Azione Morale

 

Siamo come una famiglia! Quante volte l’ho sentito. Ho circa trent’anni di servizio come cappellano militare e anche di più come sacerdote e ancora di più come studente e uomo, con un’esperienza di reparti molto vasta che va dall’Aeronautica a tutte le Forze Armate, essendo noi Cappellani interforze e interarme, sia in Patria che all’estero e questa espressione in più di un reparto, in più di un corpo, in più di una specialità … l’ho sentito dire e in alcuni era molto evidente. Sentirsi fratello e non solo amico e collega, sentirsi accolto, difeso, protetto, aiuto …  nessuno è lasciato indietro, vi assicuro che è una sensazione unica e questa è essere una famiglia.

Oggi assistiamo alle difficoltà delle nostre famiglie, difficoltà più evidenti che nel passato, difficoltà di rapporti, economici, di esigenze, ecc. Si fa più fatica a servire e sacrificarsi per essa, quindi il discorso: “siamo come una famiglia”, tra commilitoni, sembra quasi utopico, irreale, ma io ho vissuto questa realtà, ho fatto questa esperienza, direttamente, non per sentito dire e vi assicuro che funzionava e lo vedo ancora, anche se avvolto da un velo di difficoltà che ha i nomi di sempre: invidia, pigrizia, stanchezza.

Dobbiamo recuperare questo senso di appartenenza, questo sentirsi un’unica famiglia condividendo gli stessi obiettivi. Tutti si lavora per lo stesso “padrone”: la Pace, la difesa, i valori, tutti e ognuno con le proprie specifiche contribuisce a realizzare un progetto, ma questo potrà essere vero, efficace e utile se ci sentiamo e comportiamo come famiglia, se ci vogliamo bene, se ci aiutiamo, se collaboriamo e non facendoci la guerra tra sezioni, gruppi, uffici, come se ognuno avesse una proprietà da difendere dal nemico, no! siamo tutti attorno allo stesso tavolo con ruoli diversi, così come in casa il papà e la mamma, i nonni, i figli, ognuno al suo posto ma volendosi bene e stimandosi e aiutandosi l’un l’altro.

Le difficoltà, i litigi, i limiti che si creano nelle famiglie da dove partono? Fatti queste domande sul lavoro, nel tuo servizio. Le difficoltà, le critiche, la voglia di fare polemica, di ostacolare, di chiudere, di essere indisponenti … da dove parte?

Forse non sei felice nella vita privata e riporti nel gruppo, dove lavori, o viceversa? Non voglio fare psicanalisi o teorizzare cose strane, solo richiamare a me e a voi la bellezza di sentirsi una famiglia unita, unica, capace, indispensabile, che collabora, che si sostiene l’un l’altro per gli stessi obiettivi. Non c’è il pilota e l’aviere, il capo ufficio e il meccanico, l’ingegnere e lo spazzino, la difesa e l’amministratore, no! ci sono ruoli, incarichi, impegni, responsabilità diverse, ma comuni nel raggiungere lo scopo, quindi le professionalità, i ruoli, le singole capacità, devo essere interconnesse, messe a uso e consumo l’uno dell’altro e non chiudersi a ricco come se quello che facciamo è per un bene personale o a favore solo di chi riteniamo noi, no!, in famiglia ci si ma e ci si vuole bene tutti allo steso mondo e se un figlio è più vivace si avrà maggiore attenzione. 

Aiutarsi a crescere, a migliorare senza sentirsi superiori ma collaborativi con carità, saranno la strada che dobbiamo recuperare. Solo così faremo la differenza, solo così le nostre professionalità saranno a beneficio gli uni degli altri, solo così saremo una famiglia di famiglie, un gruppo, uno Storno che possiede sapore di casa oltre che di vera professionalità, dove un’unica tavola c’è per mangiare, un unico linguaggio per amare: il servirsi gli uni gli altri. 

La nostra è una realtà gerarchizzata e non potrebbe essere diversamente, ma se questo mette dei ruoli e una linea di movimento o di comando, non toglie anzi aumenta però l’aspetto di sentirsi commilitoni uniti per raggiungere l’obiettivo, lo scopo dell’esserci. Non dimentichiamo che il prestigio dello Stormo dipende dalla laboriosità attenta, precisa, educata, paziente di tutti, così come la serietà della famiglia dipenderà dalla collaborazione che c’è, dal rispetto, dall’andarsi incontro, dal creare quei compromessi indispensabili e a non perdere mai una cosa: la passione della vocazione scelta, l’amore che va rinnovato continuamente, così come la passione e l’amore per il servizio che abbiamo scelto di vivere arruolandoci o consacrandoci ai fratelli, voi come militari io come sacerdote e militare con voi e accanto a voi e questo deve essere lo stile di ogni vita militare, sacerdote, matrimoniale o altro … vivere con passione e impegno, amore e fraternità.

Prima di portare pace, difendere e soccorrere altri, portiamo pace, difendiamo e soccorriamo le nostre famiglie e noi stessi e saremo operatori più efficaci e di grande esempio per chi incontriamo.

@unavoce

 

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