Frutto dell’amore

Or Mosè, nella legge, ci ha comandato di lapidare tali donne; tu che ne dici?» Dicevano questo per metterlo alla prova, per poterlo accusare. Ma Gesù, chinatosi, si mise a scrivere con il dito in terra. (Gv. 8,5-6)

 

Il Santo Padre prima di Pasqua ha affrontato nelle sue catechesi del Mercoledì la Virtù della Pazienza e ti rimando al testo integrale per una tua lettura personale.

“La pazienza di Gesù non consiste in una stoica resistenza nel soffrire, ma è il frutto di un amore più grande. Alla radice della pazienza c’è l’amore, come dice Sant’Agostino: “Uno è tanto più forte a sopportare qualunque male, quanto in lui è maggiore l’amore di Dio”. (cfr. Vaticannews)

Una virtù che forse tutti dobbiamo riscoprire, una pazienza che non è sottomissione ma come ci insegna Gesù nella Passione, “con mitezza e mansuetudine”, infatti, “accetta di essere arrestato, schiaffeggiato e condannato ingiustamente”. (cfr. o.c.)

Noi ci spazientiamo facilmente e in questi ultimi anni sembra venir sempre meno. Non abbiamo pazienza con nessuno e con nulla pronti a difenderci sempre senza farci un esame di coscienza senza vedere le nostre responsabilità, una pazienza che viene meno in famiglia sul lavoro e con gli amici e in prossimo in genere che sia conoscente o meno che sia Italiano o straniero.

La pazienza è quell’arte di saper aspettare, ci dice la psicologia: “Essere impazienti porta soltanto sofferenza e insoddisfazione. L’impazienza ci impedisce di goderci il presente, a causa dei pensieri sempre fissi sul futuro. E quando quel futuro arriva, raramente ci soddisfa: riusciamo a concentrarci solo su ciò che verrà dopo. La pazienza è una qualità necessaria per poter vivere nel qui ed ora, godendo appieno del momento presente, vivendolo, sentendolo e prendendone consapevolezza. Per questo motivo, è necessario dare più forza agli atteggiamenti che ci permettono di concentrarci nel momento presente”. (cfr. lamentemeravigliosa)

Il sistema del “tutto e subito” ci sta premendo ogni giorno di più, vogliamo tutto e subito senza faticare senza saper aspettare il momento giusto e questo vale sia nelle scelte di vita che nelle parole e nei rapporti interpersonali.

Se riusciamo a recuperare la pazienza ci accorgeremo che la vita ci offrirà delle opportunità, una pazienza non ferma ma operosa capace di fermarsi a contemplare ad ascoltare e ad accorgersi. Non cataloghiamo le persone e le situazioni ma impariamo a guardare e a saper valutare le cose con calma, una calma che riflette e che sa ampliare lo sguardo, che cerca di comprendere e di conoscere prima di parlare.

“I grandi santi, che sono anche i più esperti della vita, sono modelli di pazienza hanno costruito, sicuri del domani che loro non vedranno. Teresa di Avila ci insegna: Nulla ti turbi, nulla ti spaventi, tutto passa. Dio solo resta. Con la pazienza si ottiene tutto. A chi ha Dio niente manca. Dio solo basta”. (cfr. Mons. Giuseppe Mani)

Dio ha avuto e ha sempre pazienza con noi con le nostre fragilità e cadute impariamo dal Cristo ad avere pazienza anche tra di noi.

@unavoce

 

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