San Giuseppe Artigiano
Correva l’anno 1955 e Papa Pio XII istituì in occasione delle feste del lavoro, nate nella metà ottocento e i primi del novecento in Italia, la festa di San Giuseppe lavoratore coinvolgendo i cattolici lavoratori in questa ricorrenza, avendo sempre avuto un’attenzione particolare per questa realtà di vita.
«La Chiesa cerca sempre di comprendervi meglio. Ma voi dovete cercare a vostra volta di comprendere che cosa è la Chiesa per voi lavoratori, che siete i principali artefici delle prodigiose trasformazioni che il mondo oggi conosce: perché voi sapete bene che se non le anima un potente soffio spirituale esse saranno la rovina dell’umanità, invece di fare la sua felicità. Non è l’odio che salva il mondo! non è il solo pane della terra che può saziare la fame dell’uomo». (cfr. San Paolo VI, papa)
La Chiesa Italiana per tale ricorrenza invia un messaggio a tutta la Chiesa e alla società per richiamare la dignità dell’uomo nel mondo del lavoro e così nel messaggio di quest’anno scrive: “La Festa dei Lavoratori, in questo Anno giubilare, vuole offrire orizzonti di speranza agli uomini e alle donne del nostro tempo, consapevoli «che il lavoro umano è una chiave, e probabilmente la chiave essenziale, di tutta la questione sociale, se cerchiamo di vederla veramente dal punto di vista del bene dell’uomo» (Giovanni Paolo II, Laborem exercens, 3). La tutela, la difesa e l’impegno per la creazione di un lavoro libero, creativo, partecipativo e solidale, costituisce uno dei segni tangibili di speranza per i nostri fratelli, come Papa Francesco ci ha indicato nella Bolla di indizione dell’Anno giubilare (cf. Francesco, Spes non confundit, 12)”. (cfr. Messaggio dei Vescovi per la Festa dei Lavoratori – 1° maggio 2025 Il lavoro, un’alleanza sociale generatrice di speranza)
Una festa quindi non solo civile laica e sociale ma anche per chi crede questo celebrare è importante e mettendolo sotto lo sguardo di San Giuseppe lavoratore comprendiamo l’importanza del lavoro con la dignità propria dell’uomo chiamato a lavorare con il “sudore della sua fronte”.
“Fabbro, falegname, carpentiere. San Giuseppe era tutto questo – come insegnano i Vangeli – oltre a essere lo sposo di Maria e il padre terreno di Gesù. Con la sua vita di onesto lavoratore, San Giuseppe nobilita il lavoro manuale con il quale mantiene la sua Santa Famiglia e partecipa al progetto della salvezza”. (cfr. vaticannews)
Ogni lavoro è dignitoso e in questo l’attenzione e la preghiera è quella allora di imparare a lavorare con dignità e a dare lavoro dignitoso senza sfruttamenti mettendo al primo posto solo il guadagno ma al centro la persona che lavora per il bene proprio e per il bene comune. Ognuno s’interroghi sul lavoro che svolge e come lo svolge la differenza la fa la responsabilità e la fedeltà comprendendone la necessità che però non deve annullare l’uomo e la sua anima. Educare i giovani a lavorare ognuno secondo le sue possibilità e doti superando la mera necessità e mettendoci passione.
@unavoce – foto: fonte