per essere protagonisti
“Siate coraggiosi anche nel rischiare” (Papa Francesco)
“Il diritto di contare” è un film intrigante sulla storia delle donne americane di colore che hanno lavorato alla NASA nel momento del primo lancio nello spazio.
In queste sere d’estate mi concedo di tanto in tanto di vedere qualche film e sono incappato in questa bella pellicola che vi consiglio che oltre a raccontare l’emozionante storia della volontà di conoscere lo spazio da parte dell’uomo, non tanto per mettere una bandiera di dominio ma un successo di scoperta per l’umanità, così disse il presiedente americano in quell’occasione, mette in risalto l’ancora pesante difficoltà di una integrazione della gente di colore nell’America degli anni sessanta.
La vicenda mi ha fatto riflettere vedendo l’impegno delle tre donne, calcolatrici alla NASA, protagoniste di questo film, donne che hanno contribuito a cambiato il corso della storia e dell’integrazione in anni ancora difficili in una nazione che doveva prendere coscienza, al di là delle leggi, di una convivenza nel diritto e nel rispetto di altre culture, per superare la segregazione.
Se non c’è coraggio, impegno, dedizione, determinazione, umiltà – non sottomissione ma umiltà – insieme ad una seria educazione e intelligenza non si va da nessuna parte, non si raggiunge nessun obiettivo. Il lavoro paziente e inizialmente discriminate, così racconta il film nei confronti di alcune donne, ha cambiato il ritmo del tempo attraverso la loro paziente intelligenza dimostrando le loro capacità e contribuito a cambiare alcuni comportamenti e mentalità di quegli anni in America.
Talvolta si pensa che la fortuna nella vita dipenda dal caso ma non è così, dipende dall’impegno personale, dal sacrificio e dalla dedizione. Molte volte noi siamo portati a dare le colpe dei nostri insuccessi alle mille discriminanti: al clientelismo, alle conoscenze, ai favoritismi, alle opportunità che non si presentano … ma mai a noi stessi, al nostro personale impegno. Nella vita, per ottenere risultati, ci vuole la determinazione e l’intelligenza, una intelligenza che tutti hanno, ma che va usata.
Credo che possa essere una buona visione illuminante per chi oggi tra di noi vuole ottenere risultati senza faticare, vuole guadagnare ed avere una posizione senza impegnarsi seriamente e in modo vero. Queste immagini ci ricordano che solo con la voglia di fare e di raggiungere obiettivi attraverso l’impegno si può ottenere dei risultati. Potrai guadagnare soldi o forse anche rispetto ma solo apparentemente, la dignità sta nella voglia di essere e di prepararsi a vivere con onestà e rispetto. Si lo so è un andare contro corrente e oggi sembra che vinca chi fa il furbo, ma il tempo è galantuomo.
Nella storia chi viene ricordato non sono i venditori di fumo, se non per presentarlo e ricordarlo alle future generazioni come modo ed esempio da non seguire, ma sono e saranno gli uomini e le donne che hanno lavorato con impegno vero e serio credendo nei progetti, credendo nei valori.
Per un credente questo significa fiducia, amore, passione, cercare la volontà di Dio nella nostra vita, una volontà che il più delle volte non coincide con i nostri progetti ma nella capacità di impegnarsi, crederci e accettare fallimenti e stop di marcia, sapendo che se non c’è fatica e cadute, se non c’è passione e voglia di rimettersi in gioco, se non c’è un risvolto che possa essere a beneficio anche di altri e non solo per noi stessi, non è ne la volontà di Dio ne la realizzazione vera della nostra vita ma solo un fuoco di paglia che alla fine porterà delusione e non a una “vita bella” ma uno spiraglio di una “bella vita” che potrà sembra quello che cerchiamo senza comprendere che il valore sta nell’invertire le parole e il suo senso. Se riuscirai a scoprire la loro differenza scorgerai un cammino pieno di gioia e anche le difficoltà saranno vissute con una prospettiva differente, la prospettiva della fede e dell’amore, di una vita da protagonisti.
“Nel Vangelo c’è tanta gente così. Pensiamo alla vecchietta che da diciotto anni soffriva di emorragie e lì: Gesù era lontano, ma c’era tanta folla, e dice: “se io riuscirò a toccare il lembo del mantello, sarò salva”. È la fede forte, si è infilata fra la gente: va, va, va e toccò. E Gesù se ne accorse e lei è guarita. Ecco che ci vuole coraggio per lottare per arrivare al Signore, coraggio per avere fede all’inizio: “Se tu vuoi puoi guarirmi, se tu vuoi, io credo”. E anche coraggio per avvicinarmi al Signore, quando ci sono delle difficoltà. Ci vuole proprio quel coraggio: tante volte ci vuole pazienza e saper aspettare i tempi ma non mollare, andare sempre avanti. Non avrebbe senso avvicinarsi con fede al Signore e dire: se tu vuoi, puoi darmi questa grazia, e poi, siccome la grazia dopo tre giorni non è arrivata, chiedere un’altra cosa e mi dimentico. Ci vuole coraggio. Su questa linea, tanti santi: pensiamo a santa Monica che ha pregato, ha pianto tanto per la conversione del suo figlio Agostino ed è riuscita a ottenerla. Ecco che ci vuole coraggio per sfidare il Signore e coraggio per mettersi in gioco. La preghiera cristiana nasce dalla fede in Gesù e va sempre con la fede oltre le difficoltà”. (cfr. Papa Francesco)
Per ottenere questo, però, bisogna saper rischiare e rischiare significa credere e credere significa fidarsi e affidarsi al Signore, ma con impegno e non sperando che le cose vadano come noi desideriamo solamente. Niente ci viene regalato tutto va guadagnato e quello che non riusciamo a guadagnarci con il sudore della nostra fronte non è ne valore ne bene, ma solo una finzione di vita.
@unavoce
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