Testimoni con la vita
“il cristianesimo si propaga non per proselitismo ma per attrazione” (Benedetto XVI Papa)
Molto si parla di come annunciare il vangelo: modi, stili, metodi, tempi… ogni membro della chiesa, ministri, catechisti e laici si pongono questa domanda e molte esperienze, più o meno valide, nascono e vengono fatte, ma credo che alla fine il vero annuncio cristiano se non parta dall’esperienza personale che ognuno di noi ha e fa di Dio, rischia di essere vano. Se sei ricco di Lui dentro il tuo cuore, allora non servono tante parole ma sarà la tua vita a parlare di Lui.
Talvolta le nostre sono belle parole, oppure ci lasciamo prendere da una apertura di idee per dialogare dimenticando poi di testimoniare la nostra fede con la vita. Come quando per rispetto di altre fedi e culture rinunciamo alle nostre, non è questo il modo di annunciare né di testimoniare quello in cui crediamo, ma semmai è essere invisibili cioè essere nel mondo e con il mondo ma non del mondo, essere nella società senza demonizzare nulla ma senza svendere i valori cristiani, mantenendo un atteggiamento di apertura e di dialogo nel rispetto reciproco.
“La caratteristica principale del sale e della luce consiste nella loro invisibilità. Il sale dà sapore alle cose, ma per farlo scompare alla vista. Ci si accorge della sua presenza solo quando si mangia una pietanza. Finché è riconoscibile come sale non è utile. Per esserlo deve scomparire nella sua consistenza propria e per questo cambia le cose nel loro sapore. La fede, e la testimonianza della fede, allo stesso modo sono significative non solo quando si pongono come riconoscibili agli occhi del mondo, ma quando silenziosamente cambiano il sapore del mondo, il suo senso più profondo”. (cfr. d.L.M. Epicoco)
Il sale, quindi, ha sapore ed è utile quando si scioglie nella pietanza, proprio così la nostra fede sarà efficace a noi e al mondo, quando sarà vissuta e allora e solo allora sarà la vera evangelizzazione, non proselitismo, ma testimonianza vera, vissuta ognuno secondo la sua vita, secondo la sua vocazione.
Il vangelo di domenica ci ha voluto riportare a questo impegno che non possiamo eludere. Dio stesso si è fatto a noi perché in Lui noi potessimo essere nel mondo quel sale e quella luce necessaria per non rimanere schiacciati dalle difficoltà della vita.
Forse, per rispetto, per evitare discussioni, noi non facciamo sentire la nostra voce. Non servono rivoluzioni o proclami ma serve coerenza nelle scelte quotidiane del nostro vivere, queste ci daranno ragione della nostra fede.
Come lievito nella massa, come sale nel cibo, come luce nel buio dovrebbe essere la nostra vita cristiana, ma per essere lievito, sale o luce dobbiamo avere una fede incrollabile in Dio, credere non che Lui esiste, lo diamo per certo questo, ma fidarci di Lui e vivere dei Suoi insegnamenti non solo quelli che ci fanno comodo ma tutti, anche quelli che talvolta facciamo fatica ad accettare o comprendere. Il Vangelo, la Sua Parola, la Sua vita, sono la nostra forza.
Facciamo esperienza di Lui. Per avere Dio nel cuore bisogna amarLo e per amarLo bisogna amare la nostra vita e la vita dei fratelli e nonostante le cadute rialzarci certi che Lui ci è accanto e non ci abbandona mai.
Molte filosofie di vita nel tempo, di ieri e di oggi, ci criticano ci combattono e questo se in passato ci ha fatto reagire, oggi ci fa stare in silenzio, due atteggiamenti estremi sbagliati che ci devono ricordare che dobbiamo vivere noi per primi le cose di Dio per trasmetterle agli altri.
“Perché il mondo è insipido e al buio? Credo che gran parte si debba alle timidezze dei cristiani. Ne hanno dette di tutti i colori: che coltiviamo ciò che è negativo nell’uomo (Nietzsche), che siamo l’oppio del popolo (Marx), che la nostra fede è una nevrosi collettiva (Freud). Assurdità. Alcuni di noi hanno cambiato l’idea che avevano di Dio e sono diventati muti”. (cfr. Mons. G. Mani)
Non sarà, allora, l’esempio di andare a Messa e pregare, ovviamente necessari e indispensabili per la vita cristiana e ne parleremo in un prossimo articolo, ma sarà l’esempio nelle scelte quotidiane di vita, di pensiero, di atteggiamento che faranno la differenza. Non si può parlare di accoglienza, dialogo e apertura se poi lo facciamo solo con chi la pensa come noi, non si può parlare di serenità e allegria solo quando le cose vanno come diciamo noi, non e così che funziona, ma sempre, soprattutto quando il peso della croce diventa faticoso, è lì che la forza di Dio che è in noi emerge, testimonia e annuncia. Ci riconosceranno dall’amore che abbiamo gli uni per gli altri.
@unavoce
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