Salmo 26

 

Ogni volta che congiungiamo, le mani la nostra mente e le nostre preghiere si unisco a tutti quelli che pregano, di ieri e di oggi. Pregare è un movimento più che delle labbra del cuore, dell’anima, della mente. Pregare come risposta alle nostre ansie e angosce, preghiera che deve essere non solo di richiesta ma di consapevolezza di cosa e di chi siamo, dei limiti e difetti ma anche dei doni ricevuti senza lamentarsi con Dio per quello che non va. La vita è fatta di luci e ombre e noi figli della luce, figli del risorto, dobbiamo lavorare per sconfiggere le ombre e dare spazio alla luce. 

Quante volte vai in chiesa eccetto la messa domenicale, quando riesci a fermarti e varcare la soglia della porta di una chiesa?  

Il silenzio, la penombra, le luci soffuse, il profumo dell’incesso, stimolano i nostri sensi e aiutano lo spirito. Siamo un popolo che cerca sensazioni e il più delle volte le cerchiamo nelle cose più strane, fidandoci delle situazioni più originali senza accorgerci che nel quotidiano del nostro vivere ci sono quegli elementi che danno sapore e colore ai nostri sensi e in questi scoprire noi stessi ascoltando quella voce interiore che chiamiamo Spirito Santo, che dirige i nostri passi. Ascoltare e lasciarci avvolgere dalle cose umane per giungere a quelle divine a quelle del cielo, questo è il movimento interiore che dobbiamo compiere.

Cerchiamo esercizi fisici che ci diano pace e liberino la mente e dimentichiamo che nella preghiera silenziosa, nel saper guardare una croce, il tabernacolo, l’immagine della Vergine, dei Santi delle bellissime opere d’arte che campeggiano nelle nostre chiese, c’è il segreto della pace interiore, quella pace che fa azzittire i rumori inquieti della vita, non per eliminarli ma per gestirli, affrontarli e viverli con una consapevolezza differente.

Quindi, tutto concorre al bene, lasciamoci muovere da ogni forma spirituale fisica o mentale che ci aiuta a trovare o ritrovare questa tranquillità del mare che c’è dentro di noi, superando le burrasche che ci fanno paura. 

Oggi vi lascio con le parole del Salmo 26 uno dei più bei salmi che io ritengo possa aiutare ad alzare lo sguardo e ritrovare noi stessi e il nostro equilibrio interiore. Fede e vita o vita e fede, ritualità e gestualità, cose da fare e cose da dire, devono fondersi con quella Fede che abbiamo e che, poco o tanto, vogliamo conservare in noi perché credere è fidarsi, credere è affidarsi senza pretese, senza compromessi ma solo con una immensa disponibilità a lasciar fare a Dio e adeguarci alla Sua volontà. Una volontà che fatica a trovare in noi, molte volte, corrispondenza ma proprio per questo abbiamo la necessità di pregare.

Fermati nel tuo camminare o correre, fermati ed entra in chiesa con rispetto, con devozione, con umiltà e mettiti in ginocchio, riconosci i tuoi limiti e ringrazia per i tuoi doni, fai un bel segno di croce, ascolta il silenzio è più loquace di mille parole. Dio vuole essere amato nella vita di tutti i giorni e per fare questo non serve ammirare Gesù ma imitare Gesù e per imitarlo bisogna educarsi, impegnarsi e la strada è la preghiera prima di tutto, poi la conoscenza delle cose di Dio per arrivare a vivere i nostri giorni come l’unico e irrepetibile giorno. 

Una cosa sola ho chiesto al Signore abitare nella Sua casa, recita il salmo. E’ il versetto che più mi da pace e serenità, entro in chiesa e seduto senza dire nulla mi ripeto come un motivo che è entrato nella mente e non esce, queste parole e sento come un vento leggero che passa nell’anima rasserenando il mio spirito, illuminando i miei pensieri, indirizzando il mio cammino.

Esci di casa, vai vero la chiesa ed entra con questa attenzione e recita questo Salmo, pregalo, ripetilo, soffermati sull’espressione che più ti ha colpito, lascia che la mente vada, pensi, fantastichi, lascia libero il tuo cuore e lasciati abbracciare dal silenzio, sarà l’abbraccio caloroso di Dio che ti prende per mano e ti conduce nel tuo cammino. 

Il Signore è mia luce e mia salvezza:
di chi avrò timore?
Il Signore è difesa della mia vita:
di chi avrò paura?

Una cosa ho chiesto al Signore,
questa sola io cerco:
abitare nella casa del Signore
tutti i giorni della mia vita,
per contemplare la bellezza del Signore
e ammirare il suo santuario.

Sono certo di contemplare la bontà del Signore
nella terra dei viventi.
Spera nel Signore, sii forte,
si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore.
( Salmo 26)

Abitare con il Signore, significa farci abitare da Lui. Apri la porta lascialo entrare, esci dalla tua casa ed entra nella Sua e Lui verrà ad abitare la tua. Vivi così l’Avvento.

@unavoce

 

Foto di Copertina: Porta d’ingresso Chiesa dei Militari “Madonna di Loreto” – 15° Stormo