Novena del cuore

 

“Come sarebbe bello se ognuno di noi, sull’esempio di San Giuseppe, riuscisse a recuperare questa dimensione contemplativa della vita spalancata proprio dal silenzio” (cfr. Papa Francesco)

 

 

Il tempo invernale, il grigio del cielo, la neve, la nebbia ovattano le nostre giornate, i nostri luoghi, creando un silenzio che potrebbe, guardando con altri occhi, essere un’occasione per fare un silenzio interiore necessario per riflettere sulla vita, valutare le cose e le situazioni, rinnovarsi negli atteggiamenti. Abbiamo iniziato ormai la novena al Santo Natale e ognuno vive questi giorni secondo la tradizione o in modo personale, uno potrebbe essere prepararci nel silenzio del nostro cuore a cogliere tutti quegli aspetti della vita che giornalmente ci sfuggono, per le molte cose a cui dobbiamo attendere.

Il Santo Padre nell’ultima catechesi nell’Udienza Generale del mercoledì ci ha presentato San Giuseppe come l’uomo del silenzio dove in questa dimensione lo Spirito parla e consola.

“Impariamo da Giuseppe, che nei Vangeli non parla mai, ma fa, a coltivare il silenzio, per lasciare spazio alla Parola di Dio e permettere allo Spirito Santo di rigenerarci e di guarire la nostra lingua, perché non ferisca più i fratelli. Impariamo da lui ad unire al silenzio l’azione. E’ l’invito rivolto a tutti da Papa Francesco nella catechesi dell’udienza generale di oggi, la quarta dedicata alla figura del padre terreno di Gesù”. (cfr. Vaticannews)

Questa dimensione di silenzio, di capacità di ascolto prima ancora di parlare è un esercizio che in questo tempo che ci porta al Natale potremmo sperimentare.

Ancora una settimana ci separa dal grande giorno, pertanto lasciamoci prendere da questa possibilità, spegniamo le voci frastornanti che possono distrarci e rimaniamo soli con la nostra anima, il nostro cuore per accogliere il Bambino Gesù e far gridare di esultanza l’anima ormai carica dello Spirito del Signore, la gioia della sua venuta è l’inizio della nostra salvezza e della nostra vita nuova in Lui e con Lui.

“Impariamo da San Giuseppe a coltivare spazi di silenzio, in cui possa emergere un’altra Parola, cioè Gesù: quella dello Spirito Santo che abita in noi e che porta Gesù. Non è facile riconoscere questa Voce, che molto spesso è confusa insieme alle mille voci di preoccupazioni, tentazioni, desideri, speranze che ci abitano; ma senza questo allenamento che viene proprio dalla pratica del silenzio, può ammalarsi anche il nostro parlare. Esso, invece di far splendere la verità, può diventare un’arma pericolosa. Infatti le nostre parole possono diventare adulazione, vanagloria, bugia, maldicenza, calunnia”. (cfr. Vaticannews)

La nostra vita fatta di rumori e voci, dove il silenzio è sempre più raro e faticoso sia per la quantità di spunti che per una paura nascosta di solitudine, rischia di non avere momenti per accorgersi e stupirsi della vita, delle persone e delle cose, con il limite di sopravvivere in un sistema e non vivere le opportunità che ci si presentano, così come già accennato educhiamoci al silenzio, a un silenzio che diventa preghiera, riflessione, pensiero e solo dopo, la tua parola sarà efficacie, la tua vita ricca e sarai per te, la tua famiglia, i tuoi colleghi o amici punto di riferimento, ancora di speranza, momento di gioia.

“Non dico di cadere in un mutismo, no. Silenzio. Ma tante volte, ognuno di noi guardi dentro, tante volte stiamo facendo un lavoro e quando finiamo subito cerchiamo il telefonino per fare un’altra… sempre stiamo così. E questo non aiuta, questo ci fa scivolare nella superficialità”. (cfr. Vaticanews) 

Possa il Natale, che sta arrivando, offrici la possibilità di recuperare un silenzio che non è solo assenza di rumore, ma ricchezza di cuore e anima.

@unavoce

 

Foto di Copertina: Uno scatto che ci porta a vedere una solitudine silenziosa carica di impegno, di dedizione e di sacrificio. Un silenzio che è professionalità, amore e servizio. (cfr. fonte)