Amare la Chiesa
«Ci hai fatti per te, o Signore e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te.» (dal primo libro delle Confessioni di S. Agostino)
Mi ritornano alla mente spesso le parole di Sant’Agostino che si leggono nelle Confessioni. Ogni giorno ha la sua pena, ogni situazione ci provoca ansie e pensieri, forse più di prima, oppure è l’età che avanza, non saprei dire ma sta di fatto che siamo un mondo inquieto. Anche nella Chiesa, pur avendo la certezza della Fede e la speranza nella vita eterna, sembra non bastare.
In questi giorni mi sono imbattuto in una lettura di Mons. Fulton Sheen che è stato un arcivescovo e scrittore Americano. Fu uno dei primi e più celebri telepredicatori cattolici, prima via radio e successivamente per televisione, che mi ha fatto riflettere, diceva: “La Chiesa prospera meglio quando il presente non è rassicurante e il futuro è dipinto a tinte nere… essa è debole quando trae forza dal potere del mondo, ed è forte quando appare debole agli occhi degli uomini… In uno dei suoi libri scritto nel 1938, “The Cross and the Crisis”, ha fatto una diagnosi accurata della causa della crisi nella Chiesa Cattolica e nel mondo, e ha descritto i cambiamenti inquietanti che stanno avvenendo oggi sotto i nostri occhi. La secolarizzazione della cultura e l’atteggiamento ostile dello Stato moderno non devono essere motivo di disperazione. La Chiesa prospera meglio quando il presente non è rassicurante e il futuro è dipinto a tinte nere. La vittoria del mondo non è mai sembrata così imminente come quando Gesù fu inchiodato alla Croce, eppure fu un giorno di sconfitta per il mondo…”. (cfr. perlamaggiorgloriadiDio)
Dobbiamo amare la Chiesa sempre e nei momenti difficili ancora di più, (già un’altro articolo avevo scritto su questo argomento) come una madre con il figlio. La Chiesa di Cristo, con i suoi limiti ed errori, la sua storia di chiari e scuri è la via che il Signore ha scelto per stare con noi. Possiamo avere una riflessione colorata, accesa, ma deve essere sempre rispettosa e amorevole e le eventuali perplessità vanno esposte nelle sedi giuste. La Chiesa è di Cristo e da Lui sorretta, nonostante le nostre imperfezioni. Le persone che la compongono, clero e laici, devono avere questa certezza. Non si tratta di non riconoscere gli errori, ma di valutare ogni aspetto nel suo tempo e nel suo contesto. Amare il Papa e la Chiesa è il segno più grande dell’unità e della pace che dobbiamo costruire per il mondo. Gesù ci ha insegnato questo con la sua venuta in mezzo a noi. Obbedienti al Padre, rispettosi delle leggi terrene e divine, aperti agli altri in una disciplina gerarchica fondamentale. Cristo raccoglie e chiama gli Apostoli non perché più bravi ma perché disponibili al suo amore, alla sua sequela. Possiamo non concordare o avere altre opinioni, piacere o non piacere, ma amare la chiesa è la “conditio sine qua non”, tradotto liberamente è la condizione senza la quale non si può verificare un evento, quindi senza la Chiesa non c’è salvezza.
“chi pensa di salvarsi senza amore è fuori dalla chiesa, perché non riconosce che l’unico modo per entrare nella comunione con Dio è l’amore. Dio non rifiuta nessuno e ama tutti, ma coloro che pensano di salvarsi senza amore, rifiutano l’amore di Dio manifestato e garantito dalla croce di Gesù, e questo è stare fuori dalla chiesa, qualunque sia la loro religione, fosse anche il… cristianesimo. La chiesa non va pensata come la massa di regole da eseguire redatte in Vaticano, ma va vista nella risposta all’amore di Dio, Gesù dice che per lui sono madre e padre tutti coloro che fanno la volontà di Dio, che è quella di amare il prossimo come se stessi (Mt 12, 46-50). Questa è la chiesa universale che tutti, credenti e non, possono abitare”. (cfr. toscanaoggi)
Capite che la Chiesa è quel “Mistico Corpo di Cristo”, come ci ha ricordato san Giovanni Poalo II in una Udienza Generale del 1995: “siccome Cristo opera la salvezza mediante il suo mistico Corpo, che è la Chiesa, la via di salvezza è essenzialmente legata alla Chiesa. L’assioma extra Ecclesiam nulla salus – “fuori della Chiesa non c’è salvezza” –, enunciato da San Cipriano (Epist 73,21: PL 1123 AB), appartiene alla tradizione cristiana ed è stato inserito nel Concilio Lateranense IV (Denz.-S. 802), nella bolla Unam Sanctam di Bonifacio VIII (Denz.-S. 870) e nel Concilio di Firenze (Decretum pro Jacobitis, Denz.-S. 1351)”. (cfr. Vatican.va)
Questo ci riporta al discorso principale che voglio fare che è Amare la Chiesa, quindi le parole che vi cito ora di Don Dolindo Ruotolo, un sacerdote italiano della seconda metà dell’800, riconosciuto dalla Chiesa, con il titolo “Servo di Dio”, sono illuminanti, di fede e spero di aiuto a comprendere che senza questa certezza e questa fede costruiamo solo qualche cosa che ci fa comodo, pur gridano verità o carità per il mondo, così diceva: “Beato chi vive nella Chiesa e non si scandalizza delle miserie umane… Restiamo fedeli alla Chiesa, anche quando ci sembra ch’Essa ci tartassi…
Pochi ponderano l’essenza della vita della Chiesa e pochi ne vivono; pochi sanno vederla in quell’aspetto essenziale della sua natura nel quale veramente Essa è pura, immacolata e senza rughe. È questa una considerazione di massima importanza, e forse la più vitale di tutte per poter apprezzare la Chiesa Cattolica per quello che Essa è veramente innanzi a Dio. In qualunque modo la si vegga infatti, l’ombra delle miserie umane ne offusca la magnifica gloria, e ci vuole una grande fede per riconoscerla pura, immacolata, e senza rughe.
