miseria e Grazia

« Quindi se uno è in Cristo, è una creatura nuova; le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove. Tutto questo però viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé mediante Cristo » (2 Cor 5,17-18).

Talvolta anche per noi preti la vita non è sempre “rose e fiori” come alcuni dall’esterno la vedono o la dipingono scherzosamente o altri puntando il dito passando da un luogo comune all’altro e altri a giusta ragione dimenticando come ci ricorda San Tommaso (d’Acquino, il domenicano) che  “la grazia non distrugge la natura, ma la presuppone, la sana e la eleva”. Quindi pur non meritando questo dono dell’Ordine Sacro, nell’impegno personale entra in gioco la libertà, una libertà che va gestita e sulla quale bisogna continuamente lavorare e impegnarsi e dove non c’è nessuno arrivato, ma tutti in cammino. Un “dono” quindi che non dobbiamo mai dimenticare a servizio del Popolo di Dio ricordando le parole che ci dissero alla nostra ordinazione: “Agnoscite quod agitis, imitamini quod tractatis”, “Renditi conto di ciò che farai, imita ciò che celebrerai”, fai ciò che fa Cristo nella Messa, cioè offri te stesso a Dio in sacrificio vivente. È il senso profondo spirituale delle nostre promesse sacerdotali che dobbiamo sempre tenere presenti e in tutta questa nostra “miseria e Grazia” Dio scrive diritto sulle linee storte della vita di ognuno anche di noi sacerdoti che talvolta per i fallimenti del nostro ministero, per la consapevolezza delle nostre povertà e miserie ci chiudiamo e ad errore segue errore se non c’è un serio e continuo impegno personale di crescita e pur avendo studiato, lavorato ed esserci preparati, i fallimenti abbattono lo spirito causando ulteriori errori e fallimenti, tristezze e ansie, paure e disorientamenti, ma “Certo il coraggio, uno, se non ce l’ha, mica se lo può dare” … scriveva Alessandro Manzoni nel capitolo XXV de” I Promessi Sposi” ed è proprio così.

In questi giorni navigando in rete mi sono imbattuto in questa storia che mi ha colpito ricordando e riflettendo su esperienze personali simili, pertanto mi permetto condividerla con voi così come l’ho trovata. Non so se è un fatto vero ma sicuramente è verosimile e mi ha fatto riflettere e credo che facendo le debite trasposizioni potrete leggerla anche nella vostra vita nella vostra vocazione.

“Il sacerdote di una piccola città non dimenticherà più quel giorno. Invitato dalla comunità parrocchiale, era arrivato a quella chiesa con grande fiducia e motivato abbastanza per celebrare unaltra messa serale. Il tempo passava, ma i fedeli non venivano. Dopo 15 minuti di ritardo entrarono tre bambini. Dopo 20 minuti entrarono due giovani. Così il sacerdote decise di iniziare la messa con quei cinque fedeli. Durante la messa, una coppia entrò e si pose a sedere negli ultimi banchi della chiesa. Mentre il sacerdote si accingeva a tenere l’omelia, entrò un altro uomo, mezzo sporco, con una corda in mano. Pur deluso e senza capire il motivo di quella scarsa partecipazione dei fedeli, il sacerdote continuò la celebrazione della messa in maniera vivace e predicò con dedizione e zelo. Quando stava tornando a casa, fu aggredito e picchiato da due ladri che gli rubarono la borsa contenente la sua Bibbia e altri oggetti di valore. Arrivato alla sua abitazione, dopo essersi medicate le ferite, sul diario descrisse quel giorno come: il giorno più triste della sua vita, il giorno più infruttuoso del suo ministero, il giorno più infelice della sua attività pastorale. Dopo cinque anni, il sacerdote ritornò in quella chiesa e decise di condividere questa storia con i suoi fedeli. Quando finì di raccontare la storia, una coppia distinta di quella parrocchia lo fermò e disse: Padre, la coppia della storia che sedeva in fondo alla chiesa eravamo noi. Eravamo sull’orlo della separazione per vari problemi e disaccordi nella nostra casa. Quella sera avevamo deciso il nostro divorzio, ma prima abbiamo pensato di venire in chiesa per lasciare le nostre promesse e poi ognuno sarebbe andato per la sua strada. Ma lì in chiesa abbiamo abbandonato la decisione della separazione dopo aver ascoltato la sua omelia quella stessa sera. Ed ora oggi siamo qui con casa e famiglia ricostruite. Mentre la coppia parlava, uno degli imprenditori di successo che contribuiva a sostenere la chiesa, salutò tutti, chiedendo di parlare e, avuta l’opportunità, disse: Padre, io sono l’uomo che entrò mezzo sporco con una corda in mano. Ero sull’orlo della bancarotta, perso nella droga, mia moglie e i miei figli erano andati via di casa a causa delle mie violenze. Quella sera cercai di impiccarmi, ma la corda si ruppe. Allora decisi di comprarne un’altra… Quindi vidi la chiesa aperta, e decisi deciso di entrare, anche se ero sporco e con la corda in mano. Quella sera, la sua omelia mi ha trafitto il cuore e sono ripartito dalla chiesa con la voglia di vivere. Oggi sono libero dalla droga, la mia famiglia è tornata a casa e sono diventato il più importante uomo d’affari della città. Dalla porta d’ingresso della sacrestia, il sacrestano gridò: Padre, io ero uno di quei ladri che l’hanno derubato. L’altro è morto quella stessa notte quando abbiamo fatto la seconda rapina. Nella sua borsa c’era una Bibbia. Io l’ho letta ogni volta che mi svegliavo alla mattina. Dopo aver letto tanto, decisi di inserirmi in questa chiesa. Il sacerdote rimase scioccato e cominciò a piangere insieme ai fedeli: quella sera che egli considerava una sera di fallimento fu una sera molto fruttuosa”. (cfr. tropeaedintorni)

