Liturgia della Parola

IV di Pasqua

I lupi aiutano sempre a capire chi ci ama davvero.

IV DOMENICA DI PASQUA

Io sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le pecore (Gv. 10, 11)

 

Lasciamoci affrancare nella fede, in questo piccolo “francobollo di spirituale”, con le parole di don Luigi Maria Epicoco: “L’amore è la logica del “mi importa” contro la logica dell’indifferenza. Lo dice chiaramente Gesù nel Vangelo di oggi: «Io sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le pecore. Il mercenario invece, che non è pastore e al quale le pecore non appartengono, vede venire il lupo, ab­bandona le pecore e fugge e il lupo le rapisce e le disperde; egli è un mercenario e non gli importa delle pecore». Infatti si capisce la qualità dell’amore di qualcuno non quando le cose vanno per il verso giusto, ma esattamente quando gi­rano per quello sbagliato. Tutti almeno una volta nella vita ci siamo accorti che i veri amici, ad esempio, sono quei po­chi che non se ne sono andati quando è finita la salute, o gli affari, o quando hai fatto l’esperienza di sbagliare e fallire. I lupi aiutano sempre a capire chi ci ama davvero. Per questo, credo che ci sia una provvidenza anche nelle cose brutte che ci accadono perché ci aiutano a svelare la qualità di molte nostre relazioni. Gesù si colloca soprattutto come colui che si mette in mezzo tra noi e i lupi. Siamo discepoli di Gesù perché è l’unico che senza nessun contraccambio si offre come colui che dà la vita per noi. Sia­mo discepoli di Gesù perché egli è l’unico che può offrire la sua vita avendo anche il potere di riprenderla, esercitando così un dominio sulla morte che nessun altro ha. L’esperien­za cristiana è quell’esperienza attraverso cui ci riconciliamo con la nostra debolezza (l’essere pecore bisognose di prote­zione) e smettiamo di essere convinti che l’unica maniera di sopravvivere è diventare lupi. Possiamo riconciliarci con la nostra debolezza perché siamo amati di un amore che ci dà il permesso di rimanere noi stessi. E offre la vita per questo”. (cfr. d.L.M. Epicoco)

In questa domenica dove pregheremo per le vocazioni il nostro pensiero non può non andare alla situazione internazionale ripensando alle parole di San Giovcanni Paolo II, ricordate nell’Editorianle di Vatican News: “Più di vent’anni fa, dopo l’attacco terroristico dell’11 settembre al cuore degli Stati Uniti, san Giovanni Paolo II pubblicò un messaggio per la Giornata mondiale della pace significativamente intitolato “Non c’è pace senza giustizia, non c’è giustizia senza perdono”. Parole vere, parole profetiche. La logica della reazione e della vendetta, della risposta che deve sempre seguire, innesca una spirale dalla quale è difficile uscire e le cui catastrofiche conseguenze saranno pagate dai popoli”. (cfr. A. Tornielli)