo rispettare le giuste differenze, alla fine si rischia di distruggere la persona”. (cfr. Papa Francesco)

Credo che la società laica e religiosa, indifferente o agnostica, libera o conservatrice sia stanca di puntare il dito a questa a quella situazione, dare la colpa a una parte o all’parte. Nella pluralità c’è la ricchezza di un popolo e nella libertà rispettosa e reciproca capace di condividere alcuni ideale e perseguirne altri propri è quello che insieme dobbiamo fare. Ognuno dice la sua verità, ma per farlo non servono guerre e discussioni.

Non so voi, ma ormai mi è difficile seguire programmi o giornali che sono a una voce sola, capisco la linea di pensiero che sia politica o religiosa, filosofica o altro ma davanti agli eventi la notizia credo debba essere data per quello che è. Il confronto poi, dovrà essere onesto e intelligente, rispettoso e aperto e se non condividiamo non serve gridare, si dicono le proprie ragioni e si cerca un punto d’incontro dove si può e dove non c’è questa possibilità d’incontro di pensiero, ognuno farà la sua scelta. Non stiamo parlando di tasse o medicina, di scienza o astrofisica, di leggi o protocolli, ma di filosofia, di religione, di politiche, di pensiero, di cultura, d’identità, pertanto il confronto sereno sarà la strada per soluzioni utili.

Ora detto ciò, l’impegno è da parte di ognuno di noi, imparare a vivere insieme nel rispetto e nell’apertura ci farà essere migliori e le problematiche che si vengono a presentare potranno essere risolte con la pace nel cuore e tra di noi. Questa è la strada per costruire ponti e non innalzare muri.

@unavoce

Foto di Copertina: Ponte aereo dall’Afghanistan all’Italia, garantito dell’Aeronautica Militare