È il tempo di riprendere

 

Talmente concentrati sul e nel sociale da dimenticare perché lo si fa. Se non recuperiamo la nostra fede in senso pieno, la nostra carità è vana, se non recuperiamo l’intimità con Dio, le nostre vite sbandano nelle strade della vita, se non recuperiamo la sacralità della nostra esistenza le nostre vocazioni cedono alla logica di un mondo che mette al primo posto solo l’interesse personale, lo star bene privato e non riesce a guardare al di la del suo naso.

Talmente presi ad osservare i fatti del mondo che abbiamo perso la nostra identità di cristiani, confondendo tutto in un unico grande calderone e giustificando parole e azioni o scandalizzandoci di cose che invece andrebbero analizzate da altre prospettive. Talmente presi a giudicare e a puntare il dito in nome di una verità, di una libertà, di una dignità da confondere libertà con liberalismo, dignità con egoismo, verità con quello che penso io, diventando ottusi e superficiali e perdendo le origini, le scelte, la fede e da essa la vita stessa. Talmente presi e storditi dai rumori del mondo da non sentire neppure più le parole, non solo quelle che dicono gli altri, ma quelle che diciamo noi.

Recuperare le nostre origini, recuperare la nostra fede, rinnovare le nostre scelte, rimetterci in cammino a rivedere la nostra fede come la viviamo se giustifichiamo ogni cosa in nome di una modernità o se invece siamo in grado di recuperare quei valori che creano e fanno la dignità dell’umo e del cristiano. Per intraprendere questo cammino è necessario fermarsi, fare silenzio, imparare ad ascoltare, conoscere e studiare il VANGELO e ripartire da esso in modo serio.

Il Vangelo non è in discussione e qualsiasi riflessione noi facciamo non dobbiamo dimenticarlo ne alterarne il messaggio né per i singoli né per le comunità. Al centro c’è Cristo e solo lui e va letto e vissuto nella sua interezza senza sconti o tirandolo da una parte o dall’altra a piacimento. Il Vangelo è quello punto fermo da cui partire per ogni confronto, cambiamento e qualsiasi attività noi svolgiamo. Il Vangelo è e deve essere il riferimento delle nostre scelte e delle nostre vocazioni e non è solo per i preti ma per ogni battezzato. Il vangelo non è in discussione e non è motivo di interpretazione, la Chiesa Cattolica ci garantisce l’interpretazione proprio perché nessuno possa seguire falsi profeti o le mode del tempo. Certamente il Vangelo è una voce fuori dal coro ma è in quelle Parole in quel vissuto che ci sta la vita cristiana e la vita della Chiesa se dimentichiamo questo ci allontaniamo da Dio e tutto ciò che costruiamo fallisce perché è per noi e non per Lui.

Per conoscere bisogna imparare e per imparare bisogna dedicare tempo e il tempo per formarsi non è solo quello dei bambini che si preparano ai Sacramenti e quanta difficoltà anche in questo, perché tutti pronti a far fare a questi bambini mille attività extrascolastiche ma guai al catechismo se impegna, capite che dobbiamo ripartire dalle basi, dai genitori e dai giovani che si preparano a creare una famiglia e rimettere al centro Gesù e il Suo Vangelo prima di andare a fare comizi o omelie e conferenze sulla pace, sulla carità, su questo o quel problema del mondo, non certo dico questo per sottovalutare l’attività e l’impegno che da sempre la Chiesa compie in questa direzione, ma alle nostre piccole comunità parrocchiali per sensibilizzare sul sociale in maniera cristiana bisogna dare i fondamenti della fede per comprendere che al di là di un impegno umano e umanitario condivisibile con tutti e per tutti e a tutti i livelli non sono queste le cose che ci distinguono o che ci fanno cristiani, ma ci fanno cristiani queste cose nella misura che nell’altro c’è per noi il Cristo nato, morto e risorto, altrimenti siamo una semplice organizzazione umanitaria, nobile causa, ma non serve essere cristiani per fare il bene.

Ora chiarito questo, la domanda che dobbiamo porci e non in modo polemico o con giustificazioni banali o scontate è: che cristiano sono? Bravo perché vado alla messa tutte le domeniche, aiuto i poveri, dico le preghiere? Che cristiano sono? Metto in pratica il Vangelo mi confronto con la Parola di Dio nelle scelte della vita da quelle fondamentali a quelle ordinarie e quotidiane? Che cristiano sono? Partecipo alla vita della Chiesa quella Chiesa pensata e voluta e creata da Cristo e che arriva a noi oggi tramite la successione Apostolica, so che significa questo? Oppure sono un cristiano che scusa e si scusa di tutto? Che banalizza tutto?

Sono questi i pensieri che dobbiamo fare insieme per rivedere la nostra fede non basta ricordarci di aver ricevuto il Battesimo, il Sacramento ci dona la Grazia ma a noi poi il compito di coltivarla e di crescere.

E’ ora di fare sul serio è ora di scendere dal piedistallo del perbenismo che ci siamo costruiti che diventa una scusa per non fare, per non scegliere, per non condividere e così facendo puntando il dito su questa o quella situazione ci scusiamo della mia pigrizia spirituale. E’ ora di fare sul serio con la preghiera, con la formazione, con la conoscenza delle cose di Dio e della Chiesa. E’ ora di fare sul serio a comprendere il Vangelo e le tradizioni, i Sacramenti, i sacramentali e rimetterci in gioco a pieno titolo. E’ ora di fare sul serio e dire basta alle scuse di non avere tempo, il mondo è cambiato lo sappiamo e lo vediamo tutti, i temi e i ritmi non sono quelli dei nostri nonni, ma si tratta di priorità, di scelte concrete se si vuole una cosa, se si crede in qualche cosa si trova tempo si fa di tutto per arrivare. E’ il tempo di fare sul serio con le nostre scelte di vita rinnovandole alla luce del Vangelo. E’ tempo di fare sul serio sulla formazione, la catechesi non rimandando o trovando scuse per non fermarci a studiare, conoscere quelle cose che sono il fondamento della nostra fede.

Usciamo dalla superficialità di una vita vuota e banale fatta di apparenza e di scuse, usciamo dalla superficialità fredda e distante che diventa egoistica e privata. Usciamo dal continuo giudizio e pregiudizio e iniziamo a fare sul serio. Usciamo dalle scuse banali e riprendiamo il cammino in Parrocchia con serietà e nella Chiesa, quella Chiesa che forse talvolta critichiamo quella parrocchia che non ci sta bene, è il tempo di un po’ di umiltà e ricominciare o cominciare a fare sul serio mettendo il Vangelo e la Parola di Dio al centro delle nostre attività e delle nostre scelte.

@unavoce

 

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