Sono passati ormai più di tre decenni dalla mia Ordinazione e molte e differenti e diversificate esperienze ho potuto fare e il bilancio non è sempre soddisfacente, avrei potuto fare di più e fare meglio e oggi leggendo il “servizio” attuale che svolgo dopo differenti anni, un lavoro che si divide in due dinamiche quella più strettamente di Assistenza Spirituale e l’altra più simile a quella del Parroco tradizionale, certo non mi rincuora e questa storia mi ha portato a fare un bilancio, per quanto debbo lasciare a Dio la raccolta della semina che cerco di fare, ma dicevo un bilancio che mi porta a soffermarmi a riflettere sullo stile della mia vita e del mio ministero, sulla predicazione e l’annuncio perché nonostante le differenti proposte di preghiera, di formazione e di svago alla fine ti accorgi che la comunità va per la sua strada e del vangelo e della preghiera rimane poco quando devi calarli nella vita e nelle scelte personali del tuo cammino. Vangelo e vita non vanno per nulla di pari passo quindi alla fine ti ritrovi una comunità a cui manca un cuore quello di Cristo capace di perdono ed essere misericordioso, di accogliere e di aprirsi, di dialogare e di essere vicini gli uni gli altri, ma la storia, conclude chi racconta, ha una sua morale:

Esercita la tua vocazione (lavoro / missione) con dedizione e zelo indipendentemente dal numero di partecipanti. Dai il massimo ogni giorno, perché ogni giorno sei uno strumento di bene per la vita di qualcuno. Nei giorni peggiori della tua vita puoi ancora essere una benedizione nella vita di qualcuno. Il giorno che consideri il giorno più infruttuoso della tua vita sulla terra, è in realtà il giorno più produttivo nel mondo spirituale. Dio usa le cattive circostanze della vita per produrre grandi vittorie. Non dire mai: “Oggi Dio non ha fatto nulla”, solo perché i tuoi occhi non vedono nulla”. (cfr. tropeaedintorni)

Così dico a me stesso e a voi: vivi la vita, la vocazione qualunque essa sia con impegno, dedizione, sacrificio. Vivi ogni giorno in modo pieno senza risparmiarti semina bene e pace nella comunità, nella tua famiglia e intorno a te e lascia fare al Signore che scrive diritto anche sulle righe storte della nostra vita, delle nostre miserie. Pregate per i vostri sacerdoti loro continueranno a pregare e stare vicino a voi e alla vostra vita pur con i loro limiti ma consapevoli del “dono” ricevuto.

«A Colui che ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue, che ha fatto di noi un regno, sacerdoti per il suo Dio e Padre, a lui la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen» (Ap 1, 5-8)

@unavoce

Foto di Copertina: dall’archivio parrocchiale