disarmiamole

 

Una espressione significativa e programmatica “disarmiamo le parole” quella che ha detto il Papa all’udienza con gli operatori della comunicazione dopo la sua elezione. Le Parole hanno un potere immenso e sappiamo, citando la Sacra Scrittura uno per tutti il libro dei salmi, che: “Hanno affilato la loro lingua come spada e hanno scagliato come frecce parole amare, per colpire di nascosto l’uomo integro; lo colpiscono all’improvviso, e non hanno paura”. (cfr. Salmo 64,3-9)

Questo ci porta allora a riflettere sulla potenza della lingua, una lingua corretta non solo grammaticalmente e secondo i vari idiomi ma corretta come messaggio come espressione come scelta di parole nei vari contesti della nostra vita. Parole rispettose e non cattive, vere e autentiche senza supporre e infiltrare dubbi. Parole pensate e ponderate parole ricercate nella verità del messaggio che si vuole trasmettere.

“Le parole non sono quindi solo uno strumento di comunicazione: attraverso un linguaggio gentile e consapevole possiamo cambiare il senso e l’impatto di una presentazione, possiamo contribuire a creare immagini e stato emotivi positivi dentro di noi e, attraverso la nostra comunicazione, anche in chi ci ascolta”. (cfr. m.p.)

Disarmare le parole usando linguaggi di pace di dialogo di rispetto pur nella diversità di pensiero di credo religioso o politico di fede o nelle filosofie di vita è questo l’invito rivolto ai professionisti della comunicazione ma credo che nel mondo dei social possa essere un invito per ogni persona nel suo quotidiano comunicare. E’ concretamente un lavoro che tutti possiamo svolgere oggi perché tutti abbiamo accesso attraverso i media al mondo della comunicazione dove pubblichiamo ogni attimo della nostra vita quasi a cercare un palcoscenico, pertanto se da questo piano vogliamo in qualche modo raccontare la nostra vita o commentare quella degli altri non solo cercando visibilità, possiamo allora anche diventare strumenti di pace di una comunicazione bella ricercando parole musiche immagini che parlino del bello del bene e del vivere e anche quando vogliamo riportare notizie tristi o che ci hanno scandalizzato o altro non dimenticare mai l’leganza e il rispetto delle parole e delle immagini adatte per trasmettere la notizia o il nostro pensiero in modo onesto e pacifico.

Un linguaggio educato e gentile bello e corretto fa passare la verità senza coprirla con la nostra verità. La ricerca del consenso rischia di farci dimenticare la realtà e la verità non ha bisogno del consenso ma è nemico del vero e del bello pertanto come cristiani ognuno di noi può essere strumento di pace di amore e armonia in dialogo e confronto con il mondo dalla sua piccola “ribalta”.

L’invito di Papa Leone XIV agli operatori della comunicazione di fare una comunicazione intelligente e libera onesta e corretta vale per ognuno di noi che pur non essendo professionisti del settore comunichiamo continuamente con gli strumenti che abbiamo a disposizione. Piccoli e grandi giovani e vecchi possiamo comunicare il bello e il vero, possiamo essere strumenti di annuncio e testimonianza dell’amore di Dio all’umanità.

@unavoce – foto: fonte

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