Quest’anno ricorre il XIII centenario della traslazione delle reliquie di Sant’Agostino, Padre e Dottore della Chiesa, detto anche “Doctor Gratiae” dalla Sardegna a Pavia. Tra il 717 e il 725 d.C. il re longobardo Liutprando organizzò una spedizione per portare a Pavia le spoglie di Sant’Agostino, fino a quel momento conservate in Sardegna, a Cagliari, a quel tempo terra esposta alle incursioni saracene. Il 28 febbraio del 722 venivano portate le spoglie del Santo nella Chiesa di san Pietro in Ciel d’oro chiesa è nominata anche da Dante Alighieri, che, nel X canto del Paradiso (nella Divina Commedia), riporta questi versi:” Lo corpo ond’ella fu cacciata, giace giuso in Ciel d’Auro; ed essa da martirio e da esilio venne a questa pace “. ci si riferisce all’anima di Severino Boezio, un Romano consigliere del re ostrogoto Teodorico, fatto da questi giustiziare per questioni religiose, mia città natale e per questo, e non solo, legato al Santo d’Ippona. Per questa occasione la Diocesi di Pavia e la provincia Agostiniana d’Italia  celebreranno, in vista del giubileo del 2025, un cammino di speranza con sant’Agostino, così il Vescovo della Diocesi ha voluto indirizzare la lettera a tutta la comunità. Vi ripropongo l’intervista che Vatican News ha fatto a Padre Scanavino, agostiniano e già vescovo di Orvieto Todi e ora parte della comunità religiosa presente a Pavia proprio presso la Chiesa delle spoglie.

Qui uno stralcio dell’intervista: Sant’Agostino è vissuto fra il IV e V secolo, ma la sua personalità e il suo pensiero sono considerati ancora attuali, perché? Una delle ragioni più evidenti di questa attualità consiste nel fatto che Agostino cerca di vedere sempre Dio nella sua proiezione verso di noi. Un Dio che è per l’uomo, ma non per annullare l’uomo e la sua personalità, ma per dargli quell’energia, quella forza, quella luce che è necessaria perché possa poi essere contento di essere uomo, del suo rapporto con Dio. È sempre stata questa una delle caratteristiche principali di Agostino, che nasce proprio dalla sua umanità e dal desiderio di diventare capace di dialogare con Dio; perché Agostino ha capito che Dio è per noi ed è in noi. Cito spesso un’omelia di Sant’Agostino, dal commento al Vangelo di Giovanni, l’omelia 11, dove lui parla con la sua gente cercando di svegliarla, come a voler dire: “Ma vi rendete conto cosa è successo per noi, con noi, nel battesimo? Vi rendete conto che cosa grande è successa dal momento che Dio ha deciso di donarci il suo spirito?”. Se pensiamo a cos’è stato lo Spirito Santo per Gesù e cerchiamo di capire come mai ci è stato dato lo stesso identico spirito, Agostino ci fa riflettere sul fatto che non siamo diventati solo cristiani con il battesimo, ma siamo diventati Cristo. Cioè, con il battesimo abbiamo ricevuto il dono più grande che Dio potesse farci, il suo spirito. Abbiamo in noi lo spirito di Dio. Questa per me è una delle cose sulle quali bisogna ritornare più spesso per cercare di capire la bellezza e la grandezza di questo mistero. Questa è tutta la modernità costante di Agostino. Lui sarà sempre moderno perché riesce a trasferire la luce, la grandezza, la bellezza dei doni di Dio nella vita di ciascuno di noi. Questo è stato anche l’insegnamento, secondo me, più grande di Agostino come maestro, come dottore – come è stato detto – della grazia di Dio. Perché in riferimento allo Spirito Santo, poi, lui ha sviluppato tutto il mistero della grazia di Dio che è, poi, il mistero della vera libertà degli uomini e della possibilità di fare grandi cose”. (cfr. VaticannNews)

Di seguito uno stralcio dalla lettera del Vescovo di Pavia: “Vorrei che potessimo cogliere questo tempo donato alle nostre comunità aprendoci alla ricca testimonianza che sant’Agostino ci offre, nella sua vita e nella sua parola di pastore dedito al suo popolo e cercando di accogliere e di vivere il secondo anno del cammino Sinodale, in ascolto dello Spirito, che parla anche attraverso i fratelli e le sorelle, gli uomini e le donne con cui condividiamo la vita. Rimettiamoci in cammino, con fiducia nella presenza del Risorto, che sempre accompagna i nostri passi, non lasciamoci vincere dalla tentazione dei ‘numeri’ o dalla sterile nostalgia di tempi passati, cogliamo la provocazione del presente che ci chiede di vivere la fede cristiana come esperienza personale e comunitaria, come scelta rinnovata, non più scontata, come scoperta del vero ‘tesoro’, nascosto nel campo dell’esistenza e della ‘perla’ che non ha paragone come valore e come bellezza”. (cfr. Mons. C. Sanguineti)

Credo che conoscere Sant’Agostino e le sue opere, sia un valore aggiunto alla nostra cultura sia religiosa che laica.

