Ibi Ecclesia

 

“Ubi Petrus, ibi Ecclesia; nulla mors, sed vita aeterna”. Risuonano nella mie mente questa espressione di Sant’Ambrogio: “Dove è Pietro, là è la Chiesa. E dove è la Chiesa ivi non c’è morte alcuna, ma la vita eterna”, citando le parole di Sant’Ambrogio tratte dal suo commento al Salmo 40 (41) e così accogliamo il nuovo Papa Leone XIV.

Un’emozione grande nel vederlo nelle vesti solenni del Romano Pontefice umile nella sua grandezza semplice con un sorriso disarmentate umano e nello stesso tempo che ci parla di Dio.

Le sue parole confermano quello che gli occhi vedono. Pace a Voi Dio ci ama il male non prevarrà costruire ponti amarci tra di noi sono questi glie elementi chiave del suo primo discorso che ci portano immediatamente a pensare al suo servizio che ha iniziato.

Uno di cultura religioso stimato missionario infaticabile ecclesiastico di curia un esperienza di vita che porterà alla Chiesa un valore aggiunto. Lo Spirito Santo ci ha accarezzati il volto e l’anima in un momento di disorientamento per la perdita improvvisa di papa Francesco in un contesto ecclesiale difficile in un mondo in fiamme lo Spirto Santo ha guidato i cardinali che hanno scelto questo “prete” che nella sua lontana dai riflettori siano ad oggi ci porta una ventata di speranza e il coraggio di rimetterci in cammino.

Dove c’è Pietro lì c’è la Chiesa di Cristo. Questo è quello che non dobbiamo mai dimenticare. Un uomo che potrà avvicinare ogni parte della chiesa e dialogare con ogni parte del mondo. Sceglie il nome di Leone e senza dubbio rifacendosi all’ultimo Papa con questo nome un Papa del sociale con l’enciclica “Rerum Novarum” in un tempo di mutamenti dove anche oggi la storia si ritrova.

Dove c’è Pietro lì c’è la Chiesa di Cristo, questo non lo dobbiamo mai dimenticare e fuori dalla Chiesa non c’è salvezza checché se ne dica. La fede in Cristo è vissuta all’interno della Chiesa. La fede è personale se si vive nella comunità.

Riflettendo su questo ripropongo alcuni passaggi di una Catechesi di papa Benedetto XVI: “La tendenza, oggi diffusa, a relegare la fede nella sfera del privato contraddice la sua stessa natura. La nostra fede è veramente personale solo se comunitaria: Può essere la mia fede solo se si vive e si muove nel “noi” della Chiesa, solo se è la nostra fede, la fede della Chiesa. Abbiamo bisogno della Chiesa per avere conferma della nostra fede e per fare esperienza dei doni di Dio: la sua Parola, i sacramenti, il sostegno della grazia e la testimonianza dell’amore … in un mondo in cui l’individualismo sembra regolare i rapporti tra le persone, rendendoli sempre più fragili,  la fede chiama ad essere Chiesa, portatori dell’amore e della comunione di Dio per tutto il genere umano: Non posso costruire la mia in un dialogo privato con Gesù, perché la fede mi viene donata da Dio attraverso una comunità credente che è la Chiesa e mi inserisce nella moltitudine dei credenti in una comunione che non è solo sociologica, ma radicata nell’eterno amore di Dio. La fede, in altre parole, non è il prodotto di un mio pensiero, ma è frutto di una relazione, di un dialogo in cui il comunicare con Gesù mi fa uscire dal mio io racchiuso in se stesso per aprirmi all’amore del Padre … la fede cristiana è come una rinascita, in cui scoprirsi uniti non solo a Gesù, ma a tutti quelli che camminano sulla stessa via. Una nuova nascita che inizia con il battesimo e continua per tutto il percorso dell’esistenza … La fede nasce nella Chiesa, conduce ad essa e vive in essa, in quanto fin dagli inizi è il luogo della fede, il luogo della trasmissione della fede, in cui siamo immersi nella comunione con gli altri fratelli e sorelle di fede, con l’intero corpo di Cristo, tirati fuori dal nostro isolamento”. (cfr. Papa Benedetto XVI)

Così dobbiamo mare la Chiesa così dobbiamo amare il papa così dobbiamo vivere nelle nostre comunità.

@unavoce – foto: fonte

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