Liturgia della Parola

III di Pasqua

 

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Solo l’amore ci mette nel giusto discernimento delle cose.

III DOMENICA DI PASQUA

Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: “È il Signore!” (Gv 21,7)

Lasciamoci affrancare nella fede, in questo piccolo “francobollo di spirituale”, con le parole di don Luigi Maria Epicoco: “Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade”. Il racconto del Vangelo di oggi accade in un luogo geografico ben preciso e significativo. Tiberiade rappresenta il mondo pagano. L’apparizione del Risorto che viene qui raccontata sembra voler suggerire che ormai l’azione di Gesù non è solo per i Giudei ma per tutto il mondo. Allo stesso tempo l’indicazione che è sul finire della notte ci suggerisce che noi siamo sempre dentro questo passaggio di tenebre e luce. Gesù è Colui che troviamo nel cuore della notte e proprio per questo è l’inizio di un nuovo giorno. Egli ci viene a raccogliere proprio all’estremo dei nostri fallimenti, e ci invita a un tentativo nuovo che ci fa passare dalla infecondità alla fecondità: “Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci”. Ancora una volta i discepoli colloquiano con Gesù ma non comprendono immediatamente che è Lui. Solo l’evidenza di quella pesca miracolosa fa accendere nel cuore di Giovanni un’intuizione: “Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare”. Giovanni è il primo a capire che è Gesù perché è il “discepolo amato”. Solo l’amore ci mette nel giusto discernimento delle cose. Ma basta questa sua esperienza unica a smuovere la decisione di Pietro di correre a nuoto incontro a Gesù. Ci sono momenti nella vita in cui il nostro cuore intuisce l’essenziale. Altri in cui non sentiamo nulla ma con immensa umiltà ci fidiamo della parola di chi ci sta accanto, e proprio per questo non temiamo di deciderci a fare ciò che conta con generosità alla maniera di Pietro”.  (cfr. d.L.M. Epicoco)

 

 

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