non perdere la speranza

 

«La speranza non è un ottimismo, non è quella capacità di guardare le cose con buon animo e andare avanti … la speranza è un rischio, è una virtù rischiosa, è una virtù, come dice san Paolo ‘di un’ardente aspettativa verso la rivelazione del Figlio di Dio’. Non è un’illusione». (Papa Francesco)

Riconoscere la mancanza di speranza è il primo passo per recuperare la speranza (serenis.it)

 

Quando ci sono motivi di sofferenza nella vita, di vario tipo non solo e non necessariamente di salute il rischio è di perdere l’amore per la vita, la gioia di un sorriso e molte volte si ha la sensazione di non riuscire a far più nulla, anzi di non voler fare più nulla e ci si chiude in noi stessi, pensando che non c’è più nulla da fare e non riusciamo a reagire a questa situazione che si è venuta a creare che sia appunto una malattia o un sentimenti di amore che è venuto meno, un rapporto fallito, un lavoro che non rende giustizia, insomma si vede solo nero e pensiamo di non riuscire più a reggere la situazione che si è venuta a creare e che le prove della vita che si susseguono sono troppe e troppo forti da non vedere una luce in fondo al tunnel di questa situazione, di questa vita. Un esempio è il fallimento di un rapporto coniugale o di un’amicizia un dolore tale che si pensa di non avere la forza per reagire.

“Allora la reazione è quella della stanchezza, della perdita della speranza, si avverte la fatica. Cosa posso fare?, hai due scelte: Rifiutare o accettare la realtà. E spesso, nell’accettazione, vi è un sottile senso di impotenza e scoraggiamento che fanno da padroni. Per questo, nascono emozioni negative e sempre per questo in tanti pensano che la soluzione, l’unica possibile sia il sano distacco”. (cfr. diventarefelici) 

Cercando una libertà interiore una “indipendenza emotiva” dalle situazioni per riuscire a recuperare la fiducia che è venuta meno nella vita, quindi cosa dobbiamo fare o possiamo afre per ricominciare a ritrovare la speranza e la forza per reagire a questa situazione?

Bisogna cominciare a vedere le situazioni in una chiave nuova in una prospettiva differente, bisogna fare lo sforzo di comprendere anche l’altra faccia della medaglia, ora i tecnici ci suggeriscono di “scrivere una cosa positiva e perché la si ritiene tale, ogni ora; da quando ci si alza al mattino a quando si va a dormire, per una settimana di fila. In pochi riescono ad avere la costanza richiesta ma chi lo fa, nota un piccolo cambiamento. L’esercizio non fa svanire le situazioni da affrontare ma ti permette di guardare oltre la punta del tuo naso. Spesso infatti,  per  “fuggire” dal problema, si ricorre a distrazioni come uscire con gli amici, andare a correre, andare al cinema, ma se nel cuore, nella mente, si ha il peso della situazione, non c’è esperienza che regga, te la porti con te ovunque vai. Un attimo prima sei con un amico a sorridere, un attimo dopo, varcata la soglia di casa, sei stanco, con l’umore giù. Il vedere in modo nuovo, con occhi differenti, ti aiuterà ad allenare la mente, a sviluppare uno sguardo più esteso alla vita, alle cose che ti circondano, oltre il problema. Non è una distrazione, ma un coinvolgimento. Non escludi ciò che comunque dovrai affrontare, ma includi anche ciò che non vedi perché assorbito da una situazione che non accetti. Altra cosa che si può fare è il diario. Quando scrivi emozioni, situazioni e pensieri, ti accorgi che non sono le situazioni a generare le emozioni negative ma come le vivi, come le giudichi e finché le giudicherai ingiuste, nonostante debba affrontarle tu, non farai che allungare la tua sofferenza. Due semplici cose che ci permettono di non perdere mai la speranza! E questo te lo devi ripetere devi crederci profondamente” (cfr.diventarefelici)

Ora come credenti dobbiamo, non solo conoscere quanto detto, impegnarci nel suggerimento che ci è stato dato, ma tenere i piedi per terra essere realisti difronte alle situazioni, aumenta e alimenta la tua preghiera, anche se la reazione è quella di chiudersi e di allontanarsi, no!”, anzi aumenta i momenti di riflessione e di preghiera  chiedi nella preghiera il dono della Speranza, chiedo il dono dello Spirito santo che aumenti la tua fede, la tua speranza il tuo impegno a reagire e d avere uno sguardo alto e oltre le cose.

L’esperienza dei discepoli di Emmaus mentre tornano a casa, sembrano ormai aver perso la speranza, Gesù si avvicina a loro e non lo riconosco neppure proprio perché avevano chiuso il cuore ma Lui li affianca cammina con loro gli spiega gli parla gli vuol bene e allora il loro cuore si apre e lo riconoscono e recuperano la speranza e tornano indietro e iniziano una nuova vita.

Il brano del Vangelo di Luca che ora ti riporto possa guidare il tuo cammino di ripresa a recuperare quella lucidità indispensabile per ricominciare per vedere il positivo, il buono l’altra faccia della medaglia avendo i piedi per terra e affrontando confidando in Dio pregandolo e lasciandoci avvicinare da Lui.

Sii attento al tuo cammino anche tu stai tornando a Emmaus, fatti sorprendere da chi hai accanto a riconoscere Dio nella tua vita e a recuperare quel senso di vuoto e di fallimento di impotenza che è venuto a crearsi.

“In quello stesso giorno, due di loro se ne andavano verso un villaggio, di nome Emmaus, distante sessanta stadi da Gerusalemme. Ed essi parlavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Or avvenne che, mentre parlavano e discorrevano insieme, Gesù stesso si accostò e si mise a camminare con loro. Ma i loro occhi erano impediti dal riconoscerlo. Egli disse loro: «Che discorsi sono questi che vi scambiate l’un l’altro, cammin facendo? E perché siete mesti?».  E uno di loro, di nome Cleopa, rispondendo, gli disse: «Sei tu l’unico forestiero in Gerusalemme, che non conosca le cose che vi sono accadute in questi giorni?».  Ed egli disse loro: «Quali?». Essi gli dissero: «Le cose di Gesù Nazareno, che era un profeta potente in opere e parole davanti a Dio e davanti a tutto il popolo.  E come i capi dei sacerdoti e i nostri magistrati lo hanno consegnato per essere condannato a morte e l’hanno crocifisso.  Or noi speravamo che fosse lui che avrebbe liberato Israele; invece, con tutto questo, siamo già al terzo giorno da quando sono avvenute queste cose.  Ma anche alcune donne tra di noi ci hanno fatto stupire perché, essendo andate di buon mattino al sepolcro  e non avendo trovato il suo corpo, sono tornate dicendo di aver avuto una visione di angeli, i quali dicono che egli vive.  E alcuni dei nostri sono andati al sepolcro e hanno trovato le cose come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto».  Allora egli disse loro: «O insensati e tardi di cuore a credere a tutte le cose che i profeti hanno detto! Non doveva il Cristo soffrire tali cose, e così entrare nella sua gloria?». E cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture le cose che lo riguardavano. Come si avvicinavano al villaggio dove erano diretti, egli finse di andare oltre. Ma essi lo trattennero, dicendo: «Rimani con noi, perché si fa sera e il giorno è già declinato». Egli dunque entrò per rimanere con loro. E, come si trovava a tavola con loro, prese il pane, lo benedisse e, dopo averlo spezzato, lo distribuì loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero; ma egli scomparve dai loro occhi. Ed essi si dissero l’un l’altro: «Non ardeva il nostro cuore dentro di noi, mentre egli ci parlava per la via e ci apriva le Scritture?».”.

(cfr. Luca 24,13-32)

@unavoce

 

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