Liturgia della Parola

XVIII Tempo Ordinario

 

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Il contrario di accumulare non è sperperare, ma condividere

XVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

«Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità».

Meditando la PAROLA con don Luigi Maria Epicoco: “Quante famiglie si dividono per questioni patrimoniali. Quanto rancore, odio, distanza, sofferenza produce l’attaccamento alle cose. Si arriva a considerare il denaro più prezioso dei legami di sangue. Non a caso la smania del possesso, e del denaro soprattutto, è uno degli alfabeti più usati dal male per tenerci prigionieri. Gesù racconta nel vangelo di oggi una parabola per metterci in guardia da una simile tentazione. Il personaggio principale è un uomo, probabilmente un uomo onesto, che lavora ogni giorno, e a cui la vita sorride donandogli abbondanza di raccolto. Fin qui nulla di strano. Gesù mette in bocca a quest’uomo onesto un ragionamento che all’apparenza sembra essere innocuo, ma che in fondo nasconde un tranello: “Egli ragionava tra sé: Che farò, poiché non ho dove riporre i miei raccolti? E disse: Farò così: demolirò i miei magazzini e ne costruirò di più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; riposati, mangia, bevi e datti alla gioia. Ma Dio gli disse: Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato di chi sarà?”. Il contrario di accumulare non è sperperare, ma condividere. Chi è eccessivamente attaccato alle cose e ignora i bisogni di chi gli sta accanto, si ritroveràcon i magazzini pieni e la vita vuota. Ricordarci che non siamo eterni non serve a spaventarci, ma a farci avere la consapevolezza che ciò che conta non è mai nelle cose, ma nei legami”. (cfr. d.L.M. Epicoco)

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