Nicea
Gesù Cristo, Figlio di Dio, Salvatore
Millesettecento anni sono passati da quel 20 maggio 325 quando l’imperatore Costantino convocò il primo concilio ecumenico non tanto per mettere pace tra le religioni ma perché così facendo dava maggior saldezza all’imperno che altrimenti rischiava di indebolirsi per le divisioni interne.
Un concilio profetico che mise sul piatto differenti elementi dogmatici cioè su argomenti inerenti al religione che si prendono per veri perché rivelati da Dio e la chiesa prende come tali da considerarsi come verità indiscutibili perché è una verità rivelata da Dio. Tale verità può essere stata desunta dai Vangeli dagli Apostoli, o riportata nella Sacra Tradizione, ovvero quell’insieme di notizie e fatti legati alla fede trasmessi dapprima oralmente, poi in forma scritta, da cui scaturì la formula del Credo che recitiamo nelle S. Messa a contrastare il diffondersi dell’arianesimo che non riconoscenza Gesù come vero Dio, e la proposta di una data comune per la pasqua.
Questi gli elementi più significativi di una riunione universale tra chiese d’oriente e d’occidente e anche quelle nate dallo riforma insomma una congregazione molto grande che abbracciava tutti e che oggi a distanza di 1700 anni ci riporta a riflettere su le questioni dogmatiche emerse allora per tornare a riflettere e impegnarsi all’unità della Chiesa in ogni sua forma da oriente a occidente con una data comune per la pasqua che quest’anno dopo undici anni ricade per entrambi il 20 aprile e superare quell’arianesimo che ancora oggi dilaga nella nostra società disconoscendo Dio e Gesù come suo figlio.
Un concilio che definì la trinità la maternità di marita attraverso una nascita verginale di Gesù e che rimane come caposaldo. Questioni dogmatiche che a chi non è avvezzo a queste cose pensa che siano tutte cose superabili ma che sono il fondamento della fede pertanto celebrare questo anniversario nell’anno santo ci riporta a ricercare l’unità e la fratellanza tra le chiese certi che questo possa essere strumento utile per la fratellanza universale.
Un concilio ecumenico quindi universale non solo di una parte ma di tutte le parti il primo di una lunga serie, la chiesa ne ha celebrati ad oggi 21 di cui 7 ecumenici, che arrivano sino al concilio ecumenico vaticano aperto nel 1962.
Una storia che corre lungo i secoli che non può non essere conosciuta perché altrimenti rischiamo di non comprendere il nostro agire e il nostro operare nella Chiesa quella Chiesa voluta da Cristo. Ovviamente strutte e formalità subiscono dei tempi e della storia ma il cuore di questo cammino è cristo al centro e dall’età a apostolica la Nicea sino al vaticano II e oggi al sinodo credo che non si possa non fare una riflessione che ci faccia comprendere un cammino che deve continuare per coltivare quell’unità indispensabile non solo per la chiesa e le chiese la religione e le religioni ma per il mondo.
Le diversità non sono un limite ma la vera ricchezza che se messe a concerto formano una sinfonia universale a beneficio dell’umanità.
@unavoce – foto: fonte