La rabbia

 

Desisti dall’ira e deponi lo sdegno, non irritarti: faresti del male, poiché i malvagi saranno sterminati, ma chi spera nel Signore possederà la terra. (Salmo 37,8-9)

Non esser facile a irritarti nel tuo spirito, perché l’ira alberga in seno agli stolti. (Ecclesiaste 7,9)

Ero adirato col mio amico, Dissi la mia ira, la mia ira finì; ero adirato col mio nemico, non la dissi, la mia ira crebbe. (William Blake)

 

La nostra vita è condizionata dalle emozioni belle e brutte, buone e cattive ma come sappiamo le emozioni sono il frutto di cosa pensiamo e di come giudichiamo un determinato evento. Oggi con queste citazioni di apertura dalla Sacra Scrittura e da un poeta laico vorrei soffermarmi sulla rabbia.

“La rabbia è un’emozione di base, universale che appartiene all’esperienza umana comune e condivisa a prescindere dall’età, dalla cultura e dall’etnia di appartenenza. Essa deriva dall’istinto di difendersi per sopravvivere nell’ambiente in cui ci si trova; possiamo dunque affermare che ha una funzione adattiva”. (cfr. consultorioantera)

E’ proprio questa reazione che coltivata e vissuta in noi ci crea poi altre situazioni negative di profonda infelicità e insoddisfazione. Ci arrabbiamo con tutti e di tutto senza guardare poi a noi stessi e alle nostre azioni, guardi la pagliuzza nell’occhio del tuo fratello e non vedi la trave che c’è nel tuo (Lc 6, 39-42). Questa emozione poi crea dolore, sofferenza, malessere rendendo negativo tutto il nostro essere lamentandoci di tutto e di tutti e rivendicando giustizia e onestà da parte degli altri senza guardare prima dentro di noi. Tutto deve essere perfetto attorno a noi ma mai ci guardiamo dentro, così la rabbia repressa o meno si accumula e cresce dentro di noi portandoci a parlare male a giudicare a puntare il dito, nei migliori dei casi e in altri episodi più eclatanti anche con la violenza. Quando non abbiamo più argomenti alziamo la voce, quando siamo stanchi e stressati o alcune volte perché abbiamo subito esplodiamo in parole e gesti che poi nella calma ci accorgiamo non valevano la pensa. Una rabbia che esplode con parole pesanti che poi magari non pesiamo o che se pensiamo si potrebbero dire in altro modo in altro momento oppure reagiamo con il turpiloquio quasi ad accusare Dio di tutto ciò.

Molti modi possono esserci per reagire positivamente come l’autoironia, l’attività fisica o momenti di rilassamento, passeggiate all’aria pura, la natura, l’arte, la musica … C’è una rabbia malevola che diventa invidiosa e vendicativa e c’è una rabbia che potremmo usare invece per rialzarci dalle nostre cadute. La preghiera può essere la via e per noi cristiani è la via maestra magari potremmo inizialmente non trovare beneficio o farla per abitudine ma se riusciamo ad essere costanti allora lo Spirto Santo può agire nella nostra mente e nel nostro cuore e farci comprendere che la rabbia il più delle volte nasce perché ci manca qualche cosa o qualcuno ha mancato nei nostri confronti.

“Ci sono delle condizioni oggettive che non possiamo cambiare, a volte non capiamo perché il Signore permetta certe prove, certe ingiustizie, che il male operi, l’unica cosa certa è che Dio non ci abbandona e trasforma il male in bene, fa nascere rose dalle spine. Nella mia vita ho sperimentato che spesso prima di darci quello che ha preparato per noi, Dio ci fa passare dalla strada stretta e angusta (Mt 7, 14), attraverso il deserto. Controllare la rabbia richiede allenamento, respirare e contare fino a 10 prima di reagire, valutare il problema e trovare una strategia positiva, mantenere la pazienza (anche questa va allenata), cercare di tenere lontani i pensieri negativi, pregare molto, soprattutto benedicendo e lodando Dio e le persone che provocano in noi malessere: la lode e la meditazione cristiana sono ottimi strumenti”. (cfr.frafelice)

Chiudo rimandandovi a dei brani di vangelo che possono aiutarci a riflettere sulla rabbia: Mt 3, 7-12   Mt 11, 20-24  Mt 21, 12-17.

“I brani di Vangelo proposti possono favorire un approfondimento sulla rabbia. – Il Battista scaglia contro i farisei e i sadducei tutto il suo coraggio. Pur interpretando in modo rivoluzionario la venuta del Messia, la sua rabbia gli concede di non temere un annuncio esplicito alla conversione, perché i suoi interlocutori possano ravvedersi e prepararsi all’incontro con il Salvatore. – La rabbia di Gesù si scaglia contro le città che non hanno accolto la sua predicazione, contro coloro che non sono stati capaci di scorgere nei prodigi compiuti i segni per un cambiamento radicale di vita. – Gesù scaccia energicamente coloro che hanno mercificato nella casa del Padre, rendendo il luogo del culto (del dono) un luogo di interessi e di guadagni (di furti e di rapine)”. (cfr. capiestivi.odielle.it)

@unavoce

 

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