Liturgia della Parola
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si fa esperienza di vita eterna quando si vive la compassione.
XV TEMPO ORDINARIO
«Maestro, che devo fare per ereditare la vita eterna?» (Lc 10, 25)
Meditando la PAROLA con don Luigi Maria Epicoco: “Il Vangelo di Luca di oggi è esplicito nel dirci che il dottore della Legge che fa questa domanda lo fa essenzialmente per mettere alla prova Gesù, ma gli siamo comunque grati perché grazie a questa domanda Gesù ci ha regalato la parabola del buon Samaritano. Infatti ciò che Gesù ha a cuore di dire è molto semplice: si fa esperienza di vita eterna quando si vive la compassione. La storia raccontata è costruita sull’assordante silenzio di chi dovrebbe in realtà essere il protagonista, cioè il malcapitato che viene rapinato e lasciato mezzo morto a terra. Quest’uomo in tutta la storia non dice una sola parola, non chiede nemmeno aiuto, non ringrazia, non fa davvero nulla. È la condizione in cui possiamo venirci a trovare in alcuni periodi della vita in cui siamo talmente tanto provati dagli eventi da non avere né preghiere, né desideri espliciti, né forza alcuna. Che succede quando siamo in totale impotenza? Il Signore si ferma e fa qualcosa per noi anche se noi non abbiamo nemmeno la fede o la forza per chiederglielo. Siamo amati al di là di quanto siamo capaci di credere in questo amore. Ma Gesù vuole aggiungere anche un altro insegnamento che si somma alla gratuità disarmante con cui siamo amati: quando ti accorgi di essere stato amato così allora non rimanere uguale, riverbera con la tua vita l’amore ricevuto, comportati come fa Dio, ama con compassione e gratuità chi incroci nella vita, specialmente quelli che apparentemente ti capitano per caso sulla strada della tua esistenza”. (cfr. d.L.M. Epicoco)