Iniziamo con questo primo articolo a proporre settimanalmente alcune riflessioni (catechesi) sulla liturgia come ci siamo proposti di fare per il nostro anno pastorale nella lettera “La Bellezza di Dio nella Liturgia” con particolare riferimento all’Eucarestia.

Prendiamo, per questa prima fase, dallo studio fatto dalla Parrocchia Santa Maria del Suffragio di Milano che in alcuni articoli, come accenna nell’introduzione, ci aiuterà a comprendere il senso della Liturgia nel cammino di fede di una comunità. Inizieremo con questa prima fase per poi passare al dettaglio della Celebrazione Eucaristica entrando sempre più nello specifico.

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Il senso della nostra preghiera – Catechesi 1

 

“… il tema del senso della nostra preghiera in comune, della nostra liturgia celebrata, dei sacramenti, tutti aspetti fondamentali della nostra vita di credenti. Il proposito è quello di cercare di andare al fondo delle cose, per ricuperarle alla loro sorgente, verificando la nostra vita di fede per esprimerla, se necessario, in maniera diversa. Una comunità cristiana non deve mai dare per scontate le proprie azioni fondamentali, ma deve continuamente riconvertirsi di fronte ad esse.

Tutto questo è certamente valido nei confronti di ogni grande dono che il Signore ci ha fatto, ma soprattutto riguardo al dono di poter celebrare riuniti nel suo nome l’amore che ha avuto per noi in Gesù Cristo, il dono di poter ridire nel suo nome la Pasqua che ci ha salvati. In questo tentativo di ricercare i valori che fondano il significato dell’esperienza liturgica, parto riprendendo le obiezioni più ricorrenti che vengono rivolte alla liturgia. Molti pensano: “Ma che cosa ci sta a fare un rito quando è precisamente la nostra vita la realtà da esprimere come culto vero a Dio? Di fronte ad un impegno come quello odierno, ad una testimonianza vera e vissuta del Vangelo, che cosa vuol dire rinchiudersi nei riti?” Questa è una prima e fondamentale obiezione, e se vogliamo capire il significato della liturgia cristiana dobbiamo avere il coraggio di verificarne il valore nella vita. Domandiamoci allora perché c’è la liturgia. Una prima osservazione ci rimanda al cuore della Bibbia, cioè nella Parola di Dio, alla sorgente, a quell’annuncio vero, grande, genuino con cui Dio ha confidato in un popolo, con cui Cristo ha spinto della gente ad essere una Chiesa.

Proprio qui, nel cuore dell’esperienza religiosa del popolo di Dio, si trova una prima e fondamentale risposta: Dio non ci chiede di convertire dei pezzetti di vita, ma domanda di convertire la totalità della vita. Noi sappiamo molto bene che il culto non può essere il momento religioso di una esistenza che vive con criteri diversi dal Vangelo, con motivi ispiratori e scelte prese altrove; sappiamo che Dio non può andare con i fumi dei nostri incensi, perché è anzitutto il cuore da convertire. Tutto ciò dice molto per cominciare a comprendere cosa sia la liturgia cristiana.

Il luogo della liturgia dove noi celebriamo questa Parola che ci chiama a conversione, è il luogo in cui ridiventa vero per noi il concreto amore di Gesù Cristo, di colui che muore come segno supremo di servizio. Noi nella liturgia celebriamo quella realtà di salvezza da cui è partita la nostra vita di credenti, siamo a quell’evento della nostra religiosa, per rimandati fondatore esperienza ricordarci che di questo evento dobbiamo essere testimoni, che di questa carità dobbiamo essere portatori. Il rito cristiano, il luogo cioè dove celebriamo l’amore di Dio, ci rimanda continuamente al significato vero della nostra vita cristiana. Ci impedisce di pensare a Gesù Cristo come ad un simbolo, ad un’idea, ad un luogo dove sono condensati dei valori. Non è così: Gesù Cristo è il Figlio di Dio che ci ha salvato, che ha condiviso la situazione degli uomini, che ha annunziato qui la salvezza; noi di questa sua vita, di questo suo amore, di questa sua risurrezione facciamo memoria quando celebriamo la liturgia.

Il momento della liturgia quindi diventa ciò che ci costringe a verificare sempre la nostra vita cristiana su quel grande e concreto capitolo della storia umana che è Gesù Cristo. Lui è il centro assoluto, il necessario. La liturgia, anzitutto, è la celebrazione di lui”. (cfr. Il sennso della liturgia nel cammino di fede di una comunità  – Introduzione’)