di Pasqua

 

“Alleluia! Oggi Cristo è risorto e in lui ci è aperto il passaggio alla vita eterna. Dal fondo del sepolcro come dal fonte battesimale è scaturita per noi la salvezza. Dall’abisso del peccato e della morte si è sprigionata la vita nuova, la vita dei figli di Dio, che rinasce per non morire più. «Questo è stato fatto dal Signore, una meraviglia ai nostri occhi!» Sì, chi è passato con Cristo da morte a vita contempla la realtà con occhi nuovi, come quelli del discepolo Giovanni: occhi di cielo capaci di scorgere nella terra segnata dalle ombre i segni luminosi della vita risorta. Vuoto è il sepolcro, la pietra tolta, i teli posati, il sudario avvolto con cura… Il discepolo amato «vide e credette». Che cos’è la Pasqua se non un “passaggio di sguardo”? Dal vedere con gli occhi del corpo al contemplare con gli occhi dello Spirito. Se nel Vangelo i discepoli non incontrano ancora il Risorto, è perché il primo vero dono pasquale è la fede che nasce dal loro cuore, come dal nostro: la capacità di vedere e comprendere la storia oltre ciò che appare, con gli occhi del Risorto, per essere sin d’ora partecipi della sua gloria”. (Sorelle Clarisse, Monastero Immacolata Concezione – Albano Laziale)

Una gioia che prosegue per otto giorni e che ci ricordano che il Mistero della Risurrezione di Cristo è al centro di tutta la nostra vita cristiana!

“Introdotta dall’imperatore Costantino nel IV secolo, la pratica religiosa dell’ottava fa sì che per otto giorni la Chiesa ripeta la stessa solenne liturgia durante la Messa e ribadisca così il mistero ivi celebrato. Così, l’ottava di Pasqua consiste negli otto giorni successivi alla festa della Risurrezione, fino alla domenica successiva, anticamente chiamata “domenica in albis”, che significa “domenica in bianche vesti”.  Giovanni Paolo II l’ha ribattezzata “Domenica della Divina Misericordia”, dopo la canonizzazione di Suor Faustina negli anni 2000. L’ottava di Pasqua dà così un tono particolare alla festa di Pasqua, poiché ogni giorno che segue è ancora un giorno di festa, è sempre il giorno della risurrezione di Cristo!”. (cfr. hozana)

In questi otto giorni la Parola di Dio ci accompagna con le apparizioni di Gesù dopo la Risurrezione. Appare a Maria Maddalena, ai discepoli di Emmaus, agli Apostoli la sera di Pasqua e sul Mare di Tiberiade. Apparizioni che da una parte sconcertano e dall’altra rinnovano la fede, apparizioni che fanno comprendere il messaggio della Salvezza, un messaggio di amore che non finisce con la morte ma che rimane per sempre per giungere alla vita eterna, la vita che non si corrompe che è luce che è gioia e che dissipa la paura e ridona la speranza quella speranza che era venuta mancare a tutti e che i discepoli di Emmaus ci fanno comprendere con il loro ritornare delusi a casa ma che riprendono coraggio e tornano a sperare quando, pur non sapendo, incontrano il Signore. Quella speranza che non ci deve mai essere rubata nonostante i fatti che ci sembrano dire il contrario. Il Santo Padre scrivendo ai cristiani di Terra Santa così si esprime in merito alla speranza: “Fa’ che nessuno ci rubi dal cuore la speranza di rialzarci e di risorgere con te, fa’ che non ci stanchiamo di affermare la dignità di ogni uomo, senza distinzione di religione, di etnia o di nazionalità, a partire dai più fragili: dalle donne, dagli anziani, dai piccoli e dai poveri”. (cfr. Vativannews)

Questa allora anche la nostra preghiera in questi otto giorni di Pasqua, una preghiera al Signore “nostra pace” perché liberi “il cuore dell’uomo dall’odio, dalla violenza e dalla vendetta” per poter anche noi vedere con il cuore il Cristo che passa nella nostra vita e apparire nella nostra storia con la luce sfolgorante che dissipa il buio del male che ci circonda. La gioia della Pasqua scaldi il nostro cuore e riaccenda in noi l’impegno alla testimonianza autentica, all’impegno vero, alla vita onesta, alla fede rinnovata.

@unavoce

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