La felicità nelle piccole cose
È bene avere il denaro e le cose che il denaro può comprare, ma è bene anche, ogni tanto, controllare ed essere sicuri di non aver perso le cose che il denaro non può comprare. (George Horace Lorimer)
Il denaro non ha ancora mai reso un uomo felice, e né lo farà mai. Non c’è nulla nella sua natura che possa produrre felicità. Più un uomo ne possiede, più ne desidera. Invece di riempire un vuoto, ne crea uno. (Benjamin Franklin)
Talvolta pensiamo che se avessimo i soldi in abbondanza potremmo essere felici, avere la situazione sotto controllo, essere sereni e quindi ci arrabattiamo per far soldi, più che cercare un lavoro onesto o ci lamentiamo del poco stipendio pretendendo solo, più che mostrare interesse e impegno. Questa è la situazione che rilevo parlando qui e là. Il consumismo ha offuscato le cose belle della vita, dobbiamo reimparare ad educarci m, sapendo che non tutto si può comprare. Situazione questa che a statistiche sta degenerando per differenti motivi sociali. L’emergenza sanitaria ha cambiato le persone e non sempre in bene in un’attenzione maggiore alle cose più che hai valori e invece avrebbe dovuto ricordarci questo, ma ci ha portati ad un maggior individualismo ed egoismo, aiutati anche dalla crisi economica e dalle insicurezze sociali e politiche nazionali e internazionali. Mancano pensieri positivi, belli, pensieri che facciano crescere e sperare e impegnarsi per un bene maggiore.
Alcune istituzioni, come la Chiesa, nonostante l’impegno dei vertici, talvolta nella sua base, rimane a guardare o a rimanere nei propri recinti per paura o solo per critica, senza proporre percorsi nuovi e rinnovati. Belle parole legate a una logica passata che non dà spunto a vivere seriamente la vita, rispettosi si, di regole e regolamenti, ma senza il cuore e l’anima giusta. Più volte il Papa c’è l’ha ricordato.
Ora, ecco il posto del denaro, del successo, che crediamo possa essere la soluzione e invece ci accorgiamo che il denaro può comperare un orologio, ma non il tempo, una medicina, ma non la salute, un assicurazione, ma non la sicurezza, “e chi più ne ha, più ne vuole avere e davvero il ricco, che non sa donare, è un povero infelice” e possiamo riversarlo anche nel campo dei sentimenti, dove siamo alla ricerca del tutto e subito senza pazienza, senza coltivare le cose e le persone, senza impegno e sacrificio. Vogliamo la felicità pensando che si possa comperare e così l’amore, l’amicizia, il coraggio, l’intelligenza. … sfuggono al nostro controllo.
Le cose belle della vita non si comperano, quindi dobbiamo guadagnarcele da noi stessi, dando valore alle situazioni e alle persone, dando e mantenendo la parola data, essendo onesti, essendo educati, essendo seri nei rapporti e con le persone. Sembrano cose scontate, ma sappiamo bene che non lo sono e lo vediamo ogni giorno sui social, nelle notizie dal mondo che tutto sembra andare contro ogni regola, ma invece di essere “contro corrente”, alla fine siamo massificati in una mentalità di consumo più che di rapporti e di verità.
Ovviamente con questo discorso non voglio demonizzare il denaro e il commercio, il consumo e quello che serve per vivere e anche di più, ma se pensiamo che avere una posizione economica ci faccia felici rischiamo di rimanere delusi, quando poi non sappiamo amare, non sappiamo avere amicizie vere, ecc.
La vita vera sta nelle piccole cose di tutti i giorni, pertanto l’idea della felicità vera non è quella della ricchezza e bisogna saper distinguere, in questo sta la vera saggezza. L’ autenticità della vita sta nelle piccole cose belle e là dove ci sono valori veri come la condivisione, la compassione, l’onestà, la solidarietà, il rispetto, il coraggio che sta la vera felicità.
Ora, vi lascio un brano di Vangelo che può aprirvi la mente e il cuore dove, mi permetto dire, in conclusione, che i sodi servono per vivere, per migliorare, per aiutare, per condividere un cammino, ma devono servire a vivere e non a diventare schiavi di essi. Poveri non significa miseri, poveri significa non essere attaccati alle cose pensando che queste ci diano la felicità. Forse non sono concorde con i teologi e il magistero, ma penso che demonizzare il denaro non serva a nulla, ma educare all’uso si!, e questo potrebbe migliorare noi e chi sta accanto a noi a vivere una vita felice, seria e secondo il vangelo.
L’uguaglianza non sta nell’avere tutti tutto o le stesse cose, ma ad avere tutti il necessario e aiutare chi non ce l’ha ad impegnarsi per guadagnarselo con onesta e intelligenza, offrendo opportunità e aprendo vie per costruire una società migliore. Simili non uguali, Dio non ha creato nessuno uguale all’altro, ma a tutti però ha dato dei doni, educhiamoci ad usarli, aiutiamo a scoprirli e a metterli in comune.
«Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”. L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”. Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”. Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce. Ebbene, io vi dico: fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne. Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra? Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza». (Luca 16,1-13)
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