Nella casa del Signore

Una cosa ho chiesto al Signore,
questa sola io cerco:
abitare nella casa del Signore
tutti i giorni della mia vita,
per gustare la dolcezza del Signore
ed ammirare il suo santuario.
(Salmo 26,4)

 

Le parole del Salmo 26 ci portano immediatamente al centro dell’impegno cristiano, siamo creati per adorare il Signore tutto il resto diventa necessario per raggiungere questo scopo: Adorare Dio. Ora con questa consapevolezza all’inizio dell’anno vi scrissi una lettera alla comunità parrocchiale (“Scrivo a voi”, che trovate nella pagina delle lettere) che oggi voglio riprendere con la speranza che possa servire a noi e a chi ci segue.

Papa Francesco ci ha invitati a vivere questo anno che precede il Giubileo come un anno dedicato alla riscoperta della vita spirituale e in modo particolare alla preghiera: “un pellegrinaggio, specialmente se impegnativo, richiede una buona preparazione. Per questo l’anno che precede il Giubileo, è dedicato alla preghiera. Tutto un anno dedicato alla preghiera. E quale maestra migliore potremmo avere della nostra Santa Madre? Mettiamoci alla sua scuola: impariamo da lei a vivere ogni giorno, ogni momento, ogni occupazione con lo sguardo interiore rivolto a Gesù. Gioie e dolori, soddisfazioni e problemi. Tutto alla presenza e con la grazia di Gesù, il Signore. Tutto con gratitudine e speranza”. (cfr. Papa Francesco)

Questo invito ci offre l’opportunità di ripensare alla nostra vita cristiana a come viviamo il Vangelo e quindi come attuiamo i Comandamenti. Non dobbiamo dimenticare le basi di questa nostra appartenenza che nascono dal giorno del nostro Battesimo e che si concretizzano attraverso le scelte che sono state fatte dalla Cresima, al Matrimonio, …all’Ordine Sacro …fino ad oggi. La religione Cristiana Cattolica ha alla base i Comandamenti che non vanno disattesi e sui quali si fanno le nostre scelte di vita e con i quali ci si deve sempre confrontare. Essere Cristiani e Cattolici significa partecipare alla vita della Chiesa attraverso la comunità Parrocchiale e questo vale per tutti, alcuni poi partecipano anche a gruppi Ecclesiali per una maggiore necessità di profondità, ma per tutti essere Cristiani significa vivere la vita Ecclesiale in modo pieno.

La nostra Comunità non propone grandi attività ma sappiamo che la parte centrale è la vita liturgica e di preghiera, pertanto proporre gesti concreti ha lo scopo di aiutarci ad avere una maggiore consapevolezza del Vangelo. Alla luce di questo faccio memoria a me e a tutti che tra i Comandamenti c’è “il Santificare le feste” e questo significa che c’è l’obbligo della partecipazione alla S. Messa domenicale e festiva, grazie a Dio siamo in una terra dove le chiese non mancano, pertanto l’invito e il richiamo è quello di partecipare alla vita di quella comunità che avete scelto e allora è il momento di organizzarsi bene e di superare la pigrizia e la superficialità e questo significa che non si può mancare alla S. Messa, la Celebrazione Eucaristica è il cuore della vita Cristiana.

Sarà importante non scusarsi delle mancanze e di rinnovare le scelte e mettere delle priorità senza giustificare le assenze. Se uno per lavoro o altro prevede di non poter partecipare alla S. Messa domenicale o festiva andrà il sabato alla prefestiva, ma mancare significa pensare che non è fondamentale ed è più importante qualsiasi altra attività. Il mondo moderno ci ha impigrito e ci educa alla superficialità di queste cose ritenendole superate e non essenziali, mi spiace ricordarvi invece che sono il fondamento della vita Cristiana e anche della vita ordinaria, se non siamo capaci di fedeltà alle piccole cose, se non saremo capaci di dare valore alle cose ordinarie difficilmente saremo capaci di altro.

Lamentiamo che i giovani non vengono più in Chiesa o vengono occasionalmente dando la colpa, se così possiamo dire, al mondo moderno, ai preti, alla Chiesa, ma vi ricordo che la fedeltà nasce dall’esempio di casa unito al dialogo e al confronto delle cose di Dio che però bisogna conoscere nel dettaglio senza scuse o giustificazioni di scelte e atteggiamenti.  Non si va in Chiesa per il prete, certo lui ha delle responsabilità maggiori e la Chiesa non è una organizzazione per creare eventi ma è il luogo della preghiera e questo è quello che noi perseguiremo e che in questi anni abbiamo cercato di fare e proporre. La cura che ci mettiamo nelle altre cose della vita deve esserci anche nelle cose di Dio: partecipazione, puntualità, formazione, dialogo, confessione e altri momenti di preghiera sapendoci organizzare. Tutti hanno impegni e lavori pertanto dipenderà dalla scala di priorità che avete e questa mostrerà la vostra fede. Credere significa esserci così come amare significa impegnarsi in tutti gli aspetti sapendo rinunciare al proprio comodo. Se essere amici significa frequentarsi lo stesso e maggiormente lo è e lo deve essere per Dio. Essere suoi amici significa esserci non solo  quando abbiamo bisogno, quando ci fa comodo, quando ce la sentiamo ma sempre anche quando costa fatica.

@unavoce

 

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