Un Servizio di Chiesa
«Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molti posti” (Gv. 1, 1-2)
Le guerre degli ultimi anni ancora in corsa portano alla ribalta anche il Servizio Religioso ai Militari, di recente un’intervista a un Cappellano Militare dell’Ucraina sul sito del Papa “Vatican News” ci presenta il lavoro prezioso di questi sacerdoti accanto ai giovani militari impegnati nel conflitto in corso.
Al di là di critiche vuote e sterili idealistiche che non portano da nessuna parte se non a fare conferenze o polemiche sul concetto e sull’opportunità, sta di fatto che queste persone hanno necessità di avere accanto un fratello maggiore che li ascolti, li conforti, li aiuti a vivere questo drammatico momento e nello stesso tempo non dimentichino la loro vita e la loro fede.
Sembra questo discorso non portare da nessuna parte ed essere inconciliabile con la vita di fede, ma questa è l’umanità che a fatica riesce a convivere pacificamente e questo impone difesa e nel difendere non solo purtroppo con le parole ma anche con una forza che aiuti i più poveri e i più deboli. Ovviamente questo non toglie e non deve togliere il discorso di ricerca della pace attraverso la diplomazia, il dialogo e il confronto tra le parti, una ricerca di una eliminazione o diminuzione del mercato delle armi e tutto quello che si vuole e ci vuole per potenziare e vivere la pace, ma il problema è l’umanità che a fatica riesce ad accordarsi nella convivenza rispettosa. Leggi, norme, trattati … talvolta non sono efficaci e sicuramente non sono sempre la garanzia di una pace. Pertanto i popoli necessitano di avere una difesa della loro vita, della loro terra, del loro popolo e questo ci porta a conflitti dolorosi e mortali.
In questo scenario dove tutti dobbiamo educarci alla pace e tutti in modo e secondo i propri ruoli sociali educare e lavorare alla e per la pace e alla e per la fraternità, l’accoglienza e il rispetto non possiamo dimenticare chi tra noi vesta la divisa per difendere la propria Patria e i suoi cittadini.
Un lavoro che si può fare solo stando accanto e condividendo il cammino anche nelle difficoltà. “Apprezzare, amare e non essere indifferenti” ci ricorda il Cappellano Ucraino e queste parole sono l’impegno costante dei Sacerdoti inseriti nelle Forze Armate di tutte le Nazioni, condividere e un cammino a pieno raggio apprezzando il loro impegno la loro formazione e il loro servizio, amandoli per quello che sono con le loro storie personali senza rimanere indifferenti al disagio al dolore e alla fatica che ogni giorno svolgono. In Italia in tempo di Pace forse ci sfugge tutto questo, ma i nostri militari si addestrano e lavorano ogni giorno perché questi conflitti non avvengano, si fanno parte interante degli aiuti internazionali per sostenere e difendere popoli e terre più in difficoltà.
Forse se tutti insieme, senza polemiche cercando ovviamente e sempre strade di dialogo, dobbiamo imparare a comprendere che ogni azione dell’uomo ha bisogno accanto di chi ricorda loro la vita spirituale e in questa vita di fede dove per il tipo di servizio nascono contraddizioni e difficoltà, essere accanto con rispetto. Spesso parliamo di coerenza e non dobbiamo mai dimenticarlo, ma in situazioni di emergenza come le attuali guerre in corso l’ideale, che va comunque perseguito e mai dimenticato, non può eliminare la vicinanza alle persone pur non condividendo le azioni, questi uomini e donne compiono il loro dovere e obiettare per coscienza rischia di portare ancora più morte e dolore.
Quindi con buona pace di chi anche nella Chiesa non vede di buon occhio i Cappellani Militari, del resto sono sempre i soliti a cui non va bene nulla e sanno tutto loro, rimane il fatto che dove vive l’uomo lì deve essere presente Cristo e l’osservazione perché “mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?” (Mt 9,11), la si comprende solo alla luce dell’amore e su questo vi lascio la Parola del Signore dal Vangelo di Luca (7,36-50) che orienta il nostro pensiero, il nostro impegno e il nostro servizio a custodire senza indifferenza, apprezzando e amando ogni fratello, questo vale per i Cappellani Militari e per ogni servizio di Chiesa al popolo di Dio là dove vive, dalle Carceri alle Scuole, dagli Ospedali alle Forze Armate, dalle Università agli ambienti di lavoro, da ogni servizio e ambiente di vita, un’attenzione che la Chiesa ha sempre ha avuto dalla sua fondazione ad oggi sull’esempio di Cristo.
@unavoce
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