Gesù viene in mezzo a noi

  «sole che sorge dall’alto, per risplendere su quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra di morte» (Lc 1,78-79)

 

“Nel libro dell’Apocalisse Gesù stesso si presenta come «la stella radiosa del mattino» (Ap 22,16), ossia la prima delle stelle, quella che porta la luce sulla terra, la prima di tutte le creature, il principio di tutto (cf Col 1,15). Ma il Signore ha promesso anche ai suoi fedeli di dare loro in premio la stella del mattino (cf Ap 2,28), ossia di far brillare la sua luce nei loro cuori (cf 2Pt 1,19). Come scrive san Beda, «Cristo è la stella mattutina che, passata la notte dei tempi, promette ed estende sui santi l’eterna luce della vita». Anche la liturgia della Chiesa indica Cristo risorto come stella mattutina, «la stella che non conosce tramonto», che verrà alla fine dei tempi. Ma la liturgia non manca di indicare anche Maria come sorgente luminosa portatrice di luce. Ne fanno testimonianza alcuni testi della festa della natività della Vergine, dove si canta: «Nel mondo si è accesa una luce alla nascita della Vergine». E ancora: «La sua vita santa illumina la Chiesa… Celebriamo con fede l’odierna natività della Madre di Dio; la sua immagine è luce per tutto il popolo cristiano» … Così si indica la Madre del Signore come aurora foriera di luce e il suo figlio Gesù come vera luce del mondo. Si indica la Madre come stella del mattino e Cristo suo figlio come «sole che sorge dall’alto, per risplendere su quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra di morte» (Lc 1,78-79). Così generazioni di fedeli hanno pregato e pregano con fiducia Maria come stella mattutina perché ogni giorno doni al mondo il suo Figlio a illuminare ogni uomo. È la preghiera di tutta la Chiesa che intercede per tutti coloro che soffrono e che sono nelle tenebre. Una preghiera semplice e calorosa, una preghiera corale che abbraccia l’universo, nell’attesa colma di fiducia che le tenebre non possono vincere la luce, che Maria ogni giorno, come vera stella del mattino, annuncia: il sorgere di Cristo, luce e vita di tutti. È la preghiera fiduciosa di ogni famiglia: di chi desidera un futuro di luce per i figli, di chi si impegna ogni giorno nel custodire il calore degli affetti, di chi nella sofferenza guarda alla Madre di Dio e confida nella sua intercessione”. (cfr. Mons. M. Meini)

Con questa necessaria premessa e con la devozione che nasce dalla nostra sensibilità e preghiera, anche la nostra comunità, durante il tempo di Avvento, celebra la Messa “Rorate” in onore della Beata Vergine Maria, celebrata come da tradizione prima dell’alba.

In una suggestiva cornice di una piccola chiesa, la nostra, avvolta solo dalla luce delle candele la celebrazione Eucaristica, una volta alla settimana, ha questo sapore di tempo lontano che si fa presente con tutta la sua simbologia e coinvolge la comunità nella S. Messa al termine della notte con le prime luci dell’alba. Infatti questo tempo liturgico cade nel mese di dicembre, un mese in cui vediamo il tema generale della stagione liturgica che riecheggia nella natura, il buio è più lungo delle altre stagioni. 

La simbologia dell’oscurità ci riporta a quel buio che si è insinuata nel mondo e aumenta ogni giorno, e tuttavia c’è la speranza che presto le giornate inizieranno ad allungarsi e il sole conquisterà la notte. La terra rivela che c’è una nascosta che ritornerà ad illuminare il mondo ridando forma e colore alle cose e speranza alle persone. La Liturgia della Chiesa rende questa verità attraverso questa caratteristica e suggestiva celebrazione. Il suo nome è preso dalle prime parole del canto iniziale in latino, Rorate caeli.

La Santa Messa viene celebrata prima dell’alba, così che i raggi del sole invernale possano illuminare lentamente la chiesa e questo ci porta al tema dell’Avvento, attesa della nascita del Figlio di Dio, che è la Luce del Mondo.

“Nella Chiesa delle origini Gesù era spesso rappresentato come il Sol Invictus (Sole invitto) e il 25 dicembre era noto nel mondo pagano come il Dies Natalis Solis Invicti (Giorno della nascita del Sole invitto). Sant’Agostino fa riferimento a questo simbolismo in uno dei suoi sermoni: “Celebriamo questo giorno come un festa non per questo sole (…), ma per colui che ha creato il sole”. (cfr. Aleteia)

Una Celebrazione Eucaristica in onore della Beata Vergine Maria, “Stella del Mattino”.

“Parlando da un punto di vista astronomico, la “stella del mattino” è il pianeta Venere, che si vede al meglio nel cielo proprio prima dell’alba o dopo il tramonto. In quel momento è la “stella” più brillante nel cielo, e annuncia o fa spazio al sole. La Beata Vergine Maria è la “Stella del Mattino”, che ci indica sempre suo Figlio, e quindi la Messa “Rorate” ci ricorda il ruolo di Maria nella storia della salvezza”. (cfr. Aleteia)

Questa dimensione simbolica della celebrazione nell’oscurità della notte ci fa comprendere però che il buio è dissipato dalla luce, il peccato dalla salvezza il male dal bene la guerra dalla pace. 

“È una semplice verità che spesso dimentichiamo, soprattutto quando affrontiamo dure prove e tutto il mondo sembra che voglia distruggerci. Dio ci rassicura del fatto che questa vita è solo temporanea e che siamo “stranieri e ospiti” in una terra estranea, destinati al Paradiso”. (cfr. Aleteia)

Il simbolismo delle candele che così abbondanti campeggiano nella chiesa durante questa celebrazione oltre ad essere un modo pratico per illuminare la chiesa, simboleggia, però anche che molti luci insieme vincono le tenebre.

Il buio e la notte simbolo della presenza del male nel mondo è sconfitto dalla luce di molti che insieme creano un faro di riferimento per camminare nella verità e nell’amore, sconfiggendo odio e paure. Questa la spiritualità che si vuole ricordare e riportare al cuore di chi vive questo momento.

Con questo spirito vogliamo celebrare e accogliere la Nascita di Cristo, invocando l’intercessione della sua mamma la Vergine Maria, lei che si è fidata e affidata a Dio illumini il nostro cammino.

@unavoce

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