Per costruire la comunità

 

“Come dunque vedete che esprime unità tutto quel che è stato fatto, così anche voi siate uno, amandovi, mantenendo l’unità della fede, l’unità della speranza, l’indivisibilità della carità. Quando questa cosa la ricevono gli eretici, ricevono una testimonianza contro sé stessi, perché essi vanno cercando la divisione, mentre questo pane è segno di unità. Allo stesso modo anche il vino era in tanti acini e ora è una cosa sola; è uno nella soavità del calice, ma prima è stato spremuto nel torchio. E anche voi, dopo quei digiuni, dopo le fatiche, dopo l’umiliazione e la contrizione, ormai nel nome di Cristo siete confluiti in un certo senso nel calice del Signore. Siete dunque qui sulla mensa, siete qui nel calice. Tutto questo lo siete insieme con noi. Insieme infatti ne prendiamo, insieme ne beviamo, perché insieme viviamo”. (discorso 229).

Torno con questa citazione di Sant’Agostino all’impegno di costruire unità essere unità gareggiando nello stimarci come ci ricorda san Paolo. La nostra fede è vana se manchiamo in questo la nostra regione vuota se non costruiamo unità, la nostra comunità vuota se viviamo da egoisti. Essere comunità cristiana, essere comunità parrocchiale essere Chiesa è il fulcro della nostra vita di credenti. La fede si vive nella Chiesa e senza di essa non c’è salvezza. Potete accampare tutte le scuse che volete o teorizzare altre riflessioni ma questo è il cuore della cristianità.

Ora noi siamo una piccola comunità ma se non ci rinnoviamo in queste convinzioni e nell’impegno non costruiremo nulla anzi invece di essere il luogo della crescita diventerà il luogo della divisione.

Sentirsi comunità accade quando si è uniti collaboratori e tutti attori dove il regista è uno solo, Dio.

Come costruire allora una comunità serena condivisibile e vivibile? Con l’onestà con le cose dette apertamente con educazione con amore segno di fraternità e non di superiorità con proposte e impegno a condurle. Nessuno è escluso nessuno è deputato a decidere se non il Parroco che raccolte le informazioni sceglie la soluzione che ritiene più adatta per il bene della comunità.

Non si tratta di comandare ma di coordinare nella carità cercando il bene comune e migliore per tutti, non sempre si può accontentare tutti ma nella varietà delle iniziative dei tempi e dei modi ci si adatta per il bene comunitario. Tutti sono chiamati a costruire la comunità senza aspettare tutti sono protagonisti comunicando e condividendo nessuno è più grande dell’altro ma tutti allo stesso livello e senza giudizi e pregiudizi ma seriamente con consapevolezza e impegno. Se non siamo disposti a questo cammino non siamo disposti a vivere la vita della Chiesa né qui né altrove.

Riflettiamo insieme seriamente rinnoviamoci, l’alternativa è una fede di facciata e non un vangelo vissuto.

@unavoce – foto: Il Coro Parrocchiale nelle celebrazioni al mare estate 2024

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