diplomazìa – L’arte di trattare, per conto dello stato, affari di politica internazionale. Più concretamente l’insieme dei procedimenti attraverso i quali uno stato mantiene le normali relazioni con altri soggetti di diritto internazionale (stati esteri e altri enti aventi personalità internazionale), al fine di attenuare e risolvere eventuali contrasti di interessi e di favorire la reciproca collaborazione per il soddisfacimento di comuni bisogni”. (cfr. Treccani)

 

Il Santo Padre, in questi primi giorni dell’anno, ha incontrato il Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede, per il tradizionale messaggio augurale di inizio d’anno, tracciando una situazione a carattere mondiale delle problematiche e delle varie situazioni dove la diplomazia deve lavorare con maggiore attenzione come sempre e ti rimando alla lettura del testo integrale tale evento mi porta a parlare di questo particolare servizio della Chiesa. Un aspetto che non si conosce o si conosce talvolta solo con preconcetti senza comprenderne il delicato e importante lavoro che svolge. Di seguito vi cito alcune parole e vi rimando allo studio completo, se volete comprendere il servizio diplomatico della Santa Sede, la sua funzione, la sua importanza. Una rete che lega e dialoga con il mondo sia religioso che laico dove il Papa come capo di uno stato anche, può arrivare là dove altri limiti possono esserci e tutto questo al solo fine di garantire la libertà religiosa dei cristiani cattolici ma anche come riferimento per altri. La figura del Papa al di là del suo ruolo religioso è unanimemente considerata sul pianete come una forza morale non solo capo di una Chiesa, della Chiesa di Cristo che guida quasi un miliardo e mezzo di cristiani cattolici ma un uomo che dialoga con il mondo intero. Da qui l’importanza di aver creato nel tempo questo servizio.

“A tal proposito, il 15 novembre 2019, nella conferenza intitolata “Diplomazia dei valori e sviluppo”, S.E. Mons. Paul Richard Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati, ha affermato che la diplomazia della Santa Sede è «essenzialmente finalizzata a perseguire i “valori” che sono propri della Rivelazione cristiana e che coincidono con le aspirazioni più profonde di Giustizia, di Verità e di Pace, le quali, se pur declinate storicamente e con varietà di forme attraverso il Magistero ecclesiale, sono nella loro essenza comuni all’uomo di ogni luogo, di ogni tempo e di ogni estrazione sociale». L’Ecc.mo Arcivescovo ha poi precisato che il rapporto con i valori è a prima vista qualcosa di estraneo alla concezione comune della diplomazia, in quanto scienza e arte della condotta delle relazioni internazionali. La diplomazia è a servizio del governo dello Stato e ne persegue i fini: è puro metodo che non guarda ai valori. Tuttavia quella della Santa Sede è davvero differente dalle altre diplomazie, già per il fatto stesso di essere di essere Diplomazia di Stato e Diplomazia di Chiesa. Quella pontificia è «una “diplomazia dei valori” e non una “diplomazia strumentale”. Anche se essa è uno strumento per lo sviluppo di una piena ed autentica libertà della Chiesa e degli uomini». Penso, dunque, che sia corretto affermare che lo scopo primo della diplomazia esercitata dal Papa e dai suoi collaboratori è quello di difendere e promuovere il bene della Chiesa cattolica. Tuttavia, questo scopo non prescinde dal bene della umanità intera in particolare dei poveri”. (cfr. assau.org)

Credo che un po’ di storia possa arricchire il nostro bagaglio culturale e aprire la mente a una visione più ampia della Chiesa, del suo servizio, della sua presenza, dell’importanza del ruolo del Papa e della Santa Sede al di là di giudizi e pregiudizi. Vi cito uno studio e vi rimando al sito a cui attingo.

“Fin dalle origini della Chiesa, e ancor prima dell’uso del potere temporale, il Papa ha sempre inviato suoi rappresentanti per mantenere rapporti duraturi con le varie e diverse realtà ecclesiastiche geograficamente lontane da Roma e nelle quali egli non poteva essere fisicamente presente. Caratteristica principale della politica papale era quella di mantenere l’unità cristiana sotto la sovranità spirituale ed il primato della Santa Sede. Le prime tracce della formazione di un corpo diplomatico della Santa Sede possono essere rinvenute già agli albori della storia della Chiesa, quando i rappresentanti papali erano inviati nei primi Concili Ecumenici. La presenza di questi inviati era estremamente importante perché la loro funzione principale era garantire l´unità della Chiesa nascente. Nella metà del secolo V, comincia a sorgere la figura degli Apocrisari (dal greco ποκριςιάριος, da ποκρίνω attraverso πόκριςις, “risposta”), cioè i rappresentanti del Papa presso le autorità civili alle quali erano inviati. In origine l’Apocrisario era un funzionario inviato dall’Imperatore per rappresentarlo nelle questioni amministrative e di vigilanza. Il loro compito era vegliare sull’integrità della fede nelle province dell’Impero orientale ed informarne il Pontefice”. (cfr. camminodiritto/pdf)

Un pensiero a tutti questi – uomini e donne, religiosi e religiose, sacerdoti, vescovi, arcivescovi e cardinali a tutti quei sacerdoti che si stanno preparando in questo specifico servizio alla Chiesa e assistono il santo Padre nella guida di essa – con la nostra preghiera e la nostra attenzione.

@unavoce

 

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