e Liturgia – Catechesi 6

 

Con questo articolo chiudiamo la prima fase di formazione sulla liturgia che ci siamo ripromessi di vivere in questo anno pastorale. Proseguiremo nelle prossime settimane con alcuni articoli che ci porteranno per mano a conoscere meglio la celebrazione Eucaristica, la S. Messa. Ricordo l’importanza per ognuno di noi di conoscere, sono cinque minuti di lettura che ci aiutano a conoscere la storia e i fatti per vivere meglio e di più i momento celebrativo nella nostra comunità.

@unavoce

 

“Termino con questo ultimo capitolo sulla liturgia, sperando che sia stato utile riflettere un po’ su questa realtà centrale della vita cristiana. Vorrei rispondere a due domande che emergono evidenti circa l’importanza della liturgia in un momento come il nostro caratterizzato da alcuni problemi drammatici che toccano in profondo la vita delle persone.

Una prima domanda mi viene da chi vive nelle responsabilità di ogni giorno in modo del tutto estraneo rispetto al messaggio religioso. La nostra è oggi una situazione di evidente scristianizzazione, nella quale la fede rischia la più totale irrilevanza. Allora perché pensare ai riti, alla liturgia, alle celebrazioni, quando in realtà è in questione il fondamento della fede? Di fronte a una provocazione di questo tipo ritengo che dobbiamo sentirci impegnati a restituire un’esperienza autentica di vita cristiana. A uno che dichiara l’assoluta insignificanza del cristianesimo, che afferma che non ha nessun valore il discorso religioso e di Gesù Cristo per la storia e i problemi del mondo d’oggi, la risposta cristiana non può essere se non la testimonianza autentica e gioiosa di una vita che si centra su Gesù e la sua Parola. Di fronte a queste problematiche dobbiamo domandarci se è lecito emarginare la liturgia, quando per una comunità di credenti essa è il luogo del ritorno alle origini, del confronto con la sorgente, della verifica su Gesù, il Maestro, il Signore della storia. Penso di no: se c’è un momento in cui occorre recuperare fino in fondo l’urgenza di una liturgia vissuta è il nostro tempo, perché la liturgia non sta tra le cose esteriori che fanno bella una parata, sta tra le cose di fondo che reggono l’esperienza religiosa. Questo è un momento di recupero dell’esperienza liturgica, sapendo sì che in essa non potremo mai esaurire tutta l’esperienza cristiana, ma in essa ne ritroviamo il senso e la ragione.

Una seconda domanda, positiva questa volta, muove dall’affermazione che oggi è il momento in cui sentiamo una formidabile esigenza di fare, per davvero e senza riduzioni, il cammino di discepoli di Gesù Cristo; è il momento in cui avvertiamo l’urgenza di scelte cristiane radicali e genuine che suonano come testimonianza della carità, della povertà, della libertà che ci consente di perdere noi stessi come condizione per mettersi al servizio, perché non abbiamo interessi da difendere e non abbiamo i granai pieni per cui non dormire di notte.  In questo contesto ci si chiede se la liturgia non sia uno strumento eccezionale e positivo appunto perché è luogo del permanente incontro con Gesù Cristo. E’ il luogo della comunione con la sua Parola, luogo dell’esperienza della comunione tra fratelli, luogo del pane condiviso. In fondo mi sembra che la liturgia faccia parte di quelle forze positive enormi che la Chiesa ha al proprio interno per ributtarci nel Vangelo; non è un diaframma che divide, piuttosto un valore che ci spinge verso la comunione; è il cuore dell’esperienza cristiana. Il recupero della preghiera comune, insieme, corale, sta tra quei valori di fondo che si vanno recuperando: oggi tra i tratti qualificanti dell’essere discepoli sta indubbiamente anche quello del pregare nel nome di Gesù Cristo. Allora si può anche capire un’ultima ragione che rende importante il discorso della liturgia. Di fatto che immagine di Chiesa diamo ai nostri fratelli? Quale volto di comunità? Oggi noi avvertiamo con urgenza l’esigenza di mostrare un volto autentico di Chiesa e se riuscissimo a vivere normalmente il nostro gesto domenicale dell’Eucarestia come espressione simultanea di gratitudine a Dio e attenzione ai fratelli, al mondo, ai poveri, forse avremmo testimoniato un volto diverso di Chiesa: più gioioso e più attraente.

Lo spazio del sacro è da custodire come il dono più prezioso che ci è consegnato, perché la nostra vita sia di Cristo e la nostra testimonianza sia autentica”. (cfr.Il Senso della Liturgia nel cammino di Fede di una Comunita’ Cap V )