Un vento leggero

 

Difficile leggere i segni di speranza e oggi forse più di ieri ma sempre abbiamo faticato a leggerli nella vita. Come cristiani la nostra speranza è Cristo e in Lui si realizza la vera vita, la vera gioia, la vera felicità, questo è il cammino che dobbiamo compiere nella Chiesa voluta da Cristo, perché in questa Chiesa pur con tutti i suoi limiti e difetti campeggia la santità di Cristo, la Sua umanità e la Sua divinità che guida i nostri passi. Una Chiesa fatta di santi e peccatori che hanno lo sguardo però rivolto all’alto, a Dio.

Ricercare i segni di speranza nella vita quotidiana alla luce del Vangelo sapendo accorgerci, osservare il volto di chi ci circonda, leggere la storia di ogni giorno come un’occasione di bene è il nostro sforzo, il nostro impegno. Ora, la domanda che mi faccio e che faccio a te che leggi: quali i segni di speranza nella tua vita, quale esperienza puoi aver fatto e che forse non hai dato risalto?

Cerca nel tuo quotidiano quei semi di speranza che avvolgono la tua vita e che non hai visto. Il Signore passa nella nostra vita senza far rumore e in situazioni che non pensiamo anche situazioni di dolore di fatica di delusione, si fa presente e ci offre il suo sostegno, il suo amore. Alza lo sguardo, vai al di là delle apparenze e delle parole, delle delusioni o delle sconfitte o cadute del tuo vivere e scopri in Signore che è accanto al tuo cammino anche quando non ci accorgiamo, anche quando chiediamo cose che non si avverano.

La speranza è un sentimento che va coltivato con fede e con la capacità di vedere al di là dello sguardo fisico, ma guardare con il cuore. Prova a mettere nelle tue giornate piccoli gesti di gentilezza, una parola, un messaggio, un aiuto. Prova a resistere là dove il cammino si fa più duro, non disanimarti e guarda avanti. Una strategia potrebbe essere compiere qualche cambiamento nella vita, cambiamenti non sempre a nostro beneficio ma che guardando gli altri. Verifica le amicizie, i rapporti famigliari. Ancora, guarda con il cuore e non solo con gli occhi quello che ti circonda sapendoti stupire del creato, dei colori dei profumi dei volti delle persone che incontri. E insieme a tutto questo a questa ricerca della speranza nella tua vita, valuta la tua fede, la tua partecipazione alla vita sacramentale, la tua fedeltà alla preghiera e alla vita della comunità.

Progetta impegno serio per l’avvenire, dedicati agli altri e domandati: quanto faccio per gli altri? Non solo per te, la tua famiglia o gli amici più cari, ma per gli altri che incontri che sai essere nel bisogno. Comprendiamo allora che la speranza non è qualche cosa di astratto ma è presente nelle azioni e scelte quotidiane della nostra vita, nei rapporti interpersonali e di come affrontiamo la vita. Riconoscerli e coltivarli e alimentarli ci aiuterà a superare le nostre difficoltà le nostre paure le nostre tristezze e le nostre lamentele. Guardando vanti con questo stile contribuiremo a costruire un mondo migliore per noi e per chi ci circonda.

Ora ti rimando a una pagina dove potrai leggere o ascoltare alcuni di noi che ci hanno raccontato i motivi della loro speranza. Se vuoi scrivici e raccontaci la tua esperienza.

Invia il tuo racconto a: lettereinredazione@donmarcogalanti.it

@unavoce – foto: fonte

Là entrò in una caverna per passarvi la notte, quand’ecco gli fu rivolta la parola del Signore in questi termini: «Che cosa fai qui, Elia?». Gli disse: «Esci e férmati sul monte alla presenza del Signore». Ed ecco che il Signore passò. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento, un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. Dopo il terremoto, un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco, il sussurro di una brezza leggera. Come l’udì, Elia si coprì il volto con il mantello, uscì e si fermò all’ingresso della caverna. Ed ecco, venne a lui una voce che gli diceva: «Che cosa fai qui, Elia?». Egli rispose: «Sono pieno di zelo per il Signore, Dio degli eserciti, poiché gli Israeliti hanno abbandonato la tua alleanza, hanno demolito i tuoi altari, hanno ucciso di spada i tuoi profeti. Sono rimasto solo ed essi cercano di togliermi la vita». Il Signore gli disse: «Su, ritorna sui tuoi passi verso il deserto di Damasco; giunto là, ungerai Cazaèl come re su Aram. Poi ungerai Ieu, figlio di Nimsì, come re su Israele e ungerai Eliseo, figlio di Safat, di Abel-Mecolà, come profeta al tuo posto. (1 Re 19, 9-16)

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