Liturgia della Parola

XXI Tempo Ordinario

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Gesù ci dice che la salvezza non è un muro contro cui andiamo a sbattere, ma una possibilità

XXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

“Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, vi dico, cercheranno di entrarvi, ma non ci riusciranno”. (Lc 13, 24)

 

Meditando la PAROLA con don Luigi Maria Epicoco: “«Signore, sono pochi quelli che si salvano?». È una domanda molto concreta quella con cui inizia il Vangelo di oggi. Infatti si può cadere in una doppia trappola: o pensare che nessuno potrà mai salvarsi perché la radicalità del Vangelo è inapplicabile alla vita concreta, oppure pensare che la salvezza è un dono che non richiede nessuna nostra libertà perché agisce come una magia sulla vita di tutti. Gesù usa un’immagine che ci salva da questa doppia deriva: “Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, vi dico, cercheranno di entrarvi, ma non ci riusciranno”. Parlando di porta Gesù ci dice chiaramente che la salvezza non è un muro contro cui andiamo a sbattere, ma una possibilità che si apre concretamente davanti a noi. Gesù non ci viene a proporre una salvezza impossibile, ma una salvezza che si dà a noi appunto come possibilità. Ma essa non è a costo zero perché subito specifica che questa porta è stretta, quindi per passarvi bisogna abbandonare tutta la zavorra che ci impedisce il passaggio. Questa zavorra è l’apparenza, è il sentirsi al sicuro solo perché si vive incasellati in un posto che sembra dirci che sicuramente siamo dalla parte giusta. Non servirà a nulla presentare le nostre credenziali del mondo quando dovremmo rendere conto della nostra vita: “Signore, aprici. Ma egli vi risponderà: Non vi conosco, non so di dove siete. Allora comincerete a dire: Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze. Ma egli dichiarerà: Vi dico che non so di dove siete. Allontanatevi da me voi tutti operatori d’iniquità!”. Non ci salveranno i registri delle nostre appartenenze ecclesiali e sociali, ma solo la giustizia di come avremo realmente vissuto”. (cfr. d.L.M. Epicoco)

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