Il suo capo, il Papa, è una meraviglia stupenda; la sua potestà dà le vertigini, la sua infallibilità lo pone quasi nell’armonia dell’eterna ed essenziale Verità. Egli può chiudere o aprire il Cielo, può sciogliere e legare, può disporre di tutte le ricchezze della Redenzione, quasi arbitro di Dio stesso; ma se può tanto, egli è anche un uomo, un uomo al quale Dio ha lasciata integra la libertà, senza che il pontificale ammanto possa dargli un solo atto di perfezione personale. È possibile quindi incontrarsi nella storia, anche in un Papa cattivo, disordinato nella sua vita privata, vittima del fasto e dell’orgoglio umano. Possiamo trovare nel Papa, magari anche spiccatamente, i difetti del proprio carattere, e quindi possiamo vederlo impaziente, eccitabile all’ira, irremovibile nei suoi propositi, in una parola, poco santo. L’anima rimane turbata e crede che quelle imperfezioni ridondino nel carattere del Papa in quanto è tale, mentre non è cosi”. (cfr. perlamaggiorgloriadiDio)
Forse potreste pensare che sono parole fuori tempo, perché lontane nel tempo, ma invece vorrei suggerirvi che possono cambiare i linguaggi ma non le certezze, i valori e la fede no!, perché queste non hanno tempo, la fede non ha tempo, la Chiesa non ha tempo perché è immagine del Copro Mistico di Cristo, per questo dobbiamo amarla e servirla con coerenza, con umiltà, con onestà. Il Vangelo non ha tempo perché l’amore è eterno.
“La seconda delle Massime di perfezione cristiana del beato Rosmini chiede di «rivolgere tutti i pensieri e azioni all’incremento e alla gloria della Chiesa di Cristo». Impone perciò che il cristiano alimenti il suo amore verso la Chiesa (qui sulla terra, purgante e celeste) pensandola sempre come realtà voluta e amata da Dio. Eccolo il sogno di Dio: la Chiesa è la comunità dei cristiani radicata nella successione apostolica e fondata sul primato di Pietro, ovvero una totalità che supera le parti e un tempo che viene prima dello spazio, potremmo dire con Papa Francesco. La Chiesa non può essere amata se la si considera solo in qualche sua espressione parziale e limitata. La perfezione cristiana non richiede che tutto ciò che c’è nella Chiesa debba essere amato. Esige, tuttavia, che sia amata la Chiesa nella sua totalità essenziale. Il cristiano «deve dare i suoi affetti a tutta intera l’immacolata sposa di Gesù Cristo, ma non così a tutto ciò che potrebbe formarne una parte».”. (cfr. L’Osservatoreromano)
Cari amici, questa riflessione e direi meditazione ad alta voce con voi, per rinfrancare la nostra Fede in Cristo e nella Sua Chiesa. Non lasciatevi sviare da dottrine varie e peregrine come ci ricorda la lettera gli Ebrei al capitolo 13 al versetto 9: “Non lasciatevi sviare da dottrine diverse e peregrine, perché è bene che il cuore venga rinsaldato dalla grazia, non da cibi che non hanno mai recato giovamento a coloro che ne usarono”.
Amiamo la Chiesa, amiamo il Papa, i nostri Vescovi e tutti i pastori, pregate per la Chiesa e i suoi ministri, stategli accanto e a loro chiede di parlarvi di Cristo e della Sua Chiesa, in essa troveremo la strada della nostra vita e della realizzazione delle nostre vocazioni per camminare verso la vita eterna.
@unavoce
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