Ci allontana da Dio
Principio della superbia è allontanarsi dal Signore;
il superbo distoglie il cuore dal suo creatore.
Principio della superbia infatti è il peccato;
chi ne è posseduto diffonde cose orribili.
Perciò il Signore ha castigato duramente i superbi
e li ha abbattuti fino ad annientarli. (Sir 10, 12-13)
Principio di ogni peccato è la superbia. Superbia di chi ha ruoli di comando chi si sente più importante di altri per età posizione status sociale …
“Ecco allora la lunga lista di sintomi che rivelano il cedimento di una persona al vizio della superbia. È un male con un evidente aspetto fisico: il superbo è altero, ha una “dura cervice”, cioè, ha un collo rigido, che non si piega. È un uomo facile al giudizio sprezzante: per un niente emette sentenze irrevocabili nei confronti degli altri, che gli paiono irrimediabilmente inetti e incapaci.” (cfr. Papa Francesco)
“Dei vizi che ci tentano, e con battaglia invisibile militano contro di noi al servizio della superbia che li domina, alcuni precedono come capi, altri seguono come esercito. Non tutti i vizi infatti occupano il cuore allo stesso modo. Ma mentre quelli maggiori, che sono pochi, sorprendono l’anima negligente, quelli minori e più numerosi l’affollano in massa. La stessa regina dei vizi, la superbia, quando prende pieno possesso del cuore sconfitto, lo consegna subito ai sette vizi capitali, come a certi suoi capi, perché lo devastino. Cioè, l’esercito segue questi capi, poiché è chiaro che da essi sorge la moltitudine fastidiosa dei vizi. Questo risulterà più chiaro citando ed elencando, per quanto è possibile, i capi e l’esercito distintamente. Radice di ogni male è la superbia, di cui la Scrittura attesta: ‘Principio di ogni peccato è la superbia’(Sir 10,15). I suoi primi germogli, appunto i sette vizi capitali, provengono da questa velenosa radice, cioè: la vanagloria, l’invidia, l’ira, la tristezza, l’avarizia, la gola, la lussuria. Ecco perché il nostro Redentore, preso da compassione nel vederci schiavi di queste sette vizi della superbia, pieno della grazia settiforme dello Spirito, venne ad ingaggiare la battaglia spirituale della nostra liberazione”. (cfr.GREGORIO MAGNO, Moralia in Job, XXXI, 87)
Papa Gregorio Magno sembra aver individuato nei vizi un super vizio quello della superbia origine di tutti gli altri. Un grande esame di coscienza propongo a me e a voi oggi, una verifica dei nostri modi di fare di agire di rapportarci con gli altri di rispondere io intervenire nella vita di famiglia di lavoro di società. Forse non ce ne rendiamo neppure conto talvolta i nostri modi di afre le nostre parole il tono delle nostre parole e alcune volte solo il viso e lo sguardo fanno percepire superbia.
La superbia è la trappola dell’amor proprio che non sa vedere oltre. Chi è superbo è altezzoso è egoista e pensa di aver ragione solo lui, nona scolta non si confronta non condivide. Chi è superbo pensa di aver sempre ragione di essere onnipotente di meritare giustizia per ogni cosa di accusare sempre gli altri. I superbi sono talmente concentrati su se stessi che non riesco ad ascoltare e comprendere le ragioni anche degli altri e rivendicano diritti e potere attenzioni e amicizie altolocate per portare aventi le proprie idee e la propria vanagloria. Il superbo si sente invincibile è su un piedistallo e non scende il superbo non conosce cosa significa umiltà semplicità attenzione amore li pretende ma non sa darli. Per tale motivo la superbia è uno dei vizi più gravi. Chi è superbo non bada agli altri non importa cosa fanno. Sappiamo però che la superbia nasconde insicurezza mancanza di fiducia in se stessi e senso di inferiorità, pertanto dietro la superbia c’è la paura. Tutto questo dovrebbe pertanto aiutarci a riflettere su noi stessi e dare risposte alle nostre paure insicurezze e il non sentirsi all’altezza di un compito di una vita, se non ci facciamo questa introspezione questo esame di coscienza non ne usciremo mai penseremo di aver sempre ragione e che tutti gli altri sono sbagliati. Non ammettendo i nostri errori baderemo al pensiero degli altri a cosa gli altri pensano di noi. Come uscirne? Con umiltà conducendo una vita semplice onesta attenta gli altri con amore semplicità carità generosità ma se non accetti di riconoscerti così sarai schiavo sempre di te stesso. Impariamo a togliere la maschera e a vivere con semplicità stupendoci del bello che c’è dentro di noi anche se fragile e del bello che c’è attorno a noi ci aiuterà ad accorgerci degli altri e ad mare con il cuore di Dio i fratelli.
@unavoce –foto: fonte