“cercate le cose di lassù”
“L’uomo è spesso tentato di fermarsi alle cose piccole, a quelle che danno una soddisfazione ed un piacere “a buon mercato”, a quelle che appagano per un momento, cose tanto facili da ottenere, quanto ultimamente illusorie. […] Dio solo basta. Lui solo sazia la fame profonda dell’uomo. Chi ha trovato Dio, ha trovato tutto. Le cose finite possono dare barlumi di soddisfazione o di gioia, ma solo l’infinito può riempire il cuore dell’uomo: “inquietum est cor nostrum, donec requiescat in Te – il nostro cuore è inquieto finché non riposa in Te” (Sant’ Agostino, Le Confessioni, I, 1.). L’uomo, in fondo, ha bisogno di un’unica cosa che tutto contiene, ma prima deve imparare a riconoscere, anche attraverso i suoi desideri e i suoi aneliti superficiali, ciò di cui davvero necessita, ciò che veramente vuole, ciò che è in grado di soddisfare la capacità del proprio cuore».” (Cfr. Papa Benedetto XVI, Messaggio al XXXIII Meeting per l’amicizia trai popoli – Rimini 19-25 agosto 2012).
Mi trovavo presso il comando di uno de reparti che assito e mentre aspettavo mi è balzato l’occhio su un quadro dove c’era scritta una frase di Leonardo Da Vinci: “Una volta che abbiate conosciuto il volo, camminerete sulla terra guardando il cielo, perché là siete stati e là desidererete tornare” e inevitabilmente il mio pensiero è andato alla lettera ai Colossesi: “Fratelli, se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio; rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra. Voi infatti siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio! Quando Cristo, vostra vita, sarà manifestato, allora anche voi apparirete con lui nella gloria”. (Colossesi 3, 1-4)
Ora se ci pensiamo bene siamo talmente presi dalle cose del vivere quotidiano che non pensiamo mai alle cose del cielo a quelle spirituali perché non ci sembrano urgenti immediate che non servano al vivere di tutti i gironi a fare la spesa a viaggiare a pagare l’affitto o il muto e questo modo di vivere rischia di allontanarci da tutte quelle cose che invece ci aiutano a coltivare un cuore capace di stupirsi di accorgersi e di vivere in modo sereno. Questa frenesia e preoccupazioni quotidiane e direi normali vanno gestite per non cadere nella rete del tutto e subito del fare senza coltivare quella parte di noi che ha bisogno di amore serenità pace bellezza.
Torniamo con la memoria a quando da bambini la mamma per parlarci di Dio ci indicava il cielo. Questo è comune a tutte le civiltà e culture considerando gli spazi celesti siderali come il luogo del divino. Sappiamo bene che questo è un simbolo un immagine ma leggendo le parole di san Paolo alla comunità di Colossi ci offre di riflettere su questo contrasto.
“Ai credenti non è chiesto di decollare dalla terra per ascendere verso un misterioso orizzonte superiore per vivere un’esperienza mistico-estatica. L’appello è, invece, rivolto a cogliere i valori permanenti e “alti” dello spirito, lasciando cadere quelli “bassi” del peccato e del vizio. La Pasqua acquista, così, un valore esemplare di indole morale e vitale. E ancora una volta Paolo applica la morte e risurrezione di Cristo alla vicenda del fedele (si veda, ad esempio, Romani 6, 3-11). Col battesimo, scendendo nel sepolcro d’acqua del fonte, siamo morti alle «cose della terra», cioè alla colpa, e siamo rinati, risorti come creature nuove che anelano alle «cose di lassù», cioè a una vita in Cristo. È significativo notare che, nella linea costante del messaggio paolino, la vita cristiana è una vita “cristologica”, ossia modellata su di lui, sulla partecipazione alla sua stessa vicenda, sulla comunione piena alla sua morte e sulla condivisione della sua gloria. Il pensiero corre a due celebri passi paolini: «Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me… Per me il vivere è Cristo e il morire un guadagno» (Galati 2,20; Filippesi 1,21)”. (cfr. Dicastero della Cultura e dell’Educazione)
Tutto questo per ricordarci della nostra parte spirituale di coltivare le cose del cielo di non perderci e distrarci dalle tante cose a cui dobbiamo attendere, cose che dobbiamo fare ma senza perdere quelle che ci parlano di Dio che ci ricordano la nostra vera natura e il nostro vero impegno di crescita quello verso la santità una santità che è fatta dal seguire il vangelo. I santi sono color che hanno accolto il vangelo e l’hanno vissuto in pienezza, così allora anche noi in questo tempo estivo e caldo non perdendoci solo nelle preoccupazioni della terra ma cercando anche le “cose di lassù” cerchiamo nella preghiera l’incontro con Dio.
“Dobbiamo nutrire ideale alti, spingere le nuove generazioni a sognare in grande con Dio, a mettere a frutto le proprie energie per progetti belli, giocarsi l’avventura della propria esistenza, puntando il tutto per tutto, senza sconti”. (cfr. puntofamiglia)
La S. Messa quotidiana diventi il momento centrale di questa ricerca di questo impegno e del desiderio di desiderare di guardare il cielo non solo per sognare, ma scorgere la bellezza di Dio nella nostra vita di tutti i giorni.
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