“qui, davanti alla tomba di sant’Agostino, vorrei idealmente riconsegnare alla Chiesa e al mondo la mia prima Enciclica, che contiene proprio questo messaggio centrale del Vangelo: Deus caritas est, Dio è amore (1 Gv 4,8.16). Questa Enciclica, soprattutto la sua prima parte, è largamente debitrice al pensiero di sant’Agostino, che è stato un innamorato dell’Amore di Dio, e lo ha cantato, meditato, predicato in tutti i suoi scritti, e soprattutto testimoniato nel suo ministero pastorale. Sono convinto, ponendomi nella scia degli insegnamenti del Concilio Vaticano II e dei miei venerati Predecessori Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo I e Giovanni Paolo II, che l’umanità contemporanea ha bisogno di questo messaggio essenziale, incarnato in Cristo Gesù: Dio è amore. Tutto deve partire da qui e tutto qui deve condurre: ogni azione pastorale, ogni trattazione teologica. Come dice san Paolo: “Se non avessi la carità, nulla mi giova” (cfr 1 Cor 13,3): tutti i carismi perdono di senso e di valore senza l’amore, grazie al quale invece tutti concorrono a edificare il Corpo mistico di Cristo. Ecco allora il messaggio che ancora oggi sant’Agostino ripete a tutta la Chiesa e, in particolare, a questa Comunità diocesana che con tanta venerazione custodisce le sue reliquie: l’Amore è l’anima della vita della Chiesa e della sua azione pastorale. L’abbiamo ascoltato stamani nel dialogo tra Gesù e Simon Pietro: “Mi ami tu? … Pasci le mie pecorelle” (cfr Gv 21,15-17). Solo chi vive nell’esperienza personale dell’amore del Signore è in grado di esercitare il compito di guidare e accompagnare altri nel cammino della sequela di Cristo. Alla scuola di sant’Agostino ripeto questa verità per voi come Vescovo di Roma, mentre, con gioia sempre nuova, la accolgo con voi come cristiano. Servire Cristo è anzitutto questione d’amore”. (cfr. Omelia, Papa Benedetto XVI, Basilica di San Pietro in Ciel d’Oro a Pavia)

Perché parlarvi di lui? Prima di tutto credo importante approfittare di ogni occasione per crescere a livello culturale sulle cose che riguardano Dio e la vita della Sua Santa Chiesa e conoscere santi e pensatori del calibro di Agostino ci arricchisca umana mente e spiritualmente, e in secondo luogo credo che la sua vita le sue opere ci aiutino anche in questo tempo: “Come è sotto gli occhi di tutti, il nostro tempo si configura come una migrazione perenne, quasi ossessiva: vengono in Europa in particolare in Italia tanti dall’Africa come dall’Asia. In Italia la disoccupazione giovanile porta i giovani ad emigrare e, con loro, i genitori, che vanno a trovarli cioè li rincorrono. Agostino nelle Confessioni è l’icona del giovane migrante per una vita migliore (lui dall’Africa venne in Italia, a Roma, a Milano, e dopo cinque anni fece ritorno in patria alla sua Tagaste, ubicata ai confini dell’Impero romano). Lo segue la madre, suo fratello, sua sorella, alcuni parenti, alcuni amici. Durante le tappe migratorie erano sempre in cerca di un qualche aiuto, di un qualche amico, e pregavano sempre, cercavano Dio, la loro consolazione. Le Confessioni di Agostino sono, infatti, il libro di preghiera di un migrante”. (cfr. R. Avella)

Credo di non sbagliarmi nel pensare che il suo più grande capolavoro siano le Confessioni, un’opera spirituale nel quale narra i suoi errori di gioventù e come si sia, infine, convertito.

Ti lascio in compagnia di questo grande santo certo che ti appassionerà la lettura delle sue opere e potrai essere animato a una riflessione sulla tua vita.

@unavoce

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