Uniti ai fratelli Musulmani
Il primo marzo è iniziato per i fratelli musulmani il Ramadan precedendo solo di cinque giorni la quaresima cristiana, questa vicinanza “è un abbraccio tra figli di Abramo che camminano insieme”.
“Questa coincidenza direi che è un abbraccio tra due fratelli, tra i figli di Abramo, che camminano insieme per diverse ragioni. Ne è esempio molto concreto il documento di Abu Dhabi sulla fratellanza umana firmato da Papa Francesco e dal Grande Imam Ahmad Al-Tayyeb. Questo periodo può aiutare molto i musulmani e i cristiani a capire meglio le domande fondamentali sulla vita. Va inoltre sottolineato che le coincidenze, quest’anno, non finiscono qui: la Pasqua cattolica coincide con la Pasqua ortodossa, il 20 aprile, inoltre dal 12 al 20 aprile si celebra Pesah, la Pasqua ebraica. Quest’anno avremo tante opportunità di collaborazione interreligiosa, anche nella vita spirituale”. (Cfr. VativanNews)
Una sottolineatura per conoscere e comprendere: “Non è raro sentir paragonare la quaresima al ramadan dei musulmani. E’ utile capire il significato proprio di questi due tempi di digiuno per capirne le differenze e capire il cuore delle due pratiche. I cristiani sanno bene che la quaresima è essenzialmente la preparazione alla Pasqua. Nella quaresima dei cristiani c’è una dimensione di tensione verso un avvenimento festivo, un cammino di pentimento e un rifiuto del peccato. Ultimamente l’esigenza della privazione del mangiare si è addolcita e si è più insistito sulla conversione interiore e la condivisione. La feste dell’Islam, al contrario non hanno lo scopo di evocare la storia passata o un avvenire. Il Ramadan non è la preparazione ad una festa né il ricordo di un avvenimento, è una pratica comandata dal Corano (2,183-187) ma di cui nel testo non è dato né il simbolismo né il significato. Come per la maggior parte delle pratiche dell’Islam è la virtù dell’obbedienza che si esercita nel digiuno. Dinanzi a Dio l’uomo si mette al suo posto di umile adoratore. Il mese di digiuno comporta per i musulmani una nuova attenzione al libro del Corano”. (cfr. CattedraleWeb)
Anche se nelle nostre comunità non abbiamo nessuno di religione musulmana e abbiamo sottolineato la differenza rituale e di fede oggi vogliamo ricordare questi nostri fratelli e offrire l’occasione di crescita nella conoscenza delle varie tradizioni e nel rispetto reciproco di un cammino di comune.
Vorrei riportare i 99 nomi di Allah che nella tradizione spirituale dell’Islam vengono pronunciati come una litania di nomi rivolti a Dio al quale noi cristiani aggiungiamo quello di Padre e in questa fratellanza un augurio per loro e per noi per vivere questo tempo ognuno secondo le proprie usane come momento per recuperare quell’aspetto spirituale che ci fa essere veri e autentici abitanti di questa terra con i sentimenti e i modi pensati da Dio dalla creazione.
@unavoce – foto: fonte