Come una corda spezzata

 

Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo
(Sal. 50, 12)

 

Credo che tradire la fiducia sia una delle esperienze più brutte che possiamo. Può accadere nella vita di una persona, di fare questa esperienza, quella di tradire e di essere traditi. Da quel momento in poi, però, tutto cambia, tutto sembra crollare e tutto il lavoro svolto per crearla, per darla e per riceverla sembra offrire solo buio e il non ritorno, questo vale nei rapporti di coppia e vale nei rapporti interpersonali sia di amicizia che di lavoro. Un’esperienza che segna la vita delle persone e solo con una seria presa di coscienza attraverso un serio esame di dei nostri atteggiamenti e scelte e l’impegno a compiere un cammino di riabilitazione, ad intra e ad extra, allora, forse si riuscirà a recuperare. Credo, comunque, che rimarrà sempre il dubbio nelle persone e in noi e questo risulta alla fine più grave di un litigio, di una discussione, di un errore macroscopico, la perdita di fiducia mina la serenità del singolo e della coppia, del gruppo e della società. Vale per ogni categoria di persona che abbia una vita privata o svolga una funzione pubblica, perdere la fiducia è devastante.

“La fiducia è l’anello di acciaio che consolida tutte le relazioni importanti, le migliori amicizie, i migliori amori o i migliori legami familiari sempre sulla base dell’integrità e della coerenza. Poche dimensioni psicologiche sono così vitali, così fruttifere e allo stesso tempo così complesse come fidarci di un’altra persona, come depositare parte di noi stessi in un’altra persona. Se ci pensiamo un momento, ci renderemo conto che la fiducia risiede in forma implicita in gran parte delle attività che svolgiamo ogni giorno. Prendere un taxi, per esempio, implica fidarsi della persona che conduce il veicolo. Andare dal medico, sottoporsi ad un’ operazione, richiede una certa fiducia nella perizia di un professionista. Allo stesso modo, ogni volta che usciamo in strada confidiamo nel fatto che nessuno ci farà del male,che i nostri amici rimarranno sempre tali, che la calma e l’equilibrio di ieri saranno presenti anche oggi nella nostra società, con le sue norme, con la sua armonia dentro il caos, il suo equilibrio dentro il rumore della vita quotidiana” (cfr. lamentemeravigliosa)

Personalmente ho fatto questa esperienza. L’ho tradita la fiducia che mi era stata concessa e ho ricevuto tradimento a chi avevo dato fiducia. Credo che questa non solo abbia segnato la mia persona in quel momento, ma abbia lasciato una ferita che pur rimarginandosi rimane profonda ricordandomi ogni giorno gli errori fatti. Da quel momento in poi ti accorgi, hai la sensazione evidente che la persona che ti ha dato fiducia non ti guarda, non ti parla, non si muove più come prima e questo, con il tempo, destabilizza, intristisce, ci chiude in noi stessi.

Un grande percorso di fede e di analisi personale è necessario fare per recuperare prima di tutto in noi stessi la capacità di rimetterti in gioco e di non rimanere schiacciati dai nostri limiti ed errori, ma questo non basta bisogna sapersi perdonare. Le persone perdonano, Dio perdona, quello più severo siamo noi stessi che a fatica o quasi immobilizzati dal nostro fallimento non ci perdoniamo e viviamo come alieni e disintegrati, con la convinzione di non meritare più nulla.

Ci dobbiamo rimettere in gioco, ricostruendo i pezzi rotti della nostra vita. Se c’è la possibilità che chi abbiamo tradito ci offre una opportunità di recupero e di ripresa, sia il segno che dobbiamo ricominciare mettendo in preventivo, però, che quelli che hai tradito non saranno più come prima, potremo ricucire le situazioni, ma lo strappo rimane sempre anche se impercettibile e nonostante propositi e parole, il tuo cuore rimarrà turbato e la tua anima affaticata.

La preghiera, per chi come noi crede è la strada del recupero, la meditazione, il confronto, la direzione spirituale, ci aiutano a recuperare e a rimetterci in gioco a riprendere a vivere, ma rimarrà sempre lo spetro di questo fallimento. credo che sia il più grave “peccato” che possa accadere, più di un errore: tradire chi ti ha dato fiducia o ricevere tradimento a chi tu avevi dato credito. Il Signore Gesù ci insegna come vivere e come affrontare questa situazione. E’ stato tradito da Giuda, da Pietro e dai suoi stessi seguaci, ma il suo perdono, la sua compassione, la sua comprensione ha rialzato le sorti di Pietro e di chi ha saputo ascoltarlo, di chi ha saputo sentire l’amore che trasmetteva, che donava nonostante gli errori. Giuda no, Giuda non ha sentito l’amore, non si è perdonato ed è caduto nell’oblio dei suoi limiti.

“Chi è causa del suo mal pianga se stesso”, dicono gli antichi ed è vero, ma questo non ci deve impedire di rimettersi in gioco, di cogliere ogni occasione per recuperare, per ricostruire con pazienza e umiltà la vita che Dio ci ha donato. La certezza che Dio ci rimane accanto nonostante i nostri fallimenti, ci dia la forza per rimettersi in gioco là dove abbiamo tradito o siamo stati traditi, cercando di guardare e di vedere come ci guardano con gli occhi di Cristo che ama e non giudica. Pagheremo il nostro debito davanti alla società, là dove abbiamo sbagliato, ma non dobbiamo mai perdere la certezza che Dio ci ama.

Non tradire, ovviamente, ma se ti accadesse, sii umile e chiedi il perdono e accetta il peso di sentirti emarginato, questo però dagli uomini non da Dio: “Uno spirito contrito è sacrificio a Dio, un cuore affranto e umiliato, Dio, tu non disprezzi” (Cfr. Sal 50, 19)

Vivi la tua vita, lavora, impegnati, riprendi il cammino, però, con la consapevolezza che le cose umanamente non saranno più come prima, dovrai sempre confermare la tua affidabilità è il prezzo umano da pagare, ma sappi che il Signore ti amerà incondizionatamente, il Padre da lontano lo aspettava e alla fine lo abbraccia e fa festa per lui: “Quando era ancora lontano il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò”. (Lu 15,20)

@unavoce

 

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