Maria il modello
“Una volta assunta in cielo, Maria può esercitare, senza alcuna restrizione, il suo compito di madre. Può seguire con lo sguardo tutti quelli che entrano nella Chiesa, aiutandoli in ogni momento. La condizione celeste le permette di dominare lo spazio e il tempo, di conoscere tutte le situazioni e d’intervenire ovunque lo desideri. La rende atta a portare nella sua preghiera a Cristo tutte le sue preoccupazioni per ciascuno di quelli che ama come propri figli”. (cfr. J. Galot)
Oggi più che mai sia nel mondo laico che in quello religioso, sia nelle famiglie che in ogni ambiente di vita l’aspetto che più sembra venir meno è l’unità.
E’ anche il sogno del Papa che nell’omelia di ieri nel giorno del suo inzio del Ministero Peterino ha ricordato: “vengo a voi come un fratello che vuole farsi servo della vostra fede e della vostra gioia, camminando con voi sulla via dell’amore di Dio, che ci vuole tutti uniti in un’unica famiglia.” … “Una Chiesa unita, segno di unità e di comunione, che diventi fermento per un mondo riconciliato”. (cfr. VaticanNews)
La mancanza di coesione ci porta a continui scontri e non parlo solo delle guerre in corso segno evidente di questa mancanza di unità e di obiettivi comuni ma in ogni aspetto della nostra vita.
L’individualismo è sempre più crescente lo vediamo nei singoli e noi gruppi. Al primo posto c’è sempre l’interesse personale e privato l’io spasmodico e poi tutto il resto e questo purtroppo lo vediamo a partire dalle famiglie dove al primo posto c’è l’interesse personale che anima la vita quotidiana dimenticando i ruoli e le vocazioni e così anche nella Chiesa e nella società. L’interesse non è mai il bene comune anche se lo si dice ma viene mascherato perché poi in fondo in fondo c’è l’interesse personale e un individualismo folle in tutti.
Abbiamo bisogno di obiettivi comuni condivisi e condivisibili nel solco della tradizione e in obbedienza a chi ce li offre e li riporta alla nostra attenzione animati dal desiderio di bene un bene non solo personale ma comune senza trincerarsi dietro le nostre zone di confronto dove ci sentiamo sicuri. Dialogare accettando l’opinione differente, confrontarsi con serenità e fare tesoro delle diversità che non devono impaurirci ma arricchirci e questo non significa massificare ma avere un respiro grande dove gli ideali comuni possano avere spazi di movimento onesto corretto e rispettoso.
Non si tratta di rinunciare o abdicare alle proprie idee o al proprio credo svendendo i prodotti o scimmiottando culture e realtà che non ci appartengono ma nel dialogo rispettoso trovare la strada per un cammino comune verso obiettivi seri e validi a beneficio della collettività.
Nella Chiesa questo è fondamentale pur conservando le caratteristiche le doti personali di ogni individuo di ogni realtà di ogni comunità avere lo sguardo rivolto a Cristo come unico riferimento e questo ci porta a conformarci senza massificarci ci porta ad vere una apertura che non è svilimento delle tradizioni ma recupero di quel rispetto che non svende il sacro per una maggiore partecipazione ma fa comprendere il valore delle parole e dei gesti che si compiono.
Maria in questo mese a lei dedicato ci viene in aiuto con la sua esperienza. Lei ha saputo tenere unita la comunità apostolica, Lei presente con rispetto e il più delle volte in silenzio ma con lo sguardo a Gesù offrendo uno stile di vita “fare quello che vi dirà” che è mettersi nelle mani di Dio non aspettando il miracolo ma operando con intelligenza e attenzione verso chi ci circonda senza perdere il senso del momento. Senza snaturare le nozze di Cana con il suo intervento ha da compimento al momento suggerendo l’agire attraverso la fiducia del Signore. Lei è mediatrice tra noi e Dio tra il nostro modo di penare e quello del Signore al quale tutti come cristiani come credenti dobbiamo conformarci un conformarsi ricco dei doni dello Spirito Santo che non tarpa le ali ma offre spazi di azione intelligenti seri e aperti nel rispetto della volontà di Dio.
La storia della Chiesa ci insegna in più di due mila anni questo stile, se mettiamo davanti i nostri interessi rischiamo di far fallire la festa di nozze se ci apriamo al nuovo con intelligenza pensando al bene comune la festa rimane lo spazio dell’azione di Dio che sa rinnovare ogni cosa. Preghiamo lo Spirito Santo e poniamoci con amore insieme a Maria in quel Cenacolo fatto di stima reciproca di passione per il Signore di impegno per annunciare Cristo superando paure e limiti e lasciando agire lo Spirto Santo dentro di noi. Maria ha tenuto unita la comunità apostolica e in Lei allora troviamo lo slancio per recuperare il desiderio e l’impegni di costruirla ogni giorno.
@unavoce – foto: fonte