sentirsi realizzati
Cristo, come Via, Verità e Vita e ogni suo ministro, è chiamato a «sparire perché rimanga Cristo (Papa Leone XIV)
La pacca sulla spalla, la parola di compiacimento, il riconoscimento di un lavoro ben fatto, l’essere cercati, il riconoscimento di un impegno costante … fanno o alimentano l’autostima elemento importante per l’equilibrio morale spirituale umano delle persone. Talvolta si pensa di essere migliori o allo stesso livello di altri che vediamo andare avanti che vediamo essere gratificati nella carriera nella vita e non vedendolo per noi il rischio è di intristirsi e di pensare di essere sfortunati quindi la reazione quasi sempre è quella di giudicare e di puntare il dito criticando persone e situazioni.
Forse non siamo onesti con noi stesi e non ci siamo fatti un serio esame di coscienza e soprattutto non siamo sinceri con noi stessi nell’accettare i nostri limiti pensando così di essere migliori ma non riconosciuti nel nostro valore invece di pensare che forse abbiamo altre capacità altre qualità e non possiamo confrontarci con la situazione che magari vorremmo. Questo è il limite della nostra mente dei nostri caratteri della nostra vita vissuta solo guardando e confrontandoci con gli altri invece di impegnarci a costruire un bagaglio che ci permetta poi di essere alla pari con gli altri.
Ognuno di noi segue la sua vocazione ma in questo primo movimento poi bisogna accettare e cogliere le occasioni e quelle situazioni che la provvidenza ti presenta dando il meglio onestamente di noi stessi. Fare i confronti non aiuta se non a rimetterci in gioco e a recuperare quei tempi quegli elementi e quegli spazi che abbiamo trascurato. Questi pensieri sono alla base di molti fallimenti della vita matrimoniale vocazionale e professionale. Fare il confronto guardando gli altri invece di guardare a noi stessi e alle scelte e alle priorità che abbiamo dato non ci aiuta certamente a migliorarci, guardare e imitare per migliorarci, la vita non è una gara a chi è più bravo, la vita è un cammino con alti e bassi con occasioni e opportunità che dipendono anche da noi da come le viviamo da quale obiettivo abbiamo a dove guardo verso dove alzo lo sguardo, questa è la domanda che ci dobbiamo onestamente porci.
Alcune volte non abbiamo avuto altre possibilità alternative ma molte altre volte è il frutto di nostre scelte e non possiamo imputare eventuali delusioni agli altri, semmai al nostro poco impegno e poi quando si diventa grandi quasi come risvegliandosi da un sonno ci guardiamo indietro e pensiamo a quello che avremmo potuto fare, potuto dire, pensiamo alle occasioni perse alle cose alle quali non abbiamo dato valore e che oggi ci avrebbero aperto altre prospettive … Quando si è giovani si pensa che tutto è possibile che c’è tempo … siamo pigri pretendiamo senza impegnarci vogliamo risultati senza fatica … atteggiamento che poi nel tempo ci porta a fare i confronti e a criticare rimanendo amareggiati e delusi … ma la colpa è solo la nostra e delle nostre scelte.
Come fare allora? Accettare chi siamo e accettarla in quella vita in cui siamo, riconoscere che il Signore comunque ci ha amato e ci offre continuamente il suo amore e nonostante i confronti che facciamo abbiamo avuto grandi doni che fatichiamo a riconoscere perché più preoccupati di guardare quello che non abbiamo ottenuto piuttosto che quello che abbiamo costruito. Piangere sul latte versato non serve se non a riflettere onestamente con noi stessi e trovare le strade giuste per proseguire il cammino.
La reazione oggi, davanti a una riflessione del genere è: me ne vado, mi separo, abbandono, cambio …puntando il dito a questo e a quello senza onestamente guardare i nostri limiti e le scelte fatte. Non piangiamo non rimaniamo tristi e infelici scontenti e tristi arrabbiati e polemici ma rimbocchiamoci le maniche e lavoriamo su quello che ancora possiamo fare seriamente, recuperiamo il tempo perduto e se non arriveremo là dove vediamo alcuni essere, non perdiamoci d’animo e in quello che abbiamo scorgiamo l’amore di Dio che è la vera carriera il vero successo la vera realizzazione della nostra vita.
Gesù nel Vangelo non ci ha indicato la strada del successo ma quella di realizzarsi nell’amore nel servizio nella rinuncia in sé stessi per seguire Lui il Signore della vita tralasciando i beni materiali. Ovvio che non è facile e che nonostante la fede e la devozione fatichiamo a vivere così ma solo avendo come riferimento l’amore e il servizio per il Regno di Dio si realizzeranno le nostre vocazione e sarà la nostra migliore carriera, l’espressione della più vera della vita bella e non l’ombra dell’invidia ma lo specchio dell’amore.
@unavoce – foto: